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    I GIORNI DELL’IRAN – DOPO I RAID ISRAELIANI IN SIRIA, A DAMASCO E ALEPPO, PER DISTRUGGERE I DEPOSITI DI MISSILI IRANIANI, IL REGIME DEGLI AYATOLLAH MINACCIA GLI USA: “SE NON SI FERMANO I CRIMINI ISRAELIANI A GAZA, IL MEDIO ORIENTE ESPLODERÀ” – SI INTENSIFICANO GLI ATTACCHI DI HEZBOLLAH DAL LIBANO. E IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO, ANTONY BLINKEN, AVVERTE: “CI DIFENDEREMO” – MA NELLE PIAZZE IRANIANE L'APPOGGIO ALLA CAUSA PALESTINESE È SCARSA. FISCHI ALLO STADIO DI TEHERAN AL MINUTO DI SILENZIO PER HAMAS…


     
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    1 - IL FRONTE MINACCIA IRANIANA

    Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “la Stampa”

     

    HEZBOLLAH HEZBOLLAH

    [...] Nelle operazioni propedeutiche all'avvio della manovra di terra definitiva, un soldato di Tzahal è rimasto ucciso, ieri, nella zona di Kissufim, da un missile anticarro lanciato contro un tank e un veicolo militare israeliani. «Potrà volerci un mese, o due o tre. Dopo, non ci sarà più Hamas», ha giurato il ministro della Difesa Yoav Gallant in una conversazione con la sala operativa dell'aeronautica militare.

     

    È dal cielo che Israele sta realmente spianando la strada alle truppe di terra. Aumentando l'intensità degli attacchi per colpire comandanti e leader di Hamas e infrastrutture specifiche. «Con particolare attenzione alla città di Gaza e ai suoi dintorni, ma anche all'intera Striscia, in preparazione alla prossima fase della guerra», ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, ribadendo l'appello ai palestinesi nell'enclave a spostarsi verso sud, sotto il fiume Wadi Gaza.

     

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    [...]A complicare le decisioni da prendere sulla linea di Gaza sono gli altri fronti, che diventano ogni giorno meno trascurabili. Nella Jenin persa al controllo dell'Autorità Palestinese per la prima volta dalla Seconda Intifada, l'esercito israeliano ha inviato un aereo da caccia per eliminare «una cellula terroristica di Hamas e della Jihad islamica» pronta per un attentato in Israele, nascosta nel sotterraneo della moschea Al-Ansar, ha spiegato ai media Hagari. Sono rimasti uccisi nell'operazione due ufficiali della sicurezza palestinese, Muhammad Abdullah e Muhammad Abed.

     

    Oltre alle roccaforti di Hamas in Cisgiordania, a ribollire è il confine settentrionale con il Libano, lungo il quale Israele e Hezbollah continuano a scambiarsi colpi su colpi. Tzahal ha detto di aver abbattuto un drone che si stava avvicinava troppo al territorio ebraico e di aver attaccato una squadra nemica che tentava di lanciare missili anticarro sul confine settentrionale.

    HEZBOLLAH HEZBOLLAH

     

    Hezbollah ha rivendicato numerosi attacchi contro postazioni militari israeliane lungo il fronte, e anche la Jihad islamica palestinese. L'evacuazione di ulteriori 14 comunità israeliane, ha spiegato l'altro portavoce militare, Richard Hecht, è una misura «per proteggere i civili», ma anche per assicurare all'esercito un più ampio spazio di manovra contro le cattive intenzioni degli alleati di Teheran.

     

    Dopo il secondo raid in dieci giorni (attribuito a Israele) negli scali di Damasco e Aleppo in Siria – nel mirino i missili iraniani – il regime degli ayatollah ha messo in guardia Israele e Usa sul rischio che la situazione mediorientale possa diventare «incontrollabile». Il pentagono ha rafforzato i sistemi di difesa, dispiegando una batteria antimissile e battaglioni del sistema di difesa aerea terrestre Patriot, in Medio Oriente.

     

    ATTACCO ISRAELIANO AL LABORATORIO MILITARE DI ISFAHAN ATTACCO ISRAELIANO AL LABORATORIO MILITARE DI ISFAHAN

    Il primo ministro yemenita, Maeen Abdulmalik Saeed, ha avvertito che «Sanaa contribuirà e assisterà nella risposta ai massacri di Gaza», dopo che gli Stati Uniti hanno intercettato missili e droni puntati contro Israele. Che la tensione stia raggiungendo seri livelli di allerta e che la regione sia una «polveriera», come l'ha definita il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, è una preoccupazione concreta a Washington.

     

    Nel programma "Meet the Press" della Nbc, il segretario di Stato Antony Blinken ha detto di ritenere che ci sia «una probabilità di escalation da parte di agenti iraniani nei giorni a venire» e che l'amministrazione Biden sta adottando «misure per assicurarci di poter difendere efficacemente il nostro popolo». Gli ha fatto eco il segretario alla difesa Lloyd Austin. «Se qualche gruppo o Paese – ha detto – sta cercando di ampliare questo conflitto e trarne vantaggio, il nostro consiglio è: non farlo».

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    Per recapitare il suo messaggio a Teheran, il primo ministro israeliano si rivolge a Hezbollah, minacciando «conseguenze distruttive» se la milizia filo-iraniana decidesse di «andare a un conflitto totale». [...] il ministro dell'economia Nir Barkat, ex sindaco di Gerusalemme, in un'intervista al quotidiano inglese Daily Mail [...] mette in guardia, «noi attaccheremo la testa del serpente, l'Iran». E parlando di Hezbollah promette che, se apriranno un fronte pieno al nord, Israele «li cancellerà dalla faccia della terra».

     

    2 - MA IL POPOLO DI TEHERAN SI RIBELLA "NO ALLE BANDIERE PALESTINESI"

    Estratto dell’articolo di Francesca Paci per “la Stampa”

     

    proteste in iran contro israele proteste in iran contro israele

    Mentre gli ayatollah ripetono con foga crescente l'impegno della Repubblica Islamica contro "l'entità sionista", cavalcando quelle piazze filo-palestinesi di mezzo mondo che a onor del vero non si sono mai davvero mobilitate per la rivoluzione "Donna, vita, libertà", gli iraniani guardano dalla parte opposta.

     

    La settimana scorsa il regime di Teheran ha lanciato la campagna "Amo combattere Israele" con tanto di hashtag dedicato, recitante in farsi "sono il tuo nemico". Peccato che, nonostante le tv di Stato vagheggino un'adesione milionaria all'iniziativa, molti video online raccontino il contrario. Storie di ragazze e ragazzi che fronteggiano la narrativa nazionale con la fierezza che viene da un anno di proteste, almeno 500 morti, 20mila arresti.

     

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    Come venerdì, quando gli spalti dell'Azadi di Teheran, pieni per la partita Esteghlal - Havadar, hanno fischiato a pieni polmoni la propria opposizione, rifiutando il minuto di silenzio in sostegno di Hamas. Come due giorni fa, sempre allo stadio, il rifugio del dissenso braccato in strada, dove gli spettatori di Peykan - Persepolis sono insorti contro i messi della teocrazia che distribuivano le bandiere palestinesi consigliando loro di infilarsele nel posto più indicibile.

     

    [...] Se gli ayatollah speravano sul serio che la causa palestinese e la minaccia di un attacco israeliano coinvolgessero la popolazione attiva distogliendola dallo slogan "Donna, vita, libertà" hanno completamente perso il polso del Paese, dove, per altro, l'antisemitismo è molto meno diffuso rispetto al mondo arabo.

     

    nuova esplosione di un deposito di hezbollah in libano 1 nuova esplosione di un deposito di hezbollah in libano 1

    Le ragazze e i ragazzi della rivoluzione - che al nome di Mahsa Amini affiancano adesso quello Armita Garavand, la 16enne picchiata il primo ottobre da un poliziotto perché non indossava il velo e cerebralmente morta ieri - stanno con Israele non contro i palestinesi ma contro Hamas, come stavano con l'Ucraina aggredita da Putin con i droni made in Iran. Stanno con la loro testa, dalla parte opposta del regime.

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