Camilla Conti per la Verità
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Alla fine, tra primo e secondo decreto, la montagna di ristori promessi dal governo ha partorito un topolino di pochi spicci, in parte frutto di un giro conto rispetto ai Dl precedenti e in parte sottratti ai fondi bilaterali ovvero a denaro già destinato alle aziende. La platea è stata allargata ma a beneficiarne saranno ancora poche categorie, meno del 10% del totale dei codici Ateco.
Il testo del Ristori bis approvato nella notte di venerdì dal Consiglio dei ministri non è ancora nella sua versione definitiva non essendo in Gazzetta (tanto più che è probabile che i due decreti Ristori vengano accorpati in un'unica legge di conversione). Ancora non è dunque chiaro quali saranno e dove verranno trovate le coperture finanziarie per mettere sul piatto i 2,5 miliardi di euro di nuovi aiuti annunciati dal governo.
giuseppe conte roberto gualtieri
Si legge, però, che «i fondi bilaterali di cui all'articolo 27 del decreto legislativo del 14 settembre 2015, numero 148 sono autorizzati a utilizzare le somme stanziate dall'articolo 1, comma 7, del decreto legge 14 agosto 2020, numero 104, convertito, con modificazioni dalla legge 13 ottobre 2020, numero 126, anche per le erogazioni dell'assegno ordinario Covid-19 fino alla data del 12 luglio 2020». Tradotto dal legalese: gran parte delle risorse verranno ripescate da fondi già stanziati per le aziende, quindi non con nuove risorse. Non solo.
Il premier Giuseppe Conte ha annunciato un fondo ad hoc, a chiamata, per finanziare di volta in volta gli indennizzi, con un meccanismo automatico che consenta di seguire gli spostamenti delle Regioni da una fascia di rischio all'altra in base all'evoluzione dei dati sull'epidemia.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Dove verranno trovati questi soldi, e quanti ne serviranno, non si sa. Di certo, i 2,5 miliardi previsti dal Ristori bis saranno insufficienti. E assegnati con una logica sbagliata in partenza perché non considera le perdite future con cui dovranno fare i conti le categorie più esposte alle chiusure.
Senza un provvedimento di sospensione del pagamento delle tasse si rischia inoltre che quello che entrerà dalla porta, in termini di indennizzi, esca dalla finestra con il pagamento delle imposte sui redditi e l'Irap. Per tutte le imprese delle zone rosse costrette a chiudere, il decreto prevede infatti solo il rinvio degli acconti di novembre al 30 aprile.
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Ma cosa contiene, nel dettaglio, il decreto? A beneficio dei lavoratori autonomi e nelle zone rosse nelle quali è prevista la sospensione delle attività scolastiche nelle seconde e terze classi delle scuole secondarie di primo grado viene erogato un bonus babysitter da 1.000 euro (destinato però ai soli lavoratori autonomi) e, nel caso in cui la prestazione di lavoro non possa essere resa in modalità agile, sarà possibile ottenere il congedo straordinario, con il riconoscimento di un'indennità pari al 50% della retribuzione mensile per i genitori lavoratori dipendenti.
Sale la dotazione del fondo previsto per il trasporto pubblico locale, incrementata di 300 milioni per il 2021. Fino a 100 milioni potranno essere usati per servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale, destinato anche a studenti, sempre nel 2021 per far fronte alle misure anti Covid nel caso in cui nel periodo precedente all'epidemia si sia registrato un riempimento superiore al 50% della capacità.
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Arriva poi un fondo ad hoc con una dotazione di 200 milioni per garantire contributi a fondo perduto agli operatori con sede nei centri commerciali e a coloro che operano nelle produzioni industriali del comparto alimentare e delle bevandeIl provvedimento estende l'accesso ai benefici dei contributi a fondo perduto a categorie escluse dal provvedimento precedente come bus turistici, trasporti lagunari, fotoreporter, chi organizza corsi di danza, le lavanderie industriali, i negozi di bomboniere, i traduttori e anche i produttori di fuochi d'artificio (al 100% di quanto incassato in primavera).
Porte aperte agli indennizzi (al 200%) per guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e anche orti botanici e zoo. Inclusa la ristorazione senza somministrazione, come rosticcerie e pizzerie al taglio e gli Internet point, che avranno un ristoro al 50% di quanto già avuto in estate.
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La nuova lista dei codici Ateco allegata al provvedimento include i negozi (dall'abbigliamento agli elettrodomestici fino ai sexy shop), gli ambulanti, gli estetisti e gli altri servizi alla persona, compreso chi fa piercing e tatuaggi.
Nella lista anche i servizi per gli animali e le agenzie matrimoniali. Il decreto rafforza poi ulteriormente i contributi per alcune delle attività delle zone rosse e quindi costrette alla chiusura. In particolare gli indennizzi passeranno dal 150 al 200% per bar, pasticcerie e gelaterie che si trovano in zone rosse o arancioni. Ma nel complesso, è bene ripeterlo, non sia andrà oltre i 5 o i 6.000 euro che è il calcolo mediano per azienda.Si tratta, però, solo di una minima percentuale dei codici Ateco complessivi. Tra gli esclusi ci sono, ad esempio, agenzie di viaggio e tour operator.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
«Scopriamo oggi che questi comparti del settore turismo restano completamente esclusi dal nuovo decreto ristoro. Nella notte hanno stralciato questi codici Ateco e persino chi opera nelle neo decretate zone rosse non vedrà un euro tra quelli sbandierati dal governo. Sono proprio gli operatori del settore turismo a essere tra i più duramente colpiti dalla crisi economica conseguente alla pandemia», ha attaccato ieri Gian Marco Centinaio, senatore leghista già ministro del Turismo e oggi a capo del dipartimento del Carroccio.
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