nitrito di sodio
Estratto dell’articolo di Federica Pozzi per “il Messaggero”
«La tua dose letale è 20 mg, costa 350 euro». Scriveva così, in una mail, la persona che ha inviato il "kit della morte" a Stefano (nome di fantasia), morto a 25 anni, il 24 ottobre del 2021, dopo aver comprato il farmaco su internet. È quanto risulta dall'inchiesta della Procura capitolina, condotta dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, che da mesi è sulle tracce dei responsabili. Istigazione al suicidio è l'ipotesi di reato. […]
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La corrispondenza con i "venditori di morte", come rivelano le indagini, è iniziata il 5 ottobre 2021 e racchiude tutte le istruzioni su come togliersi la vita. Stefano ha pagato 460 euro per ottenere la sostanza letale che poi avrebbe ingerito, comprese le spese di spedizione. […] Nel giro di 24 ore dall'arrivo del pacco, il giovane è scomparso per poi essere ritrovato senza vita sulla terrazza di casa, in zona Re di Roma.
IL CANADESE ARRESTATO
Non sono le prime indagini che gli inquirenti, non solo italiani, svolgono sui "venditori di morte". La polizia canadese ha arrestato e incriminato un uomo di Toronto per aver venduto più di 1.000 kit in 40 Paesi, tra i quali l'Italia. […] Kenneth Law, 57 anni, sedicente chef, è accusato di istigazione al suicidio. […]
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Quando l'Interpol del Canada ha scoperto i nomi degli acquirenti, ha avvisato la Direzione centrale della polizia criminale italiana e subito sono scattate le ricerche, che hanno permesso di salvare 8 persone che erano in contatto con Law, tra cui un 30enne di Monza. Il giovane si era fatto recapitare un pacchetto contenente nitrito di sodio, sostanza apparentemente innocua e utilizzata come colorante nell'industria dolciaria. Lo scorso 4 aprile, invece, una professoressa di 63 anni in pensione si è tolta la vita a Trento utilizzando il maledetto kit.
I carabinieri della stazione di Borgo Valsugana l'hanno trovata già senza vita, distesa sul suo letto. «Dopo 20 lunghi anni di dolore cronico, per insonnia, estrema solitudine, intolleranza ai rumori, mi sono procurata le cose necessarie online, ordinandole all'estero, più di un anno fa», si legge sulla lettera d'addio rinvenuta in casa della donna. Sulla sua morte indaga ora la Procura di Trento, ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Il fascicolo è a carico di ignoti, ma il nome della professoressa era nella lista dei clienti del canadese Law.
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