Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”
bergoglio in carrozzina 4
Ieri mattina, durante l'udienza generale nell'aula Nervi, concludendo la catechesi dedicata al tema della vecchiaia, papa Francesco ha dichiarato: «La morte fa un po' paura ma c'è sempre la mano del Signore, e dopo la paura c'è la festa», e ancora, rivolgendosi ai suoi "coetanei", cioè i "vecchie le vecchiette" come li ha chiamati non senza un sorriso sornione, ha ricordato che: «Gesù, quando parla del Regno di Dio, lo descrive come un pranzo di nozze, come una festa con gli amici».
bergoglio in carrozzina 1
Diciamolo pure: ieri papa Francesco ha fatto un elogio del trapasso, ha pronunciato, sia pure con le parole semplici, umili e dirette che gli sono proprie, un vero e proprio inno alla morte. Bisogna esserne sconcertati? Scandalizzati addirittura? Sarebbe un grave errore, e vorrebbe dire non capire la personalità del pontefice, molto più complessa e contraddittoria di quel che a volte vogliono far credere certi suoi adulatori.
BERGOGLIO NON PRESIEDE LA MESSA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Innanzitutto, papa Francesco è una personalità di profonda cultura, anche se non ama ostentarla e rifugge dalle citazioni dotte e nei suoi discorsi si astiene da speculazioni troppo sottili quali quelle del suo predecessore Ratzinger.
E quindi non possiamo nemmeno escludere che, dicendo che il bello comincia con quel difficile passaggio che è la morte, abbia riecheggiato una splendida elegia del poeta americano Walt Whitman, "Quando i lillà fiorivano, l'ultima volta, nel prato davanti alla casa", all'interno della quale c'è una lunga sezione che celebra la "nera madre che sempre ci scivoli accanto con passo leggero", la morte appunto, che il poeta chiama "grande liberatrice", e della quale scrive: "Io canto gioiosamente i morti che fluttuano perduti nel tuo amoroso oceano, lavati dalle onde della tua beatitudine, o morte".
il silenzio di bergoglio nell intervista con lorena bianchetti a sua immagine
E pazienza se Whitman, che era un singolare personaggio con idee panteiste, non è precisamente un riferimento ovvio per il capo della religione cattolica; quando si ha a che fare con Bergoglio conviene non dare nulla per scontato, e liberarsi dei pregiudizi.
Del resto, il papa ha semplicemente ribadito con parole apparentemente paradossali un concetto fondamentale della dottrina cristiana, e cioè che la "vera" vita, quella suprema, comincia dopo questa terrena. Da questo punto di vista, temere la morte, concepirla come l'annientamento assoluto, non è solo angosciante, ma è anche un atteggiamento profondamente anticristiano.
Ecco allora che, rovesciando la prospettiva laica, che vede la vita su questa terra come l'unica a nostra disposizione, e dunque logicamente esalta la giovinezza e considera la vecchiaia una tragica sciagura, papa Francesco ha ricordato ai "vecchi e alle vecchiette" che lo ascoltavano che, da buoni cristiani, non solo non hanno nulla da temere, ma la loro età va vissuta con pienezza, emozione, senso di attesa trepidante, perché si avvicina il "bello", cioè, in termini cristiani, la vita eterna in comunione con Dio.
papa francesco con la bandiera ucraina di bucha
Vale la pena sottolineare che questo rovesciamento di prospettiva è benefico e salutare anche per chi cristiano non è, perché a forza di ossessionarsi solo sul l'aspetto strettamente fisico e materiale della nostra esistenza, e separando giovinezza e vecchiaia come due tronconi nettamente separati, in cui nel primo si gioisce (anzi si deve gioire, perché poi non si potrà più), e nel secondo si soffre ogni genere di pene, non può che rendere infelice anche il miscredente.
Si può anche non arrivare al punto di dire che "il bello comincia con la morte", specialmente se non si è cristiani, ma certo la paura paralizzante del trapasso, il considerare la vecchiaia, e dunque i vecchi, solo come resti di un'esistenza che ormai ha perso tutto il suo gusto e non può che avviarsi in direzione di un inglorioso tramontare, non è certo qualcosa da auspicare.
papa francesco con un bambino all udienza generale
Ben vengano dunque le parole rinfrescanti, provocatorie (ma in fondo, come abbiamo detto, perfettamente in linea con il pensiero cristiano) del pontefice. Parole che sono anche un notevole progresso rispetto alla comune rappresentazione che, della morte, il cristianesimo ha fornito ancora nel recente passato, e cioè di un passaggio tremendo, angoscioso, in cui non è affatto scontato che il povero peccatore incontri Maria, Cristo, e trovi la beatitudine, giacché potrebbe anche dover scontare un lungo soggiorno nell'inospitale landa infernale.
papa francesco 4
Nei discorsi di Bergoglio, di questa orribile prospettiva non c'è traccia, e in questo sembra allinearsi a certi pensatori moderni: che il vero inferno sia già riscontrabile in questa vita, su questa terra. Di là, al confronto, di qualunque cosa si tratti, sarà bellissimo.
BERGOGLIO ALL UDIENZA GENERALE