DAGONEWS
MATTARELLA JUNCKER
Sergio Mattarella non è scaramantico. Ma ha buona memoria. E ricorda benissimo di come gli endorsment di Eugenio Scalfari non abbiano mai portato particolarmente bene a chi li riceveva. In particolare, ha in mente l’abbraccio (mortale) di Barbapapà a Ciriaco De Mita; che ri-spalancò le porte di Palazzo Chigi all’odiato (per lui che era della sinistra Dc) Giulio Andreotti.
SCALFARI DE MITA
Così, visto che la Storia si ripete sempre, anche sotto mentite spoglie, il sostegno che il Fondatore ha dato a “Giggino” Di Maio porta il Quirinale per forza di gravità verso la Lega. Con l’argomentazione che i lumbard sono già stati al governo; in più, hanno una maggiore esperienza e sensibilità istituzionale. Eppoi, non si sono mai permessi di fare una cazzata, come quella di inviare per mail la lista dei ministri: come al contrario hanno fatto i Cinque stelle.
DI MAIO MATTARELLA
Quella mossa il Quirinale non l’ha propria mandata giù, e tantomeno dimenticata. L’ha considerata uno sgarbo istituzionale al massimo livello. Anche per questo, dal Colle scivolano verso valle frammenti di un ragionamento che vedrebbero una maggioranza di centro destra, con il sostegno del Pd. Che questo sostegno sia “esterno” o palese dipende dal punto di caduta del casino interno al Nazareno.
MATTARELLA E ZAIA
In fin dei conti, il prossimo governo resterà in carica fino alle elezioni europee del 2019. A quel punto, si potrebbero agganciare elezioni anticipate e si riaprono i giochi. Una cosa è certa: il nuovo presidente del Consiglio dovrà superare la prova del sangue europeo. Mattarella vuole ad ogni costo tranquillizzare i mercati e garantire la stabilità. Anche per queste ragioni, preferirebbe un governo legacentrico ad uno grillocentrico…
letta mattarella