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    LA NOSTALGIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA - DAGO: TUTTA LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA È MESSA SOTTOSOPRA E PER RIUSCIRE A DIMENTICARE LA PROPRIA INFELICITÀ, SIAMO ARRIVATI AL PUNTO DI DESIDERARE LA PREISTORIA DI UN ANNO FA, QUANDO ‘’CORONAVIRUS’’ SI POTEVA ASSOCIARE ALLA VITA DISPERATA E LIBERTINA DI UN CELEBRE PAPARAZZO MILANESE - ECCO: LA INSTANT-NOSTALGIA CONTEMPORANEA NON RIGUARDA TANTO IL PASSATO QUANTO IL RIFIUTO DEL PRESENTE..


     
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    Roberto D’Agostino per Vanity Fair

     

    Gli anni Sessanta. Gli anni Ottanta. Un disco. Un film. Una foto. Un profumo. Bastava niente, a volte, per riportarci indietro con la memoria, confondendo eventi reali e immaginari, passati e presenti. 

     

    Una volta la nostalgia veniva chiamata "ipocondria del cuore" quando scattava il “mi ritorna in mente” di un meccanismo straordinario (e perverso): desideravamo ardentemente un tempo che non esiste più o che non è mai esistito. 

    covid nuovi contagi covid nuovi contagi

     

    Meglio viaggiare all'indietro, "a spasso nel tempo", l'unico capace di ridar sapore ai nostri sentimenti. Perché il passato, si sa, è sempre migliore del presente. Più sereno, più onesto, più innocente. Più povero. “Si stava meglio quando si stava peggio”, insomma. 

     

    Fino a poco tempo fa, definire "nostalgici" era come dire fascisti, monarchici, reduci del regno delle due Sicilie. La nostalgia infatti è un'invenzione moderna, sebbene la radice del termine sia greca (‘nostos’ è il ritorno, ‘algos” il dolore: è il dolore pensando al ritorno).

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    Si deve a un medico svizzero che alla fine dei Seicento, pe curando soldati in servizio a Straburgo, notò che si ammalavano per il desiderio di ritorno a casa. L'origine mostra come il sentimento sia sempre relativo al ritorno: verso casa, in patria, al passato, verso qualcosa di lontano, forse perduto.

     

    Ora che i 4 Cavalieri dell’Apocalisse – invasione, contagio, isolamento, controllo – si sono presi il presente, per non precipitare in sentimenti di rabbia e solitudine, che stanno inghiottendo ogni prospettiva per il futuro, ha preso spazio virale una inedita forma di nostalgia: quella dell’altro ieri. 

     

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    Non si rimpiange più i soliti Totò, Maria Callas, Franchi e Ingrassia, primo Bob Dylan, la Carrà che agita le mani nel tuca-tuca, Totti che fa il “cucchiaio”. No: di questi tempi cupi, ottusi e risentiti, per guardare avanti abbiamo malinconia della vita di un anno fa. Uno struggimento per un tempo diverso, per un passato prossimo vicinissimo, dietro l’angolo, addirittura dell’altro ieri, quando ‘’Coronavirus’’ era un termine che si poteva magari associare alla vita disperata e libertina di un celebre paparazzo milanese, irsuto e nerboruto, habitué delle patrie galere. E la mascherina andava bene per malviventi scassabanche e per le bambocciate di carnevale. 

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    Per riuscire a dimenticare la propria infelicità, siamo arrivati al punto di desiderare la preistoria di un anno fa. Ti ricordi, l’estate scorsa, di questi tempi, ci si scannava per dove andare in vacanza: a Formentera, in Croazia, a Santorini, in California, etc. Quest’anno, bene che vada, ci aspetta Riccione e Terracina. 

     

    Vent’anni di voli a basso costo ha abituato la gioventù a disdegnare la noia borghese di Capalbio e il tran-tran finto-Hampton di Sabaudia preferendo la festa mobile di Ibiza e Mykonos. Oggi, dopo i trionfi di "Via col vento", va in scena quella mesta seconda parte che ha per titolo: "Chiudi, che c'è la corrente". Perché i ricordi sono come i sogni: si interpretano.

     

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    Già, la nostalgia non è più quella di una volta. E’ un sentimento di perdita di un tempo che non c’è più, un luogo, una casa, una carezza, in realtà è anche una storia d’amore con la propria fantasia. Si sta avverando ciò che, Zygmunt Bauman, il grande sociologo polacco, ha definito con un neologismo, ‘’Retrotopia’’. Che è l’inverso dell’utopia, è dunque un’utopia che guarda paradossalmente all’indietro. 

     

    La tesi di Bauman è che oggi il cambiamento non sarebbe, come nelle società di utopisti del passato, più pensato come un viaggio verso il sole dell’avvenire, condito di società nuove e con nuovi piaceri, ma come uno sguardo rassicurante all’indietro, verso un tempo noto, rassicurante e, soprattutto, lontano dalla morte. 

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    Con la pandemia globale, il domani è per noi associato a un’idea di ‘sempre peggio’, dalla salute al lavoro, dal sesso alla socialità. Ecco: la instant-nostalgia contemporanea non riguarda tanto il passato quanto il rifiuto del presente. Un meccanismo di difesa in un periodo contrassegnato da lockdown e dalla solitudine. 

     

    E’ anche una ribellione contro l’enorme delusione dell'idea moderna, la storia come progresso, la scienza come salvavita, la tecnologia come rivoluzione, la realtà virtuale come invenzione di un’altra vita. E’ bastato un cazzo di virus per sgonfiare tutta la mongolfiera.

     

    MYKONOS CHAMPAGNE MYKONOS CHAMPAGNE

    Così, contagio dopo contagio, il Duemila che era iniziato con un’“epidemia della smania per il progresso” sta lasciando il posto a un’”epidemia globale di nostalgia” che implica il desiderio di "ricostruire la casa perduta". E l’anno trascorso, liquidato all’epoca come un kleenex sporco, di colpo ci appare ora invece ordinato. 

     

    masolino e susi cecchi d'amico con flaiano masolino e susi cecchi d'amico con flaiano

    E la divisione tra il bene e il male, il giusto e sbagliato, chiara. E siamo qui, per dimenticare il trauma, a ripetere il primo "manifesto della nostalgia" redatto dal primo poeta maledetto moderno, François Villon: "Dove sono le nevi d’un tempo che l’aprile ha disciolto?". 

     

    scatto di olympia in discoteca a mykonos scatto di olympia in discoteca a mykonos

    La fiaba della nostra infanzia è stata privata di un lieto fine. È ciò che ci spinge a tirar fuori il telefono all'una di notte e chiamare un amore dell’anno scorso perché abbiamo appena ascoltato "la nostra canzone" alla radio. Già. Se nulla si crea e tutto si rimpiange, diamo ascolto a Ennio Flaiano che in epoca non sospetta ironizzava: "Se il futuro ti pare così scuro, puoi sempre fare piani per il passato". 

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