La Notte dei Gufi in esclusiva su Dagospia
IL TRONO DEI CASAMONICA
Tria e il trono di spade. Per coprire i buchi imbarazzanti della manovra, salvare la faccia e liberare l'Italia dalla bocciatura europea ecco in soccorso la nuova mossa di Tria: vendere e mettere a bilancio il tesoro narco-kitsch dei Casamonica.
Pensiero stupendo, apparso ieri in Consiglio dei Ministri dietro quegli occhialoni un po' ragionier Filini del povero Tria che ha confessato di essersi illuminato quando ha visto Conte e Salvini estasiati all'apparire del cavallo rampante in cucina, il capolavoro più richiesto della collezione, già prenotato dalla Merkel per nobilitare il suo tinello da tedesca emigrata adesso che cresceranno le cenette esclusive con Macron per farsi il loro Fondo d'élite.
Tutto imbarcato. Troni e tigri discrete ma soprattutto la culla dorata, che neanche Nerone avrebbe rogato, sono già partiti per il Mercatino di Bruxelles (gestito da Juncker) come acconto per il reddito di cittadinanza. Si spiega così l'improvvisa ansia ruspante di Salvini alla Romanina per non sentirsi più Moscovici e i suoi ditini alzati predicare intorno. Una ruspa è per sempre, o almeno fino al rovesciamento del tavolo delle Europee.
GIUSEPPE CONTE NELLE VILLE CASAMONICA
Perché anche i sassi di via XX Settembre sanno che la manovra così com'è non regge visto che è tarata su una fantasmagorica crescita dell'1,5 che non esiste, forse solo nei primi script di Kubrick ma non sul pianeta Italia. È una promessa di panna, una manovra schiumata in tazza piccola, il resto son tutte chiacchiere e distintivo, senza avere Robert De Niro al governo. La verità è che ci stanno preparando l'Europa a loro immagine e supremazia: serie A, loro, e serie B noi, la Grecia e quattro portoghesi.
TRIA E MOSCOVICI
La nuova SuperChampions economica, altro che Perez e Agnelli. La serie B è uno stato mentale che ormai ci portiamo dentro e nelle aste sconsolate dei titoli pubblici che vanno deserte come il mare d'inverno. Il primo BTP indicizzato alla solitudine. Il nostro precario quadro macroeconomico si regge sul cavalletto che ci ha impostato Draghi ma resta delicato come un acquarello alle fauci di novembre.
La bava sfuma le attese e i rendimenti. Tria può anche dipingere la miglior congiuntura possibile ma era dal 2012 che non pioveva così. Magari tra un mesetto Draghi chiuderà pure l'ombrello ma l'Europa agli incoscienti non fa paura e Salvini tira dritto. Se Moscovici non fa sconti, noi pretendiamo il Black Friday sulla manovra!
DRAGHI TRIA