Estratto dell’articolo di Michele Masneri per “il Foglio”
matteo renzi moncler
[…] Matteo Renzi ha una sua genialità fiorentina riconosciuta. Mette insieme machiavellismo e commedia all’italiana e comprende che in politica e forse sui social il vuoto non è tollerato e dunque, alla caduta degli dèi instagrammatici, vedi Ferragni, si propone lui. E non tanto alle sfilate.
Vero che Renzi era alla kermesse dei piumini Moncler a St. Moritz nel fine settimana come un re di Instagram (Ferragni invece assente). Ma qui si tratta soprattutto del suo nuovo libro appena uscito, “Palla al centro. La politica al tempo delle influencer” che pare un attacco ai leader estemporanei di questi anni da metaverso ma in realtà, è chiaro, è una candidatura. Non alle europee o alla guida del leggendario Centro: ma a diventare lui il meglio influencer.
Se Ferragni ha perso le sponsorizzazioni degli occhiali della Safilo, dei diari della Pigna, e ovviamente dei pandori Balocco, bene, sappiate cari Pigna e Safilo e Balocco che potete contare su di lui.
MATTEO RENZI - PALLA AL CENTRO
Come ogni influencer sa bene, la prima regola dell’influencer è il vittimismo. Dunque ecco che il libro si apre con il racconto di una shitstorm, la gogna sui social: se non hai subìto una shitstorm non sei nessuno oggi, la shitstorm è l’avviso di garanzia della Prima Repubblica. In questo caso Renzi racconta di un post di “Chiara” ai tempi del ddl Zan, che apparve a firma della influencer lombarda, con la faccia di Renzi e la scritta: “Politici, fate schifo”.
La seconda regola degli influencer è avere una grandissima considerazione di sé (si parla infatti di vittimismo performativo, siamo vittime ma vittime speciali, fichissime). Renzi nel libro critica Giorgia Meloni che non è andata, a settembre, a un ricevimento con Biden a New York per andare invece, lo ricordiamo, a mangiare una pizza con sua figlia. Meloni gli risponde spiegandogli che lei non ha bisogno di andare a questi eventi, che lei Biden lo vede spesso.
chiara ferragni
Lì Renzi-influencer è molto turbato, tipo Fedez “dillo alla mamma-dillo all’avvocato” e allora ricorda che “è noto a tutti che durante la presidenza Obama l’attenzione della Casa Bianca verso l’Italia era notevole. L’invito che i coniugi Obama fecero ad Agnese e a me per lo State dinner conclusivo del mandato presidenziale fu interpretato dai commentatori di tutto il mondo come il segnale di una relazione speciale”.
La terza regola dell’influencer è che tutti sono influencer tranne te (gli influencer si presentano come “creator”, o “talent”, ma mai come influencer): ecco Renzi che stabilisce come Giorgia Meloni “è, per prima, un’influencer. E’ un’influencer persino più brava di Chiara Ferragni. E’ straordinaria nella comunicazione, perfetta nelle pause, abilissima nella scrittura dei post sia quando augura buon Natale agli italiani sia quando molla il padre di sua figlia con un tweet (scritto, ammettiamolo, in modo perfetto)”.
MATTEO RENZI E LA MOGLIE AGNESE SULLE NEVI DI ST MORITZ
Quarta regola degli influencer; si esprimono non più con la vetusta parola scritta, al massimo con “card”, meglio ancora in video. Ecco ieri che sull’ex Twitter l’influencer Renzi mette un video in cui c’è lui in un’ottima inquadratura, camicia bianca e giacca, e ricorda come Meloni sia “scappata dalla conferenza stampa coi giornalisti perché non aveva tempo”, ma poi “è salita al terzo piano di Palazzo Chigi per commentare il video dell’Esselunga con la pesca”, ed ecco piccoli spezzoni di Meloni.
Quinto, il lessico. “Giorgia Meloni è molto brava a cambiare argomento, ma noi l’abbiamo sgamata”, dice Renzi in versione “debunker” di Meloni, versione Lucarelli-Biagiarelli (anche il linguaggio colpisce, “l’abbiamo sgamata”, ci si aspettava in realtà “asfaltata” che è il participio preferito dell’agone influenceristico). Però, va detto, il debunking di Renzi su Meloni è gustoso.
MATTEO RENZI GIORGIA MELONI
Il debunking di Renzi versione Lucarelli-Biagiarelli mostra la Giorgia Meloni influencer che abbandona il G7 in Giappone per infilarsi gli stivaloni e precipitarsi nell’Emilia-Romagna alluvionata, con un fatale contadino lì pronto ad acclamarla (poi si scoprirà essere un militante di Fratelli d’Italia).
Giorgia e la sua intera narrazione dell’underdog… peccato che “è parlamentare alla quinta legislatura. Ha già votato per l’elezione di quattro presidenti della Repubblica, cosa che hanno fatto in pochissimi nella storia italiana. E’ stata la ministra più giovane della storia repubblicana grazie a Silvio Berlusconi. E’ stata la vicepresidente della Camera più giovane della storia repubblicana grazie a Gianfranco Fini, fino all’avvento di Luigi Di Maio che l’ha spodestata in questo ruolo grazie a Beppe Grillo. Questi fingono di essersi costruiti da soli, ma sono in realtà pupilli di leader che poi generalmente abbandonano”. […]
giorgia meloni ride alle battute di renzi in senato matteo renzi sfida giuseppe conte a un dibattito 2 MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI - ASSEMBLEA NAZIONALE DI ITALIA VIVA MATTEO RENZI