Massimiliano Del Barba per il “Corriere della Sera”
STAMPANTE 3D
A Cameri, meno di venti minuti di auto a nord di Novara, raccontano che, da quando hanno introdotto in linea di produzione le stampanti 3D, un pezzo che tradizionalmente era formato da 800 parti assemblate ora lo si monta utilizzando meno di quindici componenti.
Lo stabilimento piemontese della Avio Aero, società controllata dall' americana General Electric, produce eliche per le turbine dei motori degli aerei.
Qui è dalla fine del 2013 che si utilizza l'additive manufacturing : «Stampiamo eliche in alluminio di titanio - spiega l' ad di GE Italia Sandro De Poli - con performance termodinamiche equivalenti a quelle dei materiali convenzionali, ma con un peso ridotto della metà, tagliando di conseguenza il consumo di carburante e le emissioni dei velivoli».
STAMPANTE 3D
I PLAYER IN CAMPO
Lo scorso novembre GE ha annunciato l'apertura a Pittsburgh di una nuova divisione dedicata proprio alla stampa 3D con l' obiettivo di generare risparmi per 5 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
Ma la multinazionale statunitense non è l' unico player che sta puntando su questa tecnologia. La lista è articolata e, dal punto di vista settoriale, trasversale: da Lockheed Martin a Boeing, da Invisalign (salute) a Google fino all' olandese Luxexcel (ottica), sono in tanti a vedere nella manifattura additiva non solo una scorciatoia per la prototipazione rapida ma la più naturale evoluzione della fonderia novecentesca.
LA CRESCITA DEL MERCATO DELLE STAMPANTI 3D
GLI INVESTIMENTI
Uno studio di PwC segnala come già l' 11% dei big della manifattura globale abbia affidato parte della produzione alla stampa 3D. «Presto per parlare di rivoluzione - avvertono gli analisti della società di consulenza Gartner - dato che una tecnologia può definirsi mainstream solo quando il tasso di adozione raggiunge il 20%», eppure il fatto che dal 2014 a oggi un terzo degli investimenti in automazione e robotica effettuati dalle aziende statunitensi sia andato in additive manufacturing la dice lunga sul trend che stiamo vivendo.
«Essendo stata inventata quarant' anni fa, la stampa 3D non è certo una novità, inoltre startup e maker hanno contribuito ad aumentare la confusione in un settore sul quale si sono concentrate molte aspettative - ragiona Lucio Ferranti, general manager della bolognese Energy Group, specializzata nella vendita di questi sistemi -. Diciamo che c' è ancora molta strada da fare, soprattutto sui materiali e sulle dimensioni».
stampante 3d
EVOLUZIONE TECNOLOGICA
A oggi, infatti, una stampante industriale può produrre pezzi di massimo 40 centimetri per lato. «Solo due anni fa eravamo a 30 - ricorda De Poli - e le prospettive sono di arrivare al metro cubo nel 2019». Stesso sforzo profuso sulle polveri, la vera materia prima dei sistemi additivi.
Carbonio, resine, ceramica, metallo, materiali compositi: il campo alle sperimentazioni è oggi più che mai aperto, come dimostra l' attenzione per eventi come Technology Hub, la fiera dedicata ai materiali innovativi che si terrà a Milano dal 20 al 22 aprile. «In particolare - aggiunge Ferranti - si sta lavorando molto per migliorare i tempi di stampa, che per quanto riguarda i metalli sono ancora lenti. Difficilmente, comunque, la manifattura additiva potrà sostituire completamente i processi produttivi tradizionali, è una questione di costi».
ROBOT STAMPANTE 3D
Tema su cui sembra concordare anche il manager GE: «Non guideremo auto prodotte al 100% in additive. Al momento è difficile vederne una giustificazione economica. Certo, potrei essere smentito: d' altra parte, cosa dicevamo quarant' anni fa dei computer?».