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    UN ALANO IN CERAMICA, TAVOLO IN AVORIO E POI TANTO ORO - LA PACCHIANA VOLONTA’ DI POTENZA DEI CASAMONICA RACCONTATA NEL LIBRO DI NELLO TROCCHIA - LA COLLABORATRICE DI GIUSTIZIA DEBORA CERREONI: “I CASAMONICA HANNO LA NECESSITÀ DI DIMOSTRARE CHE SONO POTENTI E QUESTO, DAL LORO PUNTO DI VISTA, SI DIMOSTRA MEDIANTE RAPPORTI CON LE ALTRE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI E MEDIANTE L'OSTENTAZIONE DI UN LUSSO SFRENATO”


     
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    Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

     

    NELLO TROCCHIA - CASAMONICA NELLO TROCCHIA - CASAMONICA

    «Un alano in ceramica costa intorno ai cinquecento euro. La consolle dorata parte dai mille, a seconda della grandezza. (...) Non può mancare un tavolo avorio e oro da milleottocento euro con sedie in foglia d' oro da centosessanta al pezzo. Non bisogna dimenticare il divano, due posti, con cristalli e decori, con al centro una medusa, ovviamente in foglia oro, che vale millecinquecento euro.

     

    La tv per rivedere le proprie performance deve essere inserita in una cornice di legno e oro dal valore di cinquecento euro e poi una fontana con posacenere da interno per la modica cifra di duemila euro. Per finire, lampade e vetri di Murano, vetrinette veneziane, marmi. In bagno l' obbligatoria vasca con idromassaggio, laccata in oro come i rubinetti. In ogni angolo devono sentirsi re».

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    Il libro di Nello Trocchia «Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma», anticipava già alcune settimane fa il mondo orrido e pacchiano della famiglia rom emerso nei filmati di questi giorni dopo la retata che ha visto finire in carcere 23 persone. Oro, oro, oro: «I Casamonica», dice la collaboratrice di giustizia Debora Cerreoni, «sono malati di potere, hanno la necessità di dimostrare che sono potenti e questo, dal loro punto di vista, si dimostra mediante rapporti con le altre organizzazioni criminali e mediante l' ostentazione di un lusso sfrenato».

     

    donne casamonica donne casamonica

    La pagina Facebook di Luciano, uno dei capi della famiglia, «è una straordinaria vetrina». In una foto c' è lui, Luciano, con una Ferrari Testarossa. Indimenticabile la didascalia: «Il mio giolielo ferarri 458». Più analfabeta di un caucciù, ma milionario.

     

    «Dietro», però, c' era spesso l' inferno. «La mia storia è tremenda», si sfoga Sandra, nome di fantasia, ex amante di uno dei capibanda, «Ho pagato conseguenze enormi perché ho scelto di andarmene con mio figlio. Ho preso bastonate ovunque. Loro vanno in giro con le Ferrari, io prendo la morfina tutti i giorni. Mi hanno massacrata, mi hanno rotto sei volte le mascelle, quattro volte le costole. Io l' ho conosciuto già l' inferno e pure i diavoli. Per un periodo il mio ex aveva il divieto di avvicinarsi a me, per loro i divieti sono carta straccia. Veniva e mi menava...». E lo Stato? Per anni «alla legge non fregava niente. Così sono diventati grandi. Perché lo Stato li ha ignorati...».

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