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Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
La sfida per l’Europa si combatte con le regole del tutti contro tutti, imposte dal proporzionale. Ma per quanto la si tiri, da una parte e dall’altra, la coperta del sistema di voto non è larga abbastanza per coprire tutti gli scontri, le tensioni e i distinguo che dividono da settimane i leader della maggioranza di governo.
Il 9 giugno, quando chiuderanno le urne e usciranno i nomi di vincitori e vinti, la premier e i suoi vice dovranno ricucire in fretta gli strappi della campagna elettorale e Giorgia Meloni si sta già preparando. Giovedì sera la premier ha parlato a lungo con Antonio Tajani. Una discussione «franca e sincera», come si dice in questi casi, per placare il segretario di Forza Italia dopo il durissimo scontro con il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sul decreto Superbonus.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Mezz’ora al telefono. Confronto a tutto campo, dalle guerre alla politica interna. Il ministro degli Esteri ha rinnovato a Meloni la richiesta di una maggiore collegialità e ha lamentato la tendenza di Palazzo Chigi a procedere d’intesa con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, senza troppo curarsi della contrarietà degli alleati.
È successo nei giorni scorsi sul decreto Superbonus e sulla sugar tax e Tajani si è arrabbiato parecchio: «Come è possibile che io non ne sapessi nulla?».
antonio tajani giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt077
Eppure, nonostante non abbia condiviso «né il merito, né il metodo», il ministro degli Esteri già ieri mattina dietro le quinte del Business7 rassicurava: «Non ho litigato con Meloni e nemmeno con Giorgetti, con cui eravamo allo stadio assieme. Il problema ha riguardato un emendamento, non certo la strategia del governo. I rapporti di coalizione restano solidi».
Sarà.
Ma il «nuovo» Tajani, nella sua corsa a ostacoli per agguantare il 10% dei consensi in Europa e superare la Lega di Matteo Salvini, non si smarca solo sui dossier economici. Ieri il vicepremier è sembrato muoversi in controtendenza anche sui diritti civili.
Nella Giornata mondiale contro omofobia, transfobia e bifobia l’inquilino della Farnesina ha voluto incontrare i rappresentanti dell’associazione Globe Mae, la rete costituita da dipendenti Lgbt+ del «suo» ministero.
MAPPA DEI PAESI CHE HANNO FIRMATO LA DICHIARAZIONE SULLE COMUNITA LGBTQ IN EUROPA
«I diritti umani sono universali e inviolabili e devono essere sempre garantiti a tutti, senza distinzioni e discriminazioni», ha detto Tajani e ha chiesto al suo staff di mettere nero su bianco «il vivo auspicio che le relazioni consenzienti fra persone adulte del medesimo sesso siano depenalizzate in tutti i Paesi del mondo».
Peccato che nelle stesse ore in cui il leader di Forza Italia spronava l’Italia a battersi dalla Ue alle Nazioni Unite «contro ogni forma di discriminazione», il nostro Paese non firmava la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore della comunità Lgbt+.
[…] Tajani ha cercato di sdrammatizzare, sottolineando come le sue parole per la Giornata contro l’omofobia siano del tutto sovrapponibili a quelle di Giorgia Meloni, che ha indicato lo stop alle discriminazioni come «priorità di tutti». […]
antonio tajani foto mezzelani gmt45