BORSA 1
Vendite in tutta Europa sui mercati azionari ma anche sui governativi e sulle materie prime a cominciare dal petrolio. A meta' seduta gli indici continentali mostrano cali compresi tra l'1,5% e il 2,5% e i settori piu' colpiti sono i minerari, le banche e le auto mentre gia' si guarda Oltreoceano con i primi futures di Wall Street (-0,7% sull'S&P500 e -0,6% sul Dow Jones) decisamente in rosso e le possibili indicazioni sul fronte della politica monetaria Usa che potranno arrivare dagli interventi pubblici di diversi membri della Federal Reserve (in primis Dennis Lockhart, presidente della Federal Reserve di Atlanta).
JANET YELLEN
Piazza Affari e' la peggiore e arretra del 2,7% nel Ftse Mib visti le consistenti vendite sulle banche: -5% Unicredit, -4,3% Banco Popolare e -3,6% Bpm (che hanno ottenuto nel week end il via libera all'integrazione e potranno ora convocare le assemblee decisive per l'approvazione) e -4,3% Ubi.
Nell'industria petrolifera, pesante Saipem (-4,5%), giu' Eni (-2,8%). Flessione superiore al 4% per Telecom Italia con gli analisti timorosi sulle conseguenze del progetto Ue per azzerare i costi di roaming per gli utenti telefonici.
BORSA
Nel comparto industriale, flessione superiore al 3% per Fiat Chrysler mentre per Generali (-3%) sono arrivati i realizzi dopo una ottava vivace. Nel resto d'Europa attenzione su Linde (-7,9% a Francoforte) che ha interrotto i colloqui con l'americana Praxair per arrivare a una integrazione nel settore del gas industriale. L'effetto tecnico dello scorporo di Uniper piega del 15% circa il titolo Eon sul Dax30.
Tra le materie prime, il petrolio perde il 2% a New York a 45,01 dollari al barile mentre il Brent arretra dell'1,8% a 47,18 dollari. Si conferma il rafforzamento del dollaro americano nella prospettiva di un rialzo dei tassi Usa sempre piu' vicino: il rapporto euro/dollaro si attesta a 1,1223. In nett o recupe ro lo yen a 114,38 per un euro e a 101,99 per un dollaro.