Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera
GIOVANNI GALLI
«Il calcio è un gioco, la politica è una cosa seria che riguarda il destino di tutti noi, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Tra calcio e politica scelgo la politica anche se mi piace meno». Recentemente Silvio Berlusconi, già presidentissimo del Milan, ma anche primo ministro per ben tre volte, ha ricordato questa massima.
Ora non sappiamo se Giovanni Galli, Maurizio Zandegù e Sandro Tovalieri abbiano preso spunto da questa frase del Cavaliere, ma siamo al corrente che i tre sono scesi in campo. Saranno infatti candidati alle prossime Regionali e Amministrative del 20-21 settembre.
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In realtà, nel caso di Giovanni Galli, portierone di Fiorentina, Milan, Napoli, Torino, Parma, si tratta di un ritorno nel grande teatro della politica italiana. Il numero uno dei rossoneri di Arrigo Sacchi si era già cimentato con tanto di sfida con l'enfant prodige del centrosinistra.
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Correva l'anno 2009 e «Giovanni» in quota Popolo della libertà sfidava un giovanissimo Matteo Renzi per la corsa alla conquista del Comune di Firenze. Perse al secondo turno ma Galli ricorda ancora oggi quel 40 per cento che definisce «la vittoria più bella. Non ci sono Coppe dei Campioni che tengano».
E oggi? Oggi Galli ci riprova. Questa volta per il consiglio regionale della Toscana nel listino bloccato del partito guidato da Matteo Salvini. È diventato leghista? «Io sono e resto moderato. Ho detto subito a Matteo e a Susanna (Ceccardi, ndr ) che io sono io, faccio parte della Lega ma da indipendente».
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Quale allenatore le ricorda il Capitano? Galli sorride ma non svela se somigli più a Sacchi o ad Albertino Bigon. Di certo, ammette, «Matteo è uno che ci crede molto». E ci crede tanto anche Maurizio Zandegù, classe '54, cannoniere dell'Ancona alla metà degli anni 80 in Serie B. Ribattezzato «Zigo-Zigo» per i suoi dribbling, Zandegù dosa le parole manco fosse moroteo ed è non a caso candidato nella lista «il Centro» a sostegno del candidato di centrosinistra nelle Marche Maurizio Mangialardi. Un ex calciatore «democristiano»? «Sono un uomo di centro. La mia linea politica è: mai alzare la voce».
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Meno moderato, di sicuro nel soprannome, è invece Sandro Tovalieri alias il Cobra. Primo gol in serie A con la maglia della Roma contro il Napoli di Maradona. Oggi il Cobra, dopo aver indossato fra le altre, le maglia di Roma, Ancona, Bari, Atalanta, Reggiana, Cagliari, Sampdoria, è in lizza per un posto al consiglio comunale di Arezzo in una lista civica di centrodestra che si chiama «Civitas Etruria». E perché proprio Arezzo? «Arezzo - spiega - è la città che mi ha adottato quando avevo 19 anni. Ho compiuto lì i miei primi passi da attaccante.
Mancava una figura sportiva e hanno scelto me: il Cobra». Non è un calciatore ma è conosciuto nel mondo del pallone Gennaro Montuori, detto «Palummella», storico capo degli ultras della curva B del Napoli, che si è conquistato un posto nelle liste di Forza Italia per le Regionali in Campania. Tuttavia sembra non avere le idee molto chiare. Poco prima di candidarsi dichiarava: «La politica non mi piace tanto, la mia passione come tutti sanno è il Napoli. Sono un simpatizzante del centrodestra anche se ho stima per De Luca».
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