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La fotografa danese Mathilde Grafström aveva organizzato l’esposizione dei suoi scatti intitolati “Female Beauty” in piazza Nytorv, a Copenaghen. Davanti a un paio di capezzoli e fianchi morbidi però, la polizia si è irrigidita e ha negato il permesso, sostenendo che le foto sono “offensive”.
L’artista ha deciso di denunciare la mancata autorizzazione. In un canale danese racconta: “Le mie fotografie mostrano alle donne che sono più belle di quello che pensano. E più le dimostro che sono belle, più riescono ad accettarsi, più sono forti”.
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Sul suo sito scrive che il progetto “Female Beauty” mira a combattere una percezione negativa di sé. "Quando non pensiamo a noi stesse come piccole, noiose e brutte, allora iniziamo a brillare naturalmente di bellezza, vita e gioia”.
“Tutti gli esseri umani possiedono più bellezza in se stessi di quanto si rendono conto. E può essere tirata fuori in pochi giorni, se siamo disposti a lavorare su noi stessi e mettere in discussione tutte le convinzioni negative che abbiamo”.
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Le foto mostrano delle donne posare senza veli in una foresta, sommerse sotto un ruscello o abbandonate su una roccia. Confrontando il lavoro con una pubblicità della clinica di chirurgia plastica danese Nygart, la fotografa non riesce a trovare la differenza, o meglio: “I seni di Nygart sono di plastica. Le mie foto sono espressione estetica. È scioccante che le mie immagini sono considerate oscene, mentre quelle pubblicitarie non lo sono”.
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