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    SALVINI, TI VA UN NEGRONI? - LA PORNOSTAR VALENTINA NAPPI COMBATTE IL RAZZISMO LEGAIOLO SU FACEBOOK DEDICANDO A SALVINI LA SUA PRIMA “BLOWBANG” CON UN GRUPPO DI MAZZE BLACK - REPLICA: “SE LA RISPOSTA ALL’IMMIGRAZIONE E’ UN’ORGIA, ABBIAMO RAGIONE NOI”


     
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    Gennaro Morra per “il Mattino”

     

    Una polemica nata dieci giorni fa, quando Valentina Nappi, 23enne pornostar di Scafati, pubblica sulla sua fanpage di Facebook una foto in cui è circondata da un gruppo di ragazzi neri. «Matteo Salvini te la dedico, la mia prima blowbang in black», si legge nella didascalia associata all’immagine. Un riferimento fin troppo chiaro alla battaglia anti-immigrazione portata aventi dal segretario della Lega.

    VALENTINA NAPPI E I SUOI NEGRONI VALENTINA NAPPI E I SUOI NEGRONI

     

    Ovviamente, la fotografia fa il giro del web e Matteo Salvini qualche giorno dopo risponde alla provocazione, pubblicando anche lui un messaggio sullo stesso social network: «Se l’opposizione alla Lega Nord è rappresentata dalla pornostar Valentina Nappi, che si fa ritrarre su Facebook circondata da uomini di colore preannunciando un’orgia nel nome della clandestinità, allora siamo nel giusto».

     

    «Quello dell’immigrazione - racconta - è un falso problema. Le persone, quando sono in difficoltà, cercano di attribuire la responsabilità della loro condizione a qualcosa di esterno. Ci si crea un nemico - spiega la Nappi -. Per l'indebitata Germania pre-nazista, erano gli ebrei, ma anche gli zingari. Oggi sono "i tecnocrati", "le banche", "l'euro", "gli immigrati". Siamo ai livelli intellettuali di quelli che credono alla teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale».

     

    VALENTINA NAPPI E I SUOI NEGRONI VALENTINA NAPPI E I SUOI NEGRONI

    Idee chiare quelle della nuova star del porno, che Rocco Siffredi fece debuttare in un suo film nel 2012. E da allora Playboy e Penthouse le hanno già dedicato diverse copertine. Per la giovane campana anche il rifiuto dello straniero in nome della difesa dell’identità nazionale è una giustificazione che non può essere accettata: «Oggi si parla tanto di "preservare le nostre tradizioni", ma non ci si rende conto che esse sono nate perché, in passato, sull'identità ha prevalso la contaminazione, l'imbastardimento - sostiene -. Si pensi agli spaghetti al pomodoro: il pomodoro è americano, la pasta secca pare sia di origine araba.

     

    valentina nappi valentina nappi

    Se oggi qualcuno prende un piatto tipico regionale italiano e lo contamina con una preparazione cinese, fa qualcosa di analogo a quello che si fece per gli spaghetti al pomodoro. Ecco, razzismo è dire "qui siamo a Napoli e la pizza 'alla cinese' non la vogliamo!"».

     

    Alla città partenopea Valentina è molto legata, anche se è nata in provincia di Salerno. Sui continui episodi in cui Napoli e i napoletani vengono additati come cattivi esempi ha una sua teoria: «Ho l'impressione che i napoletani diano il loro peggio quando cercano l'identificazione, che è un aspetto della logica identitaria. Il tifo calcistico è una forma di identificazione. Viceversa, il meglio di Napoli consiste nell'essere una città "bastarda", la città delle contaminazioni, delle stratificazioni. È questo, e non la difesa di un'identità, che fa la ricchezza culturale. Le invasioni sono state una fortuna incredibile».

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    Di fronte a tali argomentazioni, che denotano una certa preparazione e passione viene il sospetto che ci sia la voglia di seguire le orme di sue illustri colleghe del passato come Moana e Cicciolina. E invece la Nappi esclude categoricamente una sua discesa in politica: «Non mi candiderò né ora, né mai. Faccio "politica" come chiunque esprima le proprie idee. Come può farla un attore o un cantautore».

     

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    Ma non si esime dal lanciare un’altra frecciatina al capo della Lega: «Ho l'impressione che Salvini - come molti leghisti - dovrebbe studiare un po' di logica e teoria dell'argomentazione. Perché in Italia il vero problema non è mica l'euro o l'invasione degli africani, il problema vero è l'ignoranza». Infine, un suggerimento a tutti gli esponenti politici: «La lotta all'ignoranza dovrebbe essere il punto principale del programma di un partito politico».

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