Gianluca Cordella per “il Messaggero”
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«Per molti ma non per tutti». Ecco, la pratica fisica per gli italiani da oggi sarà un po' come un celebre spot degli Anni 80. Il dpcm ha allentato le maglie del lockdown e subito ci si sono infilati runner e ciclisti, che avranno la possibilità di ispezionare parchi e strade cittadine scrollandosi di dosso la ruggine causata da due mesi di divano. Per tutti gli altri la situazione è più simile a un tunnel con la luce in fondo visibile ma con qualche giorno di strada ancora da percorrere. Gli allenamenti in tutti gli altri sport, infatti, sono stati autorizzati solo per gli atleti dichiarati da Coni, Cip e Federazioni di interesse nazionale. I tennisti della domenica o i calcettari del lunedì sera, insomma, dovranno ancora attendere. E parliamo di attese dalla durata molto diversa.
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DI CORSA AL PARCO
La fase 2 porta con sé prima di tutto la libertà di camminare e correre all'aria aperta. Podisti e runner hanno comunque l'obbligo di mantenere la distanza di sicurezza (un metro per le camminate, due per le corse). Si potrà correre in coppia solo se si condivide il tetto. Ci si potrà allontanare dalla propria abitazione, ma bisognerà portare con sé l'autocertificazione. L'unica difformità su scala nazionale riguarda le mascherine: in alcune regioni, come la Lombardia, andranno indossate anche durante la fase di sforzo. Con tutte le complicazioni che ne derivano in termini di respirazione.
IN SELLA
La situazione per i ciclisti è identica a quella dei runner: non si corre in gruppo, almeno due metri tra un ciclista e l'altro, nessun limite di percorso (a patto di restare all'interno della propria regione) e autocertificazione obbligatoria. La Federciclismo ha fissato poi una serie di regole da seguire: non condividere la borraccia, utilizzare fazzoletti monouso per il sudore, indossare occhiali e guanti e portare sempre con sé gel igienizzante.
RACCHETTE PER TUTTI
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Il tennis, per sue dinamiche, è lo sport ideale per il post quarantena: rischio di contatto quasi nullo e aria aperta. E infatti sarà una delle discipline a ripartire con maggior forza, nonostante il ministro Spadafora abbia indicato il 18 maggio come data per la riapertura di centri sportivi e palestre. La Fit ha allargato la base degli atleti di interesse nazionale, includendo anche gli Under 16, 14 e 12 nel giro dei centri periferici di allenamento. E poi molte Regioni, con le loro ordinanze più permissive, hanno dato il via libera alla riapertura dei circoli, anticipando il governo.
E' il caso della Sardegna e della Sicilia, ad esempio, che da oggi apriranno in cancelli anche ai tennisti della domenica. Anche la Federtennis ha pubblicato un vademecum per il giusto comportamento. Tra le norme non toccare le recinzioni del campo, usare il guanto per la mano non dominante, usare piede e racchetta per passare le palline all'avversario e fare la doccia a casa dopo l'allenamento.
ALL'ARIA APERTA
Gli sport individuali all'aria aperta hanno indubbiamente vita più facile. La Sardegna, ad esempio, ha dato il via libera anche ai circoli di tiro al piattello, atletica, equitazione, tiro a segno, vela e golf. Discipline abbracciate anche dalla Sicilia insieme alla canoa e al canottaggio. L'Abruzzo cita anche mountain bike, trekking, parapendio, arrampicata, tiro con l'arco e sport motoristici, come ad esempio i go kart. Non va dimenticato, però, che, salvo mosse diverse delle Regioni, la data per la riapertura di tutti i circoli resta il 18 maggio.
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PALESTRE E PISCINE
Semaforo rosso invece per palestre e piscine, a serrande abbassate almeno fino al prossimo dpcm. Gli ambienti chiusi e i maggiori costi di gestione e manutenzione degli impianti rendono più delicata la ripresa.
IL CALCETTO
Nulla da fare anche per lo sport amatoriale nazionale, il calcetto. Qui ovviamente la regola dominante è quella del divieto di assembramento che vale anche per basket, volley e tutti gli altri sport di squadra. Che si tratti di circoli, parchi o playground, questa è la ripresa che richiederà maggior tempo.
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