daniela santanche' e giorgia meloni – flash mob contro la fase 2
Pier Francesco Borgia per “il Giornale”
L'emergenza coronavirus ha fatto scoprire una nuova gradazione di sovranismo. Le giaculatorie di Giorgia Meloni hanno toni smorzati. Adesso la pasionaria della Garbatella declina un inedito aplomb. Il 30 aprile nell' aula di Montecitorio ha mostrato gli artigli senza affondare, aggiungendo nel suo intervento «contro» Conte e il suo «assolutismo» da Dpcm, una patina di elegante sarcasmo.
Togliendosi lo sfizio di ricordare al premier alcuni principi della democrazia parlamentare: «Conte viene in Parlamento dopo che ha fatto le sue conferenze stampa, dopo che ha emanato i suoi decreti, dopo che ha preso le sue decisioni. E di fatto noi abbiamo una democrazia sospesa, una Costituzione sospesa da ormai due mesi». Ma questa nuova (e austera) versione di sovranismo in casa Fratelli d' Italia sembra giovare anche in termini di consenso. In un sondaggio confezionato da Tecnè il partito della Meloni è in costante crescita da metà febbraio e si attesterebbe ora al 14,5% superando per pochi decimali il Movimento fondato da Beppe Grillo.
giorgia meloni con mascherina tricolore 1
Intervistata dall' agenzia Agi, ieri la Meloni è tornata a puntare l' indice contro i limiti della gestione dell' emergenza. «Mi chiedo che cosa stiano facendo i 450 esperti delle task force e i 65 membri del governo. In Italia si riesce a sospendere la Costituzione ma non la burocrazia. E quando abbiamo previsto e denunciato che la Cig non sarebbe stata pagata velocemente, ci hanno dato, anche qui, degli irresponsabili».
La Meloni si dice preoccupata soprattutto per la «desertificazione» del tessuto produttivo del Paese. «Chi è in grado di rispettare i protocolli di sicurezza stabiliti dal Governo- propone - deve poter riaprire, a prescindere dal settore». E torna a ripetere che i lavoratori e le imprese hanno bisogno di certezze: «Per questo abbiamo pensato al mantenimento della Cassa integrazione per tutta la durata dell' emergenza».
matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo 1
L'unico futuro a rassicurarla è invece quello che aspetta il centrodestra. «Da giorni - spiega - provano a dipingerci come coalizione spaccata, non sanno più che inventarsi per provare a dividere il centrodestra. Qualunque cosa faccia uno dei partiti dell' opposizione si scrivono pagine e pagine, esaltando divisioni e retroscena di ogni genere. Solleviamo le stesse critiche al Governo, abbiamo proposte concrete e compatibili se non, in alcuni casi, sovrapponibili».
GIORGIA MELONI CON LA MAGLIETTA IO SONO GIORGIA
«A volte non abbiamo la stessa visione, come nel caso del Mes - conclude la leader di Fratelli d' Italia -, ma è normale, altrimenti saremmo un unico grande partito. Non capisco dove sia la divisione se ciascun partito in base alla propria sensibilità, al proprio stile e alla propria fantasia promuove iniziative di protesta e manifestazioni in favore di determinate categorie sociali».