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La Premier va alla guerra contro la Fifa. E’ venerdì pomeriggio e non c’è traccia della deroga che Infantino ha chiesto al governo inglese per pacificare una situazione esplosiva: ai sudamericani che non hanno risposto alle convocazioni bloccati dai club di appartenenza non è consentito scendere in campo in campionato. E’ la regola dei “5 giorni”. Ma i club hanno deciso di fregarsene. Ignorano le minacce di sanzioni (tra cui è prevista anche la sconfitta a tavolino) e vanno avanti. Il Daily Mail scrive che schiereranno i giocatori “vietati”.
Sono 11 i giocatori convolti nella baruffa diplomatica: Alisson, Fabinho e Roberto Firmino del Liverpool, Raphinha del Leeds, Ederson e Gabriel Jesus del Manchester City, Thiago Silva del Chelsea e Fred del Manchester United. E poi ci sono l’attaccante messicano dei Wolves Raul Jimenez, l’attaccante del Paraguay e del Newcastle Miguel Almiron e Francisco Sierralta del Watford, cileno.
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I club si sono anche accordati tra loro e hanno deciso di restare uniti: le squadre avversarie non faranno ricorso contro i club “ribelli”. Insomma un fronte unito: la Premier s’impunta, e palesa l’alleanza politica con la Uefa di Ceferin.
Perché il contesto è importante: Fifa e Uefa sono due fronti opposti e si danno battaglia. Boris Johnson ha da tempo firmato un silenzioso sodalizio con Ceferin. Ed è anche per questo che nicchia davanti alle richieste della Fifa.
ceferin infantino
Tutto ciò – in attesa di altri clamorosi eventi – può avere delle ripercussioni anche sul Napoli. In teoria, allo stato attuale, il Napoli infatti non potrà impiegare in Europa League contro il Leicester Ospina, Koulibaly, Rrahmani e Osimhen. I quattro sono di ritorno da viaggi in Paesi che il Regno Unito ha inserito nella sua “red list”, e dunque prima di poter entrare in Inghilterra dovrebbero osservare una quarantena di 10 giorni. Il match al King Power Stadium è in programma giovedì: non farebbero in tempo. Sono quelli che Spalletti, in conferenza stampa, ha chiamato problemi burocratici.
La diplomazia è al lavoro, ma l’eventuale disponibilità del governo inglese a bonificare la situazione è frenata dalla guerra politica che si combatte a livelli più alti: la Premier sta con la Uefa, contro la Fifa. E il Napoli potrebbe fare la fine del danno collaterale.
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