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    SAMBA DO BRASIL - LA PROTESTA? IN FONDO A DESTRA: IL MOVIMENTO ANTI-DILMA SI SPACCA TRA ROSSI E NERI


     
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    Paolo Manzo per "La Stampa"

    Nelle ultime marce della «primavera brasiliana» la rabbia, gli insulti e le minacce si sono rovesciati con violenza sui manifestanti che indossavano le magliette del Partido dos Trabalhadores di Lula e Dilma. L'ultima manifestazione ieri, di fronte al Masp, il museo di arte moderna della centralissima Avenida Paulista, organizzata per protestare contro la Pec 37, un discusso progetto di legge che vuole attribuire alla polizia anche i poteri d'indagine, oggi prerogativa del pubblico ministero.

    SCONTRI IN BRASILE CONTRO IL MONDIALE DI CALCIOSCONTRI IN BRASILE CONTRO IL MONDIALE DI CALCIO

    Scene analoghe - bandiere rosse del Pt date alle fiamme da un gruppo di manifestanti di destra e rissa finale tra «rossi» e «neri» - le avevamo già viste la notte precedente, quella che ha portato in piazza un milione di manifestanti. Ieri a San Paolo erano molti meno, forse anche per la partita della Seleçao con l'Italia, ma la musica non è cambiata: il movimento nato dall'insoddisfazione su temi chiaramente «di sinistra» come il caro-vita, la riduzione delle tariffe del trasporto pubblico e maggiori investimenti nella sanità e nell'istruzione pubblica, ora è spaccato in due parti che oramai quasi si equivalgono e si odiano.

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    «Calma, abbatteremo Dilma con il voto nel 2014. Nessun colpo di Stato per togliere dal potere questa terrorista che non avrebbe mai dovuto diventare presidente», cerca di placare gli animi tra i conservatori più radicali Joao, uno del milione di fan iscritti alla pagina di Anonymous Brasil, la rete di hacker che, da giorni, sta gettando benzina sul fuoco per «cambiare la pelle» del movimento, traghettandolo da sinistra a destra. A quanto pare c'è riuscito e, se lo scorso 13 giugno i cinquemila manifestanti erano tutti indignati di sinistra delusi dal Pt, oggi la spaccatura quasi perfetta sembra essersi consumata.

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    Dallo slogan «Vieni in strada contro la tariffa» si è infatti passati a quello assai più ambizioso «Scendi in strada contro il governo», mentre oramai impazzano in manifestazioni i cartelli con sopra l'effigie del «divieto di sosta» trasformata in un «divieto di Dilma». Il Pt, da parte sua ha deciso di continuare a manifestare, con la base e senza bandiere, per raccogliere le istanze di sinistra del movimento ma, per il momento, appare in difficoltà.

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    Inutile infine l'appello lanciato dal movimento Passe Livre - il primo ad apparire sulla scena e che si batte per un trasporto pubblico gratuito e di qualità - «scendere in strada senza partiti non vuole dire essere contro i partiti», hanno ricordato ieri i suoi membri. Nessuno sembra averli ascoltati granché anche perché, il prossimo anno, si vota per le presidenziali.

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