Massimo Galanto per "www.tvblog.it"
oliviero beha
La Rai deve risarcire Oliviero Beha, il giornalista scomparso nel 2017. A confermarlo è la Cassazione, come rende noto Angelo Forgione, collega di Beha. Sulla sua pagina Facebook, Forgione ricostruisce la vicenda del rapporto professionale di Beha con la tv pubblica.
Si parte dalla sentenza della Corte di Appello di Roma che nel 2017, quattro mesi dopo la scomparsa di Beha, condannò la Rai a versare 180mila euro alla sua famiglia, riconoscendo che il giornalista “era stato demansionato dall’azienda tra il 2008 e il 2010, anni di fuoco del processo a Calciopoli, pur avendo un contratto da caporedattore con Rai Sport“.
Forgione spiega, non senza alcuni incisi polemici:
il cavallo della rai di viale mazzini
La causa, ovviamente, l’aveva intentata lui da vivo, perché, più che demansionato, era stato proprio neutralizzato, escluso dall’attività redazionale e relegato a compiti marginali. Dopo quella sentenza, la Rai avrebbe potuto evitare di ricorrere in Cassazione, come richiesto dalla segreteria della Commissione di Vigilanza Rai, così rispettando la memoria di un professionista scomparso e ormai non più fastidioso. Sarebbe stato un gesto di rispetto, se non di scuse, per la memoria del giornalista e per la sua famiglia, ma l’Azienda decise di proseguire la sua squallida battaglia.
BEHA 4
Forgione prosegue dando conto della recente notizia della sentenza della Cassazione che, di fatto, ha confermato i 180mila di risarcimento alla famiglia Beha:
Un paio di giorni fa è giunta la sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso della Rai e ha confermato la sentenza d’Appello del 2017. Inutile dire che si tratta di servizio pubblico, e pertanto i danni sono anche a carico dei contribuenti, ma il vero problema è etico, e attiene al diritto allo svolgimento dell’esercizio informativo, nonché al dovere, quello a cui la Rai non ha ottemperato, anche evitando di informare sull’esito della causa stessa.
oliviero beha
Trovare la notizia sul web non è facile, e dispiace che Beha non abbia mai potuto vedere riconosciute giudiziariamente le sue rivendicazioni.
Dava assai fastidio all’italico sistema la sua voce libera, senza compromessi, graffiante e per questo urticante. Un Maestro di Verità con l’etichetta di giornalista scomodo nel paese dell’ipocrisia, il più osteggiato e censurato di tutti i giornalisti italiani dell’ultimo trentennio. Il primo, in Italia, a fare inchiesta nel mondo del calcio.
A pesare sulla sorte professionale di Beha è stata la vicenda di Calciopoli:
oliviero beha
La sua visione del processo a Calciopoli era scomoda e perciò era stato zittito. Per lui era una farsa per limitare i danni, e aveva perfettamente ragione, perché non era stata solo la Juventus di Umberto Agnelli e dei fidi Moggi e Giraudo a manovrare ma anche l’Inter di Moratti e Facchetti, e poi oltre.
La pensavo esattamente alla stessa maniera e perciò lo contattai nel 2014, mentre scrivevo il manoscritto per il mio futuro libro Dov’è la Vittoria sul mondo del pallone sgonfiato. Glielo feci leggere in anteprima e lui, apprezzando il complesso lavoro, mi concesse il privilegio di una sua prefazione, e anche quello di dialogare sul prezzo che pagava da tempo per raccontare la verità. Mi disse che si sentiva calpestato come professionista e come uomo.
Era “serenamente” convinto di essere stato inserito in una “lista nera” di indesiderati, visto che ogni volta che veniva invitato in una trasmissione finiva per essere estromesso all’ultimo momento. Sapeva di essere boicottato dai mediocri ma potenti che lo odiavano, e mi fece anche qualche nome… di donna… che gli aveva vietato l’accesso in redazione.
OLIVIERO BEHA
Nel 2014 Beha aveva raccontato anche in tv di essersi sentito trattato come un “fastidio” dalla Rai e aveva attaccato Andrea Vianello, allora direttore di Rai3. Per la cronaca, la famiglia di Beha ha comunicato di aver deciso di devolvere in beneficienza quanto riconosciuto dal tribunale.
oliviero beha BEHA il cavallo della rai di viale mazzini 1 viale mazzini Oliviero Beha Torre Rai