FRANCESCO SPECCHIA per Libero Quotidiano
foa salini
Siamo al deja vu. La Rai torna alla sua ciclica pochade finanziaria: l'indebitamento. Il Covid e la crisi hanno fatto retrocedere la notizia a poche righe in cronaca, ma le ultime parole del comunicato del Cda di viale Mazzini che ha appena approvato la semestrale è lapidario:
«Al 30 giugno la posizione finanziaria netta risulta negativa per 275,9 milioni (-239,1 milioni al 30 giugno 2019)» e «l'indebitamento finanziario di gruppo registrerà per effetto della citata contrazione dei ricavi, un'ulteriore crescita, rimanendo comunque su livelli di sostenibilità».
il cavallo della rai di viale mazzini
Sì certo, c'è un "leggero utile" (4,8 milioni di euro) per il Gruppo «in lieve miglioramento rispetto ai 3,3 del precedente esercizio». Ma per l'esercizio del 2020 si prevede «una perdita, ancorché su un livello più contenuto rispetto alle previsioni iniziali». numeri preoccupanti Cioè: la Rai continua a perdere soldi.
Al punto che due consiglieri, Rita Borioni e Riccardo Laganà, un tantinello preoccupati, si sono astenuti sulla stessa semestrale «in cui il contributo di 40 milioni, previsto per gli anni 2019 e 2020 inserito in legge di bilancio, risulta tuttora iscritto nel documento economico finanziario Rai (come prevedono le regole per la corretta redazione dei bilanci) ma non è ancora stato erogato dallo Stato, e non ve ne è certezza alcuna». Del diman non v' è certezza
fabrizio salini marcello foa
Ma il punto vero è: come diavolo fa la tv di Stato ad essere sempre più indebitata nonostante introiti l'83% del canone d'abbonamento oramai direttamente inserito nelle bollette degli italiani? E si badi che l'anno scorso eravamo allo stesso punto: a causa dei flussi di cassa negativi e dell'ulteriore debito, l'agenzia di rating Moody' s aveva abbassato «da stabile a negativo le previsioni sui rating della tv pubblica italiana», avvertendo che l'indebitamento, da quelle parti era progressivo. Profezia realizzata. Non che ci volesse un genio.
Certo la Rai - l'abbiamo scritto- può giustamente lamentare che l'extragettito che i cittadini pagano per il servizio pubblico venga usato dal Ministero dell'Economia per altre, diciamo, "finalità". Lo Stato, in pratica, incassa circa 2 miliardi di euro attraverso il canone in bolletta, trattiene però circa 350 milioni.
RITA BORIONI
Ogni famiglia paga 90 euro attraverso la bolletta ma nelle casse di viale Mazzini ne arrivano 74, e lo Stato si prende 16 euro, il 18%. Di quei soldi non v' è traccia, né si conosce la loro destinazione (dovrebbe essere reinvestiti, per legge, nel servizio pubblico informativo). Ok. Va bene tutto. flusso di denaro Però, il flusso di denaro nella cassa della Rai è continuo, senza l'evasione dal canone.
Quindi, che fine fanno i soldi? Azzardo. E se dessimo un'occhiata non tanto ai programmi-evento che possono costare da 600mila al milione a puntata ma che sono coperti dalla pubblicità; quanto, per esempio, ai singoli contratti del settore "intrattenimento", roba da 1- 1,5 milioni a cranio con coté surreali (per esempio la Clerici è stata disoccupata con cachet di 1,5 milioni)?
MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI
O guardassimo le decine di programmini esterni appaltati con share microscopiche ma con costi da 50mila euro a puntata in su? Se facessimo un po' di spending review anche su qualche vicedirettore di testata/dirigente che guadagna ancora 240mila l'anno mentre il resto della PA tira la cinghia?
E se evitassimo che il montaggio di un tg non diventi una costosissima odissea burocratica? E se richiedessimo sì, l'extragettito ma - come diceva un vecchio dg Rai, Agostino Saccà- per una riforma profonda Rai a sostegno di tutto l'audiovisivo, del Fus, e dei giornali ne delle tv locali in agonia continua ora da Covid?
RICCARDO LAGANA' viale mazzini fabrizio salini marcello foa