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    IL GOVERNO PRENDE FISCHI PER FIASCHI – LA REINTRODUZIONE DEL REDDITOMETRO PER SCOVARE GLI EVASORI, PREVISTA DAL DECRETO A FIRMA DEL MELONIANO LEO, SCATENA LE IRE DI FORZA ITALIA E LEGA. TAJANI: “VA ABOLITO”. SALVINI: “NO AL CONTROLLO DELLA SPESA DEGLI ITALIANI IN MODALITÀ GRANDE FRATELLO” – LA DUCETTA, CHE NON SI PUÒ PERMETTERE UNA POLEMICA SULLE TASSE A POCHI GIORNI DAL VOTO, SCARICA LE COLPE SUL SUO VICEMINISTRO (“ORA COME CORREGGIAMO?”) E ANNUNCIA MODIFICHE AL TESTO – LA DIFESA DI LEO: “È UN INTERVENTO INEVITABILE PER RISOLVERE UN VUOTO NORMATIVO”


     
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    1 - MELONI, SE NECESSARI CHIEDERÒ CAMBIAMENTI SUL REDDITOMETRO

    giorgia meloni 3 giorgia meloni 3

    (ANSA) - "Sull'ultimo decreto recentemente varato dal Mef che negli intendimenti delimita l'azione di verifica dell'amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il Vice Ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli". Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni in merito al cosiddetto redditometro.

     

    2 - TAJANI, REDDITOMETRO NON FUNZIONA, NE CHIEDERÒ ABOLIZIONE

    (ANSA) - "Il redditometro non funziona: è uno strumento obsoleto e superato che piace alla sinistra e crea un sacco di contenziosi. Farò di tutto perchè venga abolito. Al prossimo Consiglio dei ministri presenterò la proposta di abrogarlo. Ne parlerò con Leo e ne chiederò l'abolizione". Lo afferma il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani a margine di un seminario alla Farnesina.

     

    3 - SORPRESA REDDITOMETRO

    Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per “La Stampa”

     

    maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti

    Torna il redditometro. Per scovare gli evasori, il Fisco potrà mettere sotto la lente le spese dei contribuenti e scoprire così se hanno pagato correttamente le tasse. La novità è scattata con il decreto ministeriale del 7 maggio, pubblicato lunedì scorso in Gazzetta Ufficiale a firma del viceministro dell'Economia Maurizio Leo, ed è subito montata la polemica.

     

    Nel caso in cui le spese riscontrate dall'Agenzia delle entrate superino del 20% il reddito dichiarato dal contribuente, scatterà in automatico l'accertamento del Fisco ma prima dell'avvio è previsto un contraddittorio per chiarire le eventuali incongruenze.

     

    antonio tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

    Questo strumento era stato messo a punto nel 2015 cl governo Renzi, ma era stato sospeso nel 2018 quando il governo Conte 1 aveva stabilito che serviva un nuovo decreto con dei paletti, per limitare al minimo le intrusioni nella vita dei cittadini. Ora questo strumento rispunta, ma crea malumori nella maggioranza. […]

     

     «Controllare la spesa degli italiani in modalità Grande Fratello non è il metodo migliore per combattere l'evasione» hanno fatto sapere fonti da via Bellerio, sede milanese della Lega. «Non c'è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti» ha subito precisato il viceministro Leo. Per provare a risolvere la disputa ha concordato con la Presidenza del Consiglio di relazionare in materia al prossimo Consiglio dei ministri, venerdì.

     

    MAURIZIO LEO MAURIZIO LEO

    L'attenzione è sull'elenco di voci che il Fisco potrà da adesso in poi esaminare per stanare gli evasori. Sono suddivise in quattro macrocategorie: consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti. Per fare qualche esempio, riguardo alle spese per consumi, il Fisco potrà analizzare le uscite per abbigliamento, alimentari e bevande ma anche per consumi energetici (acqua, riscaldamento, luce e così via).  

     

    Nella lista ci sono anche le spese per l'istruzione dei figli, fino ai giocattoli per i bambini e agli abbonamenti per le pay-tv. E anche le uscite per visite mediche e farmaci. In sintesi emerge un livello di controllo molto dettagliato e invasivo, che pone quesiti anche sulla privacy dei cittadini […]

     

    4 - MELONI RESTA SPIAZZATA E SCARICA LE COLPE SU LEO "ORA COME CORREGGIAMO?"

    Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Luca Monticelli per “La Stampa”

     

    giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

    Un pasticcio, che sarebbe stato sanato senza troppo rumore se non fosse avvenuto a due settimane dal voto. E invece Giorgia Meloni si ritrova, per l'ennesima volta in pochi giorni, a ricucire una frattura all'interno della maggioranza, per una scelta che porta la firma di Fratelli d'Italia e che lei stessa ha subito.

     

    È sempre il fisco il campo di battaglia in cui i partiti del centrodestra arrivano allo scontro. A una settimana dalla spaccatura in Senato sul Superbonus e la Sugar tax, la coalizione di governo litiga sul nuovo redditometro, […]

     

    Stesso schema: come la tassa sugli zuccheri, anche il redditometro è stato demonizzato dalla destra per anni. Un paradosso per Meloni, già alle prese con chi le rinfaccia altre giravolte. Adesso però a causare il cortocircuito è stato un uomo di FdI, il fidatissimo viceministro all'Economia Maurizio Leo.

     

    maurizio leo giorgia meloni maurizio leo giorgia meloni

    E così se la settimana scorsa aveva convinto Giorgetti a rinviare di un anno ancora la Sugar tax, ieri ha chiamato Leo, prima chiedendogli cosa stesse succedendo, e poi di assumersi pubblicamente la responsabilità, correggendo la rotta. Anche questa volta, però, la moral suasion meloniana non si rivela risolutiva. […]

     

    Il decreto ministeriale del Mef è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio scorso, quindi la polvere covava sotto il tappeto già da qualche giorno, ma la polemica è deflagrata ieri mattina. Il primo a reagire è il leader azzurro Antonio Tajani che chiama direttamente Meloni per chiedere spiegazioni. Poi interviene Matteo Salvini, incredulo di poter sfruttare così agilmente, in chiave elettorale, un inciampo del partito alleato.

     

    MAURIZIO LEO MAURIZIO LEO

    Il leghista, che dieci anni fa parlava del redditometro come «roba da regime comunista o fascista», lancia un segnale ai suoi ed è il capogruppo a Palazzo Madama Massimiliano Romeo a puntare il dito contro Leo: «Il provvedimento è suo, deve spiegare».

     

    Meloni non si aspettava una misura come questa a pochi giorni dal voto. Non vuole restare col cerino in mano ed essere accostata a uno strumento contro l'evasione che nel 2021 definiva uno strumento «della peggiore persecuzione fiscale messa in piedi dai governi tecnici della sinistra contro cui – prometteva – ci batteremo in Parlamento».

     

    matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

    Nel primo pomeriggio, dopo un confronto molto duro con Leo, sono proprio fonti di Palazzo Chigi a trasmettere una nota del viceministro che prova a giustificarsi: «Non è il vecchio redditometro, siamo intervenuti fissando dei paletti a garanzia del contribuente». Insomma, la tesi che circola dentro FdI è che ci sia stato un difetto di comunicazione, «non vedrete Leo con il fucile puntato contro i contribuenti», sottolinea il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato di FdI. A chi lo accusa di non essersi confrontato con gli alleati, il viceministro si difende: «Il provvedimento è stato condiviso con le associazioni dei consumatori, l'Istat e il garante della privacy».

     

    GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

    Leo sostiene che l'intervento fosse inevitabile per risolvere un vuoto normativo nell'azione dell'Agenzia delle entrate per effetto di una sentenza della Corte dei conti del 2019, ma per ricucire, al Consiglio dei ministri di venerdì la premier Meloni ha deciso che lo stesso Leo sarà presente per una relazione. E in quella sede, Forza Italia e Lega pretenderanno una norma (ieri si parlava di un Dpcm, il decreto del presidente del Consiglio) per correggere il decreto ministeriale. […]

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