Paolo Mastrolilli per www.lastampa.it
conte macron
Nell' agenda del presidente Trump, almeno fino alla vigilia del G7 cominciato con la cena di ieri sera, c' erano incontri bilaterali formali con tutti gli altri leader del vertice, tranne il premier italiano Conte. Ieri sera Palazzo Chigi assicurava che stava lavorando per un colloquio, ufficiale o informale come quello avvenuto l' anno scorso in Canada, e il capo della Casa Bianca non aveva motivi forti per evitarlo. Ma il fatto che non sia stato richiesto e organizzato in anticipo è un dato oggettivo, che rischia di simboleggiare non solo l' isolamento del capo uscente di Palazzo Chigi, ma anche la debolezza del nostro Paese durante un vertice caratterizzato da temi tanto importanti quanto divisivi.
boris johnson merkel macron conte
Naturalmente l' Italia è al tavolo e potrà far sentire la sua voce. Fonti di Palazzo Chigi hanno affermato che durante la riunione di ieri pomeriggio per il coordinamento tra i leader europei la crisi di governo non è stata discussa, anche se nei giorni scorsi il presidente francese Macron non aveva mancato di sottolineare che il nostro Paese meriterebbe una guida più efficace. Proprio il capo dell' Eliseo, sempre secondo fonti vicine a Conte, si sarebbe complimentato con lui per il lavoro svolto in Libia, mentre la Merkel ha accolto in maniera calorosa il premier dimissionario, che peraltro in un video fonte di polemiche le aveva anticipato i suoi problemi con il ministro degli Interni Salvini.
conte macron brigitte
Il problema è che i lavori ufficiali del G7 sono piuttosto ingessati, e in assenza del negoziato tra gli sherpa perché quest' anno Macron ha rinunciato in anticipo al comunicato finale, le vere discussioni concrete sui dossier specifici si svolgeranno nel contesto privato dei bilaterali. Al netto dell' appuntamento con Trump, con cui ha parlato una decina di minuti a margine della cena di ieri sera, il capo di Palazzo Chigi aveva in programma di vedere solo il britannico Johnson tra i colleghi del vertice, più invitati esterni come l' egiziano Sisi, con cui ha discusso di Libia e caso Regeni, il sudafricano Ramaphosa e l' australiano Morrison.
Macron ha detto che nel bilaterale con Trump, oltre all' onnipresente disputa su commerci e dazi, discuterà di Libia, Siria, Ucraina, Iran e Corea del Nord. Con l' eccezione forse di Pyongyang, tutti gli altri sono temi riguardo cui Roma ha interessi nazionali specifici, su cui rischia di essere scavalcata dagli altri. Per certi versi sarebbe stato complicato essere più al centro dell' attenzione, perché alla vigilia i consiglieri di Trump hanno descritto in maniera contenziosa le agende dei bilaterali con gli europei: la delicata trattativa commerciale post Brexit con Johnson; l' eliminazione delle barriere europee alle compagnie americane con Macron; i finanziamenti alla Nato e la riduzione della dipendenza dall' energia russa con Merkel. Quasi meglio non esserci per un Paese che finora, ad esempio sugli investimenti nella Difesa, era stato risparmiato dagli attacchi di Trump.
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Da fonti diplomatiche che hanno frequentato l' Italia negli ultimi tempi, però, si è raccolta anche la sensazione che la recente visita di Salvini a Washington non abbia convinto del tutto. È stata notata la sua volontà di un aggiustamento delle posizioni, in particolare rispetto alla Russia, ma si tratta di un processo ancora da vedere che potrebbe pesare su eventuali ruoli futuri. La solitudine di Conte, in altre parole, rischia di avere per l' Italia un significato che va oltre le naturali incertezze della transizione in corso. Pao. mas.