Estratto dell’articolo di Andrea Palladino per “la Stampa”
Il fratello di Teodoro e Adriano Tilgher
Quando Adriano Tilgher, il vero erede politico di Stefano Delle Chiaie, si è visto consegnare il decreto di perquisizione con l'accusa di violazione della Legge Anselmi, deve aver avuto un piccolo brivido. La mente, probabilmente, è tornata alla figura del padre Mario, tessera numero 84 della loggia P2.
L'accusa arrivata dalla Dda di Caltanissetta è una sorta di ricorso storico per l'esponente della disciolta Avanguardia nazionale, un filo conduttore che lo lega al passato. Era il 14 dicembre 1979. Roma, via Alessandria, strada residenziale elegante che corre parallela alla Nomentana, si anima all'improvviso. La polizia entra negli scantinati dello stabile al civico 129, una bella palazzina d'epoca.
Adriano Tilgher
È il covo romano condiviso dai Nar e dalla organizzazione d'area Terza posizione. All'interno c'è un vero arsenale, pistole, fucili, mitra, munizioni. Non era però solo una base militare della destra eversiva. In quello stesso palazzo c'era la redazione di una sconosciuta rivista, Confidentiel, pubblicata in Italia, Spagna e Francia. A dirigerla era Mario Tilgher, il padre di Adriano, che da dieci anni era di fatto il reggente di Avanguardia nazionale.
[…] Tilgher padre aveva i contatti giusti nella capitale; già da un paio d'anni era un membro di livello della loggia P2, il gruppo riservato che includeva generali, ministri, imprenditori e pezzi dei servizi segreti. Non era l'unico esponente della destra radicale ad amare i gruppi massonici. Licio Gelli in quegli stessi anni aveva curato e gestito stretti rapporti con i gruppi eversivi toscani, attraverso Augusto Cauchi, il terrorista nero finanziato dal gran maestro di Villa Wanda, come ha ricostruito la commissione Anselmi.
stefano delle chiaie
Lo stesso Delle Chiaie, secondo la testimonianza dell'avanguardista storico Vincenzo Vinciguerra, aveva rapporti più che cordiali con l'avvocato Gianantonio Minghelli, segretario amministrativo della P2, uno dei primi nomi di affiliati emersi molto tempo prima della scoperta degli elenchi a Castigion Fibocchi.
La love story tra la destra avanguardista e le logge non si è fermata dopo la chiusura dell'esperienza pidduista. Subito dopo la sua scarcerazione del febbraio del 1989 Stefano Delle Chiaie rimette in moto la macchina politica erede dell'esperienza di Avanguardia nazionale. […]
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Incontra senza dare troppo nell'occhio pezzi importanti del Fronte della gioventù, come Gianni Alemanno, mentre il suo fidatissimo Adriano Tilgher lavorava ai fianchi il partito all'interno delle sezioni romane, come raccontano alcune informative dei servizi d'informazione inserite nei fascicoli delle inchieste sulle stragi.
Alla fine, opta per la creazione di una nuova organizzazione, la Lega nazional popolare. Il suo campo di conquista diventa la Sicilia e soprattutto la Calabria, regioni ad alta densità mafiosa. Siamo nel 1992 e inizia la storia recente dei suoi rapporti con Cosa nostra, oggi al vaglio delle Dda di Caltanissetta e di Firenze. Sarà un'inchiesta di qualche anno dopo, Sistemi criminali, a far luce sulla nuova organizzazione di Delle Chiaie, dove – secondo quanto ricostruì alla fine degli anni '90 la Dda di Palermo – confluirono esponenti di Cosa nostra, della ‘Ndrangheta e della P2, la vecchia conoscenza di Tilgher senior. Nel registro degli indagati venne iscritto anche il nome di Licio Gelli.
licio gelli
Nel 2000 il procedimento venne archiviato, ma i fascicoli sono poi confluiti in altre indagini, come il processo ‘Ndrangheta stragista. Mafia, logge segrete e fez.
Gli ingredienti di buona parte delle pagine più tragiche della storia italiana sono oggi tornati con l'inchiesta della Dda di Caltanissetta, distretto che ha la competenza sui reati che vedono protagonisti – o vittime – i magistrati palermitani. È dunque la Procura che dal 1992 indaga sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio e che dal 2021 ha un fascicolo pesante, difficile.
Sulla scena della strategia libanese di Cosa nostra, del tritolo piazzato sotto l'autostrada e nel cuore della città, è riapparsa la figura più misteriosa dell'eversione nera, Stefano Delle Chiaie. Morto nel settembre del 2019, per lo Stato italiano è un quasi incensurato, con un'unica condanna per ricostituzione del partito fascista. Sempre assolto dalle accuse di stragi. Nessuno lo ha mai indagato per la sua attività al fianco dei torturatori della narcodittatura boliviana di Luis García Meza Tejada nel 1980 o per i servizi prestati alla polizia segreta di Pinochet.
stefano delle chiaie
Il 30 giugno scorso la DDA di Caltanissetta ha depositato una documentazione integrativa alla richiesta di misure cautelari, focalizzata sull'attività di Adriano Tilgher, di fatto l'erede politico di Delle Chiaie. Ed è qui che rispuntano le organizzazioni segrete, i contatti riservati e gli elenchi di nomi da tenere nascosti.
«La volontà di operare una sorta di dossieraggio con finalità di intimidazione dei magistrati 'scomodi', ovviamente secondo un'ottica fascista», annotano gli investigatori. Vecchi vizzi che tornano. Di questa storia inquietano però i nomi dei contatti alti che i membri dello strano "Osservatorio" sulla magistratura vantavano di avere. I
Pm nisseni ci tengono a spiegare che non ci sono – almeno al momento, perché immaginiamo che l'inchiesta prosegua, nonostante la discovery – riscontri e il tutto potrebbe essere una mera vanteria, un millantato credito. Il punto è decisamente importante, visto che Tilgher & C. parlavano apertamente di incontri con il circolo ristretto della premier Giorgia Meloni, seguendo un filo diretto con i palazzi romani che oggi contano.
via della scrofa an e msi
Un mondo in fondo non così lontano dall'erede di Delle Chiaie, frequentatore della sede della fondazione di Alleanza nazionale, in via della Scrofa. Da quelle parti è apparso ad esempio l'11 aprile del 2019, durante il premio Caravella, assegnato quell'anno all'attuale ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Nei filmati dell'evento lo si vede seduto nel pubblico, mentre in fondo alla sala un altro pezzo storico dei Avanguardia, Serafino Di Luia, sulle note della canzone "Budapest" di Leo Valeriano, si commuove e non resiste […]