DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Giovanna Gallo per www.cosmopolitan.com/it
Lindsay Lohan è un'attrice in rinascita, volto di romance amatissimi e prossima a tornare sullo schermo col sequel di uno dei suoi film più famosi, Quel pazzo venerdì. Paris Hilton fa la dj, è sempre un'icona e ha messo su famiglia: oggi sembra essere pienamente se stessa, senza artifici ed eccessi, col marito Carter Reum e i figli Phoenix e London. Britney Spears continua a combattere con i suoi demoni, anche se ce la sta mettendo tutta per non affondare. Oggi sono donne compiute ognuna a suo modo, con alle spalle 20 anni e oltre di carriera e molte vite diverse vissute sotto i riflettori sin da quando erano ragazzine.
Nei primi anni Duemila, quando essere una it-girl era uno status e non solo un'attitudine acquisita per auto-investitura e si lanciavano mode che oggi diamo per scontate (come farsi i selfie: Paris fu la prima a scattarsene uno con Britney nel 2006), l'amicizia tra queste ragazze - all'appello mancano Nicole Richie, grande amica di Hilton e co-protagonista, insieme a lei, del docu-reality A Simple Life tutto incentrato sulla vita di due ereditiere teenager e Kim Kardashian, che nei primi anni Duemila muoveva i primi passi nello showbiz - era considerata parecchio controversa: osavano, le bad girl di Hollywood 2Yk, andarsene in giro a fare clubbing, vestivano in modo troppo sopra le righe, si divertivano insieme spendendo e spandendo (erano ricche: potevano farlo senza pensieri). Un'onta troppo pesante per la stampa americana, che infatti le aveva prese di mira e le descriveva come party girls senza alcun ritegno o eleganza.
Oggi le chiameremmo baddie, celebreremmo la loro libertà di movimento, il loro imporsi su mode e pregiudizi senza paura degli sguardi altrui. Nei primi anni Duemila la stampa, soprattutto quella americana, le dipingeva invece come cattive ragazze senza possibilità di replica: fare festa fino al mattino, finendo col farsi beccare alla guida in stato di ebbrezza (da Khloè Kardashian a Lindsay Lohan ci sono passate tutte), mostrarsi frivole e spensierate (chi stava meglio di Paris e Nicole, a quei tempi?), persino seguire le mode era indice di eccessiva leggerezza, in certi casi (anzi, sarebbe meglio dire sempre) persino di scarsa intelligenza.
La Santa trinità, come anni dopo Paris avrebbe definito le protagoniste della foto di gruppo in macchina, ovvero le amiche Lindsay e Britney, non era in realtà un covo di ragazze terribili pronte a distruggere camere d'albergo, sfondarsi di droghe e alcol e portare zizzania a Hollywood, bensì un gruppo di auto-aiuto. Lo ha raccontato nel 2023 Spears nel suo memoir The Woman in Me, in cui ha svelato che quelle feste leggendarie, quell'aura da bad girls, in realtà erano solo una maschera.
«La nostra amicizia non è mai stata trasgressiva come la stampa la dipingeva», ha scritto Britney nella sua biografia, aggiungendo di non aver «mai avuto problemi di alcolismo», solo un addiction da Adderall che le serviva per cancellare il suo malessere depressivo, in quegli anni già incalzante. E dell'amica Paris, definita «la persona più gentile del mondo» ha scritto: «In America la definivano una party girl, ma io la trovato elegante anche nel modo in cui posava sui red carpet o in quello in cui inarcava le sopracciglia quando qualcuno era cattivo con lei».
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