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'KAMALA E BRAT' - KAMALA HARRIS RICEVE L'ENDORSEMENT DALLA POPSTAR CHARLI XCX...
Estratto dell'articolo di Alice Valeria Olivieri per “Finzioni”, il mensile di “Domani”
CHARLI XCX
C’è una domanda che mi tormenta nel caldo di questa estate. Sto vivendo una brat summer? […] Me lo chiedo da mesi, dalla fine della primavera del 2024, per la precisione, ossia da quando Charli xcx ha pubblicato il suo sesto album in studio dal titolo brat, dando vita a un trend che, per para-citare gli Offlaga Disco Pax, è come l’universo: in espansione.
Tanti altri quesiti sorgono spontanei dopo così poche righe di testo per chi a questo punto dell’anno non ha idea di chi sia Charli xcx e non ha mai sentito la parola «brat», una condizione che, con dovuta misura, potrei anche invidiare. Soprattutto nell’era della gnoseologia iper-soggettiva: se non conosco qualcosa, quel qualcosa non esiste, e se quel qualcosa non tocca il mio algoritmo, probabilmente non la incontrerò mai. […]
charli xcx brat
Fino a un certo punto, sembrava anche il destino di brat, quello di rimanere nella sua area di consumo, ma le cose sono andate diversamente. E quindi, tornando al principio, cos’è la brat summer e perché ora ne parla anche il Tg1?
[…] Partiamo dalle basi. Charli xcx è la mente, la voce e l’immagine su cui si fonda la brat summer, un fenomeno che, secondo autorevoli riviste di musica come Pitchfork, è già morto, durando appena ottanta giorni, quelli che sono serviti a far sì che il mondo dei media mainstream – o i boomer, che dir si voglia – se ne appropriasse,[...]
Ma procediamo con ordine: Charli xcx, al secolo Charlotte Emma Aitchison, è la quintessenza dell’estetica millennial, a partire dal nome d’arte, scelto in quanto nickname che utilizzava su MSN Messenger. […] Nata a Cambridge nel 1992, comincia a diffondere la sua musica su MySpace, altro baluardo della cultura digitale della GenY: non passa molto tempo prima che diventi la colonna portante dell’hyperpop – sottogenere del pop e dell’elettronica diffuso perlopiù su SoundCloud – incoronata direttamente dalla rivista simbolo della generazione avocado, American Apparel e Harry Potter, ossia VICE.
charli xcx billie eilish 8
In Italia, il suo non è un nome particolarmente evocativo per il pubblico generalista, sia per quanto riguarda le classifiche che per la popolarità del personaggio, a differenza del resto del mondo, dove invece ha un posto nell’industria musicale di tutto rispetto. […] Il vero salto di qualità, quello che l’ha resa un argomento di conversazione a livello globale, arriva però con brat. E qui entriamo nel vivo della faccenda.
CHARLI XCX
È importante sapere che brat è un titolo, certo, ma anche una parola ricca di significati che si presta a molteplici interpretazioni. Dal Cambridge Dictionary: «a child who behaves badly or one you do not like», un bambino capriccioso, viziato, monello. Per estensione, una ragazza cattivella che si comporta come una mocciosa, smorfiosa, una di quelle che, per citare l’antico precetto, vanno dappertutto, a differenza delle brave che invece vanno solo nel noioso paradiso.
Dunque, un passo decisivo per capire l’essenza della brat summer, è comprendere cosa porta con sé questo termine che, risemantizzato dal connubio estetico di musica e immagine, converte i suoi tratti negativi in connotati positivi. […]
charli xcx
La copertina di brat, un quadrato verde acido con una scritta volutamente semplice in caratteri Arial, quasi sciatta per la sua essenzialità, conferma la sensazione di noncuranza e coolness che questo progetto vuole esprimere. Come a dire, siamo troppo impegnati a essere fighi per poterci mettere pure a pensare a un artwork decente. Chiaramente, dietro questa idea grafica c’è invece il lavoro di un prestigioso studio di New York lungo cinque mesi. , quelli necessari per selezionare la giusta gradazione di verde e il font che sarebbero diventati la base di un meme, massimo riconoscimento in termini di rilevanza internettiana.
Le tracce del disco sono quindici, alcune come Apple sono diventate un trend su TikTok con tanto di coreografia annessa, i testi citano film di culto degli anni zero – Mean Girls, Spring Breakers – e fanno riferimenti all’essere donna trentenne nel mondo di oggi, tra allusioni dirette alla cocaina e riflessioni sul diventare madre. La musica è sexy, ammiccante, pop, elettronica, festaiola e intimista, un po’ Daft Punk un po’ Lady Gaga, un po’ Boiler Room un po’ rave, luoghi di formazione di Charli xcx.
[…] Nella cultura pop contemporanea, non basta avere un film, una canzone o un nome per emergere nell’oceano di proposte con cui si nutrono piattaforme e feed. Serve la sinestesia, l’opera d’arte totale, audio-video-manifesto, serve il moodboard da usare per i social, il colore con cui scegliere le emoji, il modo di interpretare il mondo che un prodotto, una volta diventato virale, ti può dare.
la pagina x kamala hq con il banner in stile brat
E dunque, senza nessun preavviso, scopriamo che Kamala Harris è brat. Non solo perché così ha decretato Charli xcx, rilanciata da Harris, nei giorni in cui la candidata dei democratici americani spopolava su internet per la sua metafora evocativa pescata da un vecchio monologo; «Do you think you just fell out of a coconut tree? You exist in the context of all in which you live and what came before you» è la frase tormentone, al punto da far diventare parte della campagna elettorale non solo brat ma anche le emoji di una noce di cocco e di una palma, per completare il quadro iconografico. Kamala è brat perché Trump non è brat, e così si può andare avanti all’infinito, nel gioco in cui non ci sono regole se non una sola, ossia quella di aver compreso cosa voglia dire brat.
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E non c’è niente di più coinvolgente su internet dell’idiosincrasia linguistica che diventa meme, trend, thread, copypasta, challenge, o qualsiasi altro espediente emulativo di massa. Più un concetto è difficile da spiegare, più è un inside joke, più la grande comunità digitale nutre il flusso della viralità che, come nel caso di brat, arriva a esondare fino alle rive calme e con un solo strato di senso – o layer, come si dice sul web – dei telegiornali e dell’informazione mainstream.
Dunque, chi è e chi non è brat? Charlotte Brontë è brat, Katy Perry non è brat. Julia Fox è brat, Kanye West non è brat. In una mia personale tabella di bratitudine, direi che Vincenzo De Luca è brat, Chiara Ferragni non è brat, Federica Sciarelli è brat, Pino Insegno non è brat. Chloë Sevigny è brat, Taylor Swift non è brat, nonostante Charli xcx abbia istruito a dovere i suoi fan su questo tema: supportarsi tra donne è brat, mettersi in competizione l’una contro l’altra no. […]
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Insomma, la bratness o ce l’hai o non ce l’hai, e qui torniamo alla domanda iniziale. Come faccio a sapere, […] che livello segnerà il brat-metro alla fine della mia estate? Mi sto impegnando abbastanza per far sì che questa sia per me una brat summer?
Guardare Techetechetè mangiando ghiaccioli alla menta davanti al ventilatore è brat? Rispondere alle mail di lavoro in pieno agosto è brat? Forse la risposta a questo interrogativo estivo ha qualcosa di parmenideo. Il brat è, e non può non essere brat, il non-brat non è brat e non può essere brat. E forse, nel momento in cui ci si comincia a chiedere se si è brat, si smette di essere brat, sempre se lo si è mai stati.
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