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    SI APRE UN’ALTRA CREPA NEL GOVERNO: LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA SPACCA LA MAGGIORANZA, È LITE SULLE INTERCETTAZIONI – LA LEGA VUOLE FRENARE GLI ASCOLTI A STRASCICO, IL M5S - AL GRIDO PIÙ TROJAN PER TUTTI - VORREBBE ALLARGARLI – SALVINI E’ ARRIVATO A DEFINIRE "INCIVILE" LA PUBBLICAZIONE DI CONVERSAZIONI PRIVATE DI PURO GOSSIP - A DIVIDERE CARROCCIO E 5 STELLE ANCHE LA DURATA DEL PROCESSO PENALE


     
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    Marco Conti per www.ilmessaggero.it

     

    luigi di maio matteo salvini luigi di maio matteo salvini

    I grillini da quando sono al governo lavorano per chiudere giornali e radio, ma quando si tratta di intercettazioni scoprono la libertà di stampa. «Giornalisti, pubblicate tutto» era ieri il titolo del post pubblicato sul sito del M5S. Più che una difesa del lavoro giornalistico, il post rappresenta una sorta di altolà alla Lega che intende inserire nel pacchetto giustizia del ministro Alfonso Bonafede, anche la riforma degli ascolti a strascico.

     

    Dopo mesi di attesa il Guardasigilli ha ora l'occasione di presentare a palazzo Chigi un vero e proprio capitolato di riforme, sulla materia di sua competenza, che vanno dalla modifica del processo penale ai meccanismi di nomina del Csm. Nulla sulle intercettazioni, anche se l'argomento è stato in un certo senso trattato dal ministro Bonafede che, appena insediato, ha rinviato il decreto legislativo del suo predecessore Orlando che regolava l'uso dei trojan e istituiva una sorta di udienza filtro per eliminare il gossip.

    luigi di maio matteo salvini giuseppe conte luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

     

    A fine luglio la proroga scade, ma Bonafede ha già pronto un nuovo rinvio. Malgrado lo scandalo che ha travolto il Csm offra un'occasione importante per il governo di metter mano su una giustizia che fa acqua da tutte le parti, è probabile che non si cavi un ragno dal buco dal vertice serale convocato per mercoledì da Conte a palazzo Chigi. Oltre ai ministri Bonafede e Bongiorno, è possibile che l'incontro venga allargato ai leader dei due partiti, ma le posizioni restano super-distanti. Garantista quella della Lega, molto giustizialista quella del M5S il quale - al grido più trojan per tutti - vorrebbe allargare gli ascolti.

     

    Parlando ieri al Corriere la ministra leghista Giulia Bongiorno è invece andata in tutt'altra direzione auspicando «sanzioni» per chi pubblica gossip non rilevanti per l'inchiesta, e chiedendo un freno alle intercettazioni a strascico. Ovvero alla tecnica del ti ascolto tanto poi qualcosa trovo per trasformarti in imputato.

     

    tria di maio salvini conte tria di maio salvini conte

    Su questo punto Salvini nei giorni scorsi è stato netto definendo «incivile» la pubblicazione di conversazioni private di puro gossip. Una distanza siderale tra M5S e Lega e il tema giustizia, sommandosi a quello dei conti pubblici, aumenta la fibrillazione nella maggioranza mettendo a rischio la tenuta della legislatura. Anche perché tra gli elementi del contendere c'è anche la durata del processo penale con la Lega che vuole termini perentori per le indagini preliminare in modo da arginare l'abolizione della prescrizione deglutito mesi fa con molta fatica.

     

    MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

    Nella Lega sono finiti i tempi di Matteo Brigandì, ma non un sostanziale istinto garantista che ha spinto anche l'attuale gruppo parlamentare a condividere, per esempio, il disegno di legge dell'azzurro Enrico Costa sull'ingiusta detenzione, che in settimana arriverà nell'aula della Camera, e che di fatto permette di aprire un'azione disciplinare sul magistrato che ha tenuto ingiustamente in carcere un imputato nella fase delle indagini preliminari.

     

    Malgrado il fuoco di sbarramento del M5S, il testo arriva in aula e potrebbe diventare la cartina di tornasole dei rapporti interni alla maggioranza. L'incontro di mercoledì a palazzo Chigi avviene anche sulla spinta del Quirinale che, nel mezzo della bufera e nel tentativo di restituire alla magistratura il prestigio «incrinato» dallo scandalo, è intervenuto nei giorni scorsi per voltare pagina, aprendo alla riforma delle procedure di elezione del Csm e convocando per ottobre l'elezione per sostituire i consiglieri dimessi. Nel contratto di governo si parla di una «revisione» del sistema di elezione del Csm. Un obiettivo che anche il governo Renzi aveva nel suo programma. Una serie di tentativi di riforma che confermano come alla fine tutti sapevano già prima del caso Palamara che il criterio per nominare il Csm è quello della lottizzazione con tanto di riunioni e incontri alla luce. Alcuni oggi scoperti, tanti altri rimasti negli anni nascosti.

    alfonso bonafede alfonso bonafede

     

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