Marco Giusti per Dagospia
kenneth branagh e jude hill belfast
Festa del Cinema di Roma. Sì. È piuttosto bello "Belfast", opera più personale di memorie in bianco e nero, con qualche accenno di colore, scritta e diretta da Kenneth Branagh dopo i suoi successi nella riscrittura live dei classici Disney.
belfast 1
E, in generale, devo dire che gli ha fatto bene la cura Disney, pensiamo solo a come dirige il piccolo protagonista biondo Jude Hill nel ruolo di Buddy, o a come risolve qualsiasi tragedia con toni favolistici, anche se un po' di zucchero deve essergli rimasto fra le dita.
jamie dornan belfast
Zucchero acchiappaoscar, preciso, ottimo per 4 o 5 nomination sicure, meno digeribile per farne un autore importante alla Ken Loach, ovvio. E infatti qua e là esagera non poco, con l'offerta ai suoi attori pur strepitosi, come Ciaran Hinds e Judi Dench nel ruolo dei nonni di Buddy, ma anche alla mamma di Caitriona Balfe, bravissima, di momenti di grande recitazione strappacore e strappanomination.
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Ma nel gioco, almeno per un po' ci caschiamo volentieri, anche perché questi intensi momenti di recitazione compensano una certa leggerezza di sceneggiatura. Malgrado un'ambientazione cosi forte, la Belfast povera del 1966 con i protestanti che vogliono cacciare i cattolici, che sono spesso i loro vicini, malgrado una bella idea scenografica di quartiere dove si muove il piccolo Buddy tra casa dei suoi e casa dei nonni, scuola e cortile, non c'è una grande storia da raccontare. Il padre, Jamie Dornan, che lavora in Inghilterra, vorrebbe portarli lì al sicuro. Ma Buddy non vuole lasciare i nonni e poi c'è una bimbetta, Catherine, che progetta di portare sulla luna. Inoltre che vita da poveri irlandesi avrebbero in Inghilterra?
belfast il film di kenneth branagh
Anche se tutte le scene col nonno Ciaran Hinds sono divertenti e commoventi, adoro anche quando Buddy va al cinema a vedere Raquel Welch in "Un mille di anni fa" a colori, e i colori si specchiano negli occhiali della nonna, o vede due grandi western della nostra infanzia come "L'uomo che uccise Liberty Valance" di John Ford e "Mezzogiorno di fuoco" di Fred Zinneman, che sembrano adattissimi alla situazione di guerra civile e di scelte morali. Lo ritroveremo agli Oscar, fidatevi.
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