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ISTITUTO DERMOPATICO DELL IMMACOLATA
Continua il calvario della Sanità vaticana, martoriata da scandali e spesso preda di gestioni economicamente compromesse. Dopo lo stop alle trattative per la vendita del Fatebenefratelli al gruppo milanese San Donato della famiglia Rotelli, nel caos è un altro storico presidio sanitario, l’Idi di Roma (Istituto dermopatico dell’Immacolata) che proprio Papa Francesco aveva voluto salvare all’inizio del suo pontificato. L’Istituto dermatologico di fama mondiale fu già messo in sicurezza dal cardinal Tarcisio Bertone, dopo un fallimento dovuto alla gestione dei frati che tra debiti e perdite era costato più di 600 milioni di euro.
Alessandra Todde
Il governo italiano decise di mettere la struttura in amministrazione straordinaria. Con la Santa Sede venne concordato un piano di pagamenti di oltre 50 milioni di euro da restituire ai creditori dell’ospedale. Con l’arrivo di monsignor Pietro Parolin alla Segreteria di Stato si decise di decapitare la governance della struttura entrando in una sorta di Sanitopoli che in pochi anni ha visto succedersi diversi presidenti, ma soprattutto bruciare i 50 milioni messi originariamente a disposizione da Bergoglio, Nonché altri 20 donati dalla Papal Foundation. Risorse che hanno ripianato le perdite di gestione, ma che non hanno permesso di rispettare le scadenze debitorie con lo Stato italiano.
ISTITUTO DERMOPATICO DELL IMMACOLATA - AMBULATORI
L’INCONTRO TRA LA VICEMINISTRA M5S TODDE E IL SEGRETARIO DI STATO PAROLIN
Ora che l’Idi è nuovamente sull’orlo di una crisi finanziaria, Parolin ha chiesto un intervento per ridurre il debito a carico dell’ospedale del 50%, scontando ai frati oltre 25 milioni di euro che verrebbero sottratti alla procedura straordinaria e ai creditori che persero molti soldi già all’epoca del salvataggio.
Per tentare questa strada un consigliere del Segretario di Stato ha pensato di convocare Alessandra Todde, viceministra grillina del ministero dello Sviluppo economico, legata ai frati attraverso l’amicizia di un consulente laico, il manager Antonio Macciotta, che nel 2013 aveva patteggiato tre anni per il fallimento del Policlinico Città di Quartu. L’incontro, avvenuto al palazzo apostolico, è andato bene per la Segreteria di Stato.
Infatti Todde ha dato garanzie di attenzione e di disponibilità al taglio dei debiti dell’Idi, che sarebbe stato sostenuto anche dai commissari responsabili della procedura fallimentare. Cosa che avrà fatto girare nella tomba Beniamino Andreatta, ministro del Tesoro che impose alla Santa Sede di pagare i debiti del fallito Banco Ambrosiano.
pietro parolin bergoglio
IL MINISTRO GIORGETTI ALL’OSCURO DELL’INTERESSAMENTO DELLA SUA VICE AL CASO
Tutto risolto dunque? Mica tanto. Manca infatti l’approvazione del ministro competente, ovvero Giancarlo Giorgetti. Il quale però era all’oscuro di tutto, anche dell’intromissione della sua viceministra pentastellata in temi e relazioni che hanno sempre caratterizzato la sua leadership.
Resta chiaro che in presenza di una riduzione del debito ingiustificata, a scopi elettorali, i creditori potranno senz’altro ricorrere alle sedi giudiziarie per evitare danni che hanno già portato all’arresto e condanna di religiosi colpevoli di aver sottratto e distorto risorse dall’ospedale, destinate ad acquisti di ville e beni di lusso sequestrati dal tribunale di Roma.
ISTITUTO DERMOPATICO DELL IMMACOLATA
Sembra proprio che i cardinali non vogliano capire che la linea di Francesco è cambiata e che non si può nascondere al Papa la verità tentando soluzioni maldestre che vengono prima o poi a galla provocando, oltre che la sua ira, conseguenze che non saranno affatto piacevoli.
giancarlo giorgetti
Intanto in Idi gira già il documento di 18 pagine che al punto 5, paragrafo 4, determina la riduzione del debito con una operazione saldo stralcio e un risultato di esercizio in utile. In barba alla considerazione che i debiti non sono stati pagati, e che se fossero stati mantenuti gli impegni l’ospedale avrebbe registrato una netta perdita.