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    MARA FAVRO E IL PASSATO OSCURO CON LA MALA ALBANESE DELL’EX CAPO DELLA DONNA SPARITA L’8 MARZO! VINCENZO MILIONE E’ INDAGATO PER OMICIDIO E OCCULTAMENTO DI CADAVERE DELLA DONNA SCOMPARSA IN VALSUSA. NEL 2012 LA CONDANNA A DIECI ANNI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE “IN UN’ORGANIZZAZIONE FINALIZZATA A COMMETTERE DELITTI DI RIDUZIONE IN SCHIAVITÙ E IN MATERIA DI PROSTITUZIONE” - MILIONE “ERA L’ANELLO DI COLLEGAMENTO”CON LA MALA ALBANESE…


     
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    Elisa Sola per lastampa.it

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    Tremila euro. Questo era il valore di Greta, ragazza di nemmeno vent’anni. Comprata in Albania, portata in Italia con le altre schiave del sesso. E a un certo punto, quando non serviva più, rivenduta ad Olbia al miglior offerente. A tremila euro, non un soldo in più.

     

    La storia di Greta, e quella di molte altre ragazze ridotte in schiavitù, è descritta nelle pagine di una delle sentenze di condanna a carico di Vincenzo Milione, l’ex capo di Mara Favro, la donna di 51 anni scomparsa da Susa l’8 marzo.

     

    Milione, che ha 45 anni, è il gestore della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte. L’ultimo locale della Val di Susa dove Mara, prima di svanire nel nulla, ha lavorato per otto giorni.

     

     

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    Il gestore di Don Ciccio, che si fa chiamare Luca, è stato iscritto sul registro degli indagati dalla procura di Torino per omicidio e occultamento di cadavere. Secondo gli investigatori potrebbe essere collegato alla sparizione della donna. «Mara ha una figlia di nove anni e l’amava immensamente, non se ne sarebbe mai andata, l’hanno uccisa», dicono tutti a Susa da quattro mesi.

     

    Da qualche giorno, dunque, Milione è formalmente indagato. È sospettato delle stesse ipotesi di reato anche Cosimo Esposito, l’ex pizzaiolo di Milione. Ha 37 anni. Dopo che Mara è scomparsa si è licenziato e ha lasciato Susa. Pare che nessuno in valle sappia dove si trovi.

     

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    Milione invece è sempre rimasto dov’è. Nella sua pizzeria. Dorme al piano di sopra. E il motivo per cui non si può spostare, di cui non ama parlare, è che è considerato “pericoloso” dal tribunale di sorveglianza di Torino, che ha stabilito per lui la misura che gli impedisce di allontanarsi da casa dalla sera all’alba. È scattata dopo che Milione, nel 2021, ha finito di scontare l’ultima condanna. Dieci anni di carcere inflitti dalla corte d’assise di Cagliari per associazione a delinquere «con il ruolo di partecipe e lo stabile inserimento in un’organizzazione finalizzata a commettere delitti di riduzione in schiavitù e in materia di prostituzione». «Milione poteva contare sull’aiuto della criminalità organizzata», precisano i giudici, che scrivono: «Era l’anello di collegamento» con la mala albanese.

     

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    È un’inchiesta enorme. E l’ex capo di Mara Favro era stato coinvolto insieme a una dozzina di albanesi e italiani. Tutti avrebbero fatto parte dell’associazione criminale di calibro medio alto, in grado di importare e smerciare in Italia cocaina ed eroina. E di comprare ragazze - in Romania ed Ungheria - corrompendo funzionari per fare avere loro permessi di soggiorno. Le ragazze, sbarcate in Italia, volavano ad Olbia. Erano le schiave del sesso della Gallura. Secondo il tribunale, era Milione a sceglierle personalmente in Romania e a gestire la tratta, con l’ex moglie e altri condannati. E sarebbe stato lui a trovare case e clienti.

     

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    L’esperienza nel gestire le prostitute, Milione l’avrebbe maturata in vent’anni. Le prime due richieste di rinvio a giudizio a suo carico per reati di prostituzione sono del 2002 e del 2003. Asti e Alba le città in cui avrebbe messo in vendita le ragazze dell’Est. La condanna più alta è quella della corte d’assise di Cagliari: dieci anni nel 2012. Milione, secondo i giudici, aveva stretto alleanze con gli albanesi prima per il narcotraffico, poi per le prostitute. Non aveva paura dei boss. In un’ambientale dal carcere di San Vittore del luglio 2004, Milione parla delle minacce degli albanesi alla sua famiglia. Alla madre dice: «Se per caso li incontri quei bastardi, dici: Luca sta facendo la galera per voi, ma state sicuri che quando esce, vi fa pagare a tutti».

     

    Adesso però, in Val di Susa, è tempo di silenzio. L’indagine su Mara Favro è a un punto di svolta. E questa volta i reati che fanno ombra su Milione sono i più gravi previsti dal codice penale.

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