Fabio Tonacci per repubblica.it
pierluigi boschi
Non c' è pace per chi ha occupato le poltrone del consiglio di amministrazione di Banca Etruria negli anni del grande sfascio. Dopo le multe di Bankitalia nel 2014 e nel 2016, emesse a seguito delle due famose relazioni ispettive che ne scoperchiarono il dissesto, ora è il turno della Consob.
L' Autorità di vigilanza dei mercati finanziari chiede a trentatré ex-consiglieri qualcosa come 2,5 milioni di euro in sanzioni amministrative. Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria Maria Elena Boschi, dovrà sborsare di tasca propria 120.000 euro, a meno che i suoi avvocati, con le memorie difensive, non riescano a smontare, o per lo meno a mitigare, le accuse.
sede consob
La Consob contesta ai consiglieri degli ultimi due Cda della vecchia Banca Etruria, nel periodo tra il 2011 e il 2015, tre operazioni su cui la Consob stessa, col senno del poi, avrebbe dovuto fare qualcosa di più e intervenire tempestivamente, visto che le autorizzò. Parliamo dell' emissione nel 2013 delle obbligazioni subordinate in due tranche per un totale di 120 milioni di euro: titoli che si sono inceneriti in mano ai risparmiatori che li avevano sottoscritti a causa del decreto Salva banche del governo Renzi.
Secondo la Consob l' emissione aveva delle anomalie, e ora contesta agli ex amministratori di aver piazzato sul mercato le subordinate assegnando all' operazione un profilo di rischio "medio- basso", quando invece doveva essere "alto" date le condizioni finanziarie in cui si trovava l' istituto aretino. Per la gestione delle obbligazioni, l' ufficio sanzioni della Consob ha inviato due multe distinte.
maria elena boschi
Scorrendo l' elenco, troviamo l' ex presidente Giuseppe Fornasari (115.000 euro), il suo successore Lorenzo Rosi (90.000 euro), l' ex dg Luca Bronchi (120.000 euro) e Pierluigi Boschi (90.000 euro) in qualità di "consigliere d' amministrazione dal 3 aprile 2011 al 3 maggio 2014, nonché vicepresidente del Cda dal 4 maggio 2014 all' 11 febbraio 2015 e membro del comitato esecutivo dal 22 febbraio 2013 all' 11 febbraio 2015".
La terza contestazione riguarda l' aumento di capitale da 100 milioni di euro che fu deciso dai vertici di Etruria nel giugno del 2013 e che risultò del tutto insufficiente a metterne a riparo i conti.
Due anni più tardi, infatti, venne prima commissariata e poi fallì. Sul perché fu decisa proprio quella cifra girano versioni diverse: gli ex amministratori si sono sempre difesi dicendo che era "concordata" con Bankitalia, mentre secondo gli enti di vigilanza era solo "auspicata" sulla base delle informazioni sulla solidità della banca aretina disponibili in quel momento. Le multe della Consob, solo per questo fatto, ammontano nel complesso a 630.000 euro: 80.000 euro Fornasari, 30.000 euro Rosi, 80.000 euro Bronchi, 30.000 Boschi senior.
pier luigi boschi
Per adesso i 33 ex consiglieri non devono ancora metter mano al portafogli, perché i loro legali hanno mandato le controdeduzioni alla commissione Consob (cui spetta la parola finale). Solo dopo il vaglio ed eventuali correzioni si avranno le cifre definitive. In ogni caso, uno schiaffo per chi guidò Banca Etruria, perché già Bankitalia gli ha chiesto circa cinque milioni di euro.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 7