Andrea Bonanni per “la Repubblica – Affari & Finanza”
corte costituzionale tedesca
Che la sentenza della Corte costituzionale tedesca contro il "Quantitative easing" della Bce richiedesse una risposta prima di tutto da parte del governo di Berlino era chiaro fin dall' inizio. Che questa risposta prendesse la forma di una drammatica revisione della tradizionale posizione della Germania sulle questioni europee era molto meno prevedibile. Ma così è stato.
Merkel, Macron Ursula
L' establishment politico tedesco ha preso la sentenza dei giudici di Karlsruhe molto più seriamente di quanto abbiano fatto le istituzioni europee. Bruxelles e Francoforte si sono limitate, con ragione, a sottolineare che la Corte costituzionale federale non aveva i poteri per inficiare una sentenza della Corte di Giustizia europea, né per dare ordini alla Bce.
URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL
In Germania, invece, sono andati alla radice delle obiezioni poste, sia pure illegittimamente, dai giudici costituzionali. E l' obiezione di fondo riguarda il fatto che il "Quantitative easing", voluto da Mario Draghi per contenere gli spread e consentire così la trasmissione della politica monetaria della Bce, ha sortito effetti la cui portata richiederebbe un mandato che non rientra nelle competenze della Bce.
draghi merkel
Insomma, non diversamente da quanto aveva fatto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde agli inizi dell' epidemia, i giudici tedeschi hanno sfidato i governi nazionali, e quindi in primis la Cancelliera, ad adottare politiche che confermassero la strategia seguita dalla Bce, invece di scaricare su Francoforte tutto l' onere di colmare le divergenze crescenti tra le economie nazionali.
LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN
Certo, la modalità scelta dai giudici rosso-togati è risultata eversiva per la sensibilità europea. Ma in Germania, dove le resistenze alle scelte della Bce in nome del supremo interesse nazionale tedesco sono sempre state forti, la sentenza ha evidentemente toccato una ferita aperta. E la Cancelliera, che si è sentita chiamata in causa personalmente, è finalmente uscita dall' ambiguità delle scelte non fatte tra interesse generale europeo ed egoismo nazionale tedesco.
CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA MERKEL
Quando Merkel dice che la Germania non può uscire dalla crisi se non lo fa insieme a tutta l' Europa, quando schiera Berlino a fianco di Parigi per un vero e proprio Piano Marshall europeo, quando cita Delors per dire che l' Unione monetaria deve essere seguita dall' Unione politica e quando smette di opporsi ad una revisione dei Trattati, risponde nei fatti alla provocazione della Corte costituzionale tedesca. La tenuta dell' Unione monetaria, per Berlino, è un bene talmente prezioso da giustificare anche un sacrificio dell' immediato interesse nazionale. Una sentenza che voleva uccidere l' Europa, potrebbe invece riuscire a salvarla.
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