Sergio Rame per Il Giornale
GALANTINO RENZI
"La frase 'aiutarli a casa loro', se non si dice come e quando e con quali risorse precise rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità". Mentre l'Italia fa i conti con 4.500 immigrati appena sbarcati e altri 7.100 in dirittura d'arrivo, i vescovi tornano a predicare l'accoglienza. E lo fa attaccando duramente il segretario piddì Matteo Renzi che nei giorni scorsi aveva proposto di "aiutare i migranti a casa loro" anziché continuare a farli sbarcare in Italia.
È, ancora una volta, Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, a criticare chi non ne può di accogliere gli immigrati. Lo fa nonostante i drammatici numeri pubblicati oggi da Frontex. A giugno sono stati 24.800 gli arrivi di migranti in Italia lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, con un aumento dell'8% rispetto al livello del mese precedente.
RENZI E I MIGRANTI
Nei primi sei mesi del 2017 sono stati 85mila gli arrivi nel nostro Paese, con un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E quello che ci aspetta nelle prossime settimane è, se vogliamo ancora più drammatico. In questo momento nel Mediterraneo ci sono una decina di navi che si stanno dirigendo verso i porti italiani, con a bordo oltre 7.300 migranti salvati negli ultimi giorni al largo della Libia.
L'arrivo delle navi, a seconda del porto di destinazione, è previsto tra oggi e la giornata di sabato. Eppure Galantino torna a predicare accoglienza a oltranza criticando lo slogal leghista dell'aiutiamoli a casa loro pronunciato da Renzi nei giorni scorsi.
NUNZIO GALANTINO
A margine di un convegno al Senato, Galantino ha anche criticato la contrapposizione tra i poveri e i migranti. Una distinzione che, a detta del segretario della Cei, "è fuori posto" perché alimenta "una guerra tra poveri e le guerre tra poveri in genere servono soltanto ai furbi". Per Galantino, infatti, non esiste alcuna differenza tra profughi e migranti economici: "È come descrivere due tipi di povertà. È come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica".
A suo dire, poi, è fondamentale che qualunque extracomunitario sia liberi di poter venire in Italia o, più in generale, nel Vecchio Continente. "Noi lanciamo la campagna 'liberi di partire - liberi di restare' con 30 milioni dall'otto per mille di aiuti concreti - ha spiegato - mi piacerebbe che questi numeri enormi muovessero le coscienze e le agende politiche. Questo scarto enorme di poveri non può essere lasciato ai margini".
Secondo il numero uno dei vescovi, "legare immigrati e poveri è importante perché sono scarti entrambi, metterli in contrapposizione vuol dire invece continuare ad alimentare una guerra tra poveri e le guerre tra poveri servono soltanto ai furbi".