1. CROLLO PONTE: PRIMI INTERROGATORI IN PROCURA A GENOVA
ponte morandi
(ANSA) - Primo interrogatorio, negli uffici del palazzo di giustizia di Genova, nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi. I magistrati stanno ascoltando, in qualità di persona informata dei fatti, Enrico Valeri, responsabile del coordinamento della viabilità di Autostrade. La notte del 14 agosto, Valeri scrisse al Cesi, nota società di consulenza ingegneristica e strutturale, per farsi mandare lo studio sul ponte Morandi fatto nel 2016.
A Valeri, quella notte, rispose una responsabile dell'ufficio marketing di Cesi. La donna accompagnò il progetto dicendo che la tragedia era stata causata da "probabili fatti collegati al progetto originario". Una incongruenza, secondo gli investigatori, dal momento che i tecnici di Cesi avevano riscontrato delle anomalie e per questo consigliavano un "monitoraggio costante e dinamico".
2. LA LETTERA DOPO IL DISASTRO E LO SCONTRO CON ROMA «IL PONTE? NON ABBIAMO L' OBBLIGO DI CUSTODIA»
Giusi Fasano e Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
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La nota di contestazione inviata dal ministero il 16 agosto, due giorni dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, «non può che ritenersi del tutto inammissibile e priva di qualsiasi effetto giuridico». È questo il punto centrale della relazione inviata da Autostrade per contestare le accuse di «gravi inadempienze agli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di custodia» e dunque l' avvio della procedura per la revoca della concessione.
Mentre l' inchiesta penale mette sullo stesso piano funzionari ministeriali e manager privati indagati per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e omicidio stradale, il carteggio, finora inedito, mostra quanto alto sia il livello dello scontro tra l' azienda e le Infrastrutture. E fa ben comprendere come il contenzioso rischi di durare anni, soprattutto se si tiene conto che la concessionaria addebita al dicastero «errori» sia dal punto di vista tecnico, sia da quello formale e così apre la strada per i ricorsi. Ma soprattutto evidenzia come «tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono stati sempre condivisi».
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Il ministero contesta il «gravissimo inadempimento agli obblighi di manutenzione, in oggettiva considerazione del collasso dell' infrastruttura, delle vittime accertate e degli ingenti danni riportati».
Affermazioni che Autostrade contrasta sostenendo la necessità di avere «elementi di accertamento sulle cause che hanno determinato il collasso, che invece sono assenti perché sono ancora in corso le attività di verifica e analisi di quanto accaduto affidate alla Commissione Ispettiva alla quale è stato assegnato il termine di 30 giorni per una dettagliata ricostruzione dei fatti e ancor più gli accertamenti da parte dell' autorità giudiziaria in merito alle cause del collasso». E dunque «la contestazione non può che ritenersi del tutto inammissibile e priva di qualsiasi effetto giuridicamente rilevante visto l' insussistenza degli elementi minimi necessari».
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Le Infrastrutture chiedono «una dettagliata relazione che elenchi tutti gli adempimenti posti in essere per assicurare la funzionalità dell' infrastruttura e prevenire lo specifico evento accaduto». Autostrade replica dichiarando che i tempi concessi non sono giusti e rappresentano un «vulnus irreparabile», poi chiama in causa gli stessi uffici delegati al controllo dell' attività delle concessionarie specificando che il ministero «è già pienamente a conoscenza degli adempimenti avendone avuto evidenza sia nell' esercizio della costante attività di vigilanza e ispettiva, sia nella valutazione degli interventi annualmente indicati, sia nell' approvazione dell' intervento di retrofitting.
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La richiesta di documenti non può in alcun modo sostituire gli "elementi" fattuali e giuridici dell' accertamento vulnerando così il necessario contraddittorio procedimentale». E ancora: «La concessionaria ha sempre adempiuto agli obblighi di manutenzione ordinaria previsti dalla Convenzione avendo sempre presentato nei termini indicati il programma annuale degli interventi da eseguire effettuando la stessa per importi superiori a quelli previsti dal piano finanziario». Nella relazione viene poi sottolineato che «la concessionaria può eseguire interventi di manutenzione straordinaria ma è tenuta a sottoporre il progetto alla specifica approvazione della Direzione Generale del ministero».
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Avviando il procedimento per la revoca della concessione Infrastrutture specifica che si riserva «di sottoporre alle competenti autorità di governo ogni valutazione in ordine al miglior soddisfacimento dei molteplici interessi pubblici coinvolti» e «in caso di accertata responsabilità del concessionario» si riserva di «valutare le iniziative di risarcimento anche in forma specifica per i danni patrimoniali e non patrimoniali».
Autostrade, dopo aver contestato che «tra il 2008 e il 2017 mai il ministero si è avvalso della facoltà di proporre, in presenza di inadempienze debitamente contestate, la sospensione dell' incremento tariffario, come era invece previsto dalla Convenzione», sostiene che «proprio nella convenzione non si fa cenno agli obblighi di custodia».
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