lilli gruber
Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera
Lilli Gruber, oggi ricomincia «Otto e Mezzo». Cosa prevede per questa stagione politica?
«Come tutti gli italiani, attendo chiarimenti. Vorremmo capire di che pasta è fatto il nuovo potere e quale sarà la direzione di marcia quando dalle parole si passerà ai fatti. Per quanto riguarda Otto e Mezzo non prometto novità ma piuttosto continuità, con una tradizione di ascolto attento e discussione composta. È il dna di Otto e Mezzo che credo spieghi il suo successo.
Nelle 245 puntate della scorsa stagione abbiamo avuto 300 ospiti diversi. Sarà cosi anche quest' anno, anche questa ricchezza di testimonianze e questa varietà di posizioni è parte della nostra specificità».
Il governo salta o regge?
GRUBER CASALEGGIO
«Nessuno sa dare una risposta certa. Le tensioni sono evidenti, come anche l' interesse a stare insieme per continuare a dividersi il potere. Salvini è avvantaggiato perché può giocare su due tavoli».
Ma secondo lei Salvini preferisce tornare con Berlusconi o governare con i 5 Stelle?
«Penso che per ora preferisca non scegliere. I 5 Stelle gli danno visibilità e potere, il centrodestra gli è amico, chi sta meglio di lui? Con questa legge elettorale non ha bisogno di allearsi con nessuno prima del voto».
salvini di maio
L' innamoramento collettivo per Salvini è destinato a svanire o a durare?
«Qual era il segreto di Renzi quando arrivò al 40%? Freschezza, novità, energia, promesse di rottamazione e cambiamento. Alcuni di questi ingredienti si ritrovano in Salvini. A Renzi non è andata bene, con Salvini vedremo. L' importante è che non si sfasci l' Europa».
Di Maio sembra un po' oscurato. È in difficoltà?
«La Lega è un partito pragmatico con una lunga storia alle spalle. I suoi sanno fare politica. I 5 Stelle dopo tante parole sono giunti alla prova dei fatti: le difficoltà sono evidenti. I prossimi tre mesi richiederanno scelte chiare e forse anche scomode sulla politica di bilancio e su questioni cruciali come la previdenza.
LILLI GRUBER E MARCO TRAVAGLIO
Vedremo allora se e quanto brillerà la stella di Di Maio».
Davide Casaleggio è stato suo ospite. È lui il vero capo dei 5 Stelle?
«È il capo di quello che in altre epoche si sarebbe chiamato il comitato centrale. Ma i 5 Stelle hanno una forte gerarchia di vertice e un' autonomia periferica altrettanto forte. Casaleggio decide sulle questioni di potere e forse anche di linea, ma non è lui che scalda i cuori e raccoglie i voti. A questo pensano leader come Di Battista, con il quale tra l' altro apriamo domani la nuova stagione di Otto e Mezzo. Sarà collegato con noi dal Guatemala».
lili gruber
Quanto conta la fronda di Di Battista? I 5 Stelle sono destinati a dividersi?
«Credo che nel gruppo dirigente del M5S ci sia una sorta di divisione dei compiti. Di Maio, Di Battista e Fico sono diversi ma in qualche modo complementari. Non penso che si divideranno. Anche perché il potere è un ottimo collante».
Conte è un premier dimezzato? O ha buone capacità di galleggiamento?
«Conte non va in tv. Gli faccio la corte da mesi. In una fase in cui la politica è stata trasformata in comunicazione, il premier è cauto e parco di parole. Forse nel rumore generale è quello che ci vuole».
La7 è accusata di avere tirato la volata ai populisti. Cosa risponde?
GRUBER 2
«Mi sembra un' accusa infondata, soprattutto se rivolta a una sola rete e non invece - come sarebbe più equo - all' intero sistema dei media dove la cosiddetta antipolitica, madre di tutti i populismi, ha trovato ampia rappresentanza.
Ma la resa al populismo è un fenomeno che chiama in causa la politica, la cultura, le cosiddette élite, i corpi intermedi.
Di fronte alla crisi si sono cercati dei capri espiatori. Si è pensato davvero che bastasse un "vaffa". Adesso comincia a essere chiaro che non bastava».
MATTEO RENZI GRUBER MIELI
Quanto rischia l' Italia? Si prepara un agguato dei mercati finanziari?
«Se la politica di bilancio rassicurerà chi investe sui nostri titoli, non ci sarà alcun agguato. Se ci facciamo beffe dei parametri e soprattutto ci costruiamo sopra della propaganda a fini interni, la reazione potrebbe essere molto severa. Non siamo così forti da poter decidere da soli quali interessi dobbiamo pagare per il nostro debito».
Tra otto mesi si vota per le Europee. I populisti sfonderanno anche in Francia e Germania?
BERLU E GRUBER
«È possibile che in Europa vinca il nazionalismo, che a me pare l' aspetto più inquietante del populismo. Torneremmo a uno schema e all' ideologia che hanno funestato il Novecento. Spero che nei prossimi mesi possano nascere alternative credibili. E spero soprattutto che i giovani non si facciano abbindolare».
Il suo nuovo libro, «Inganno», racconta il difficile dopoguerra nella sua terra, il Sud Tirolo. Tornerà a essere difficile la convivenza tra i popoli europei?
LILLI GRUBER E MARITO JACQUES CHARMELOT
«Inganno racconta due cose tra le molte: un equilibrio basato sulla polarizzazione, quello della guerra fredda, e in questo contesto la radicalizzazione di quei giovani che si illusero di trovare nella violenza una via di cambiamento politico. Oggi che la realtà della guerra ce la siamo dimenticata, è una memoria che dobbiamo invece trasmettere alle giovani generazioni. Rischiano di tornare le tensioni nazionalistiche che hanno causato le catastrofi del Novecento. Rischia di disgregarsi l' idea stessa di Europa, che ha troppi avversari fuori dai suoi confini per permettersi di averne anche all' interno. Il cambiamento nelle regole della convivenza tra i popoli è necessario, ma si costruisce con la mediazione e il compromesso. Le scorciatoie sono inganni».
I migranti sono un problema o un pretesto?
boschi gruber
«Sono un problema molto serio, ma non dovrebbero essere il primo problema dell' agenda politica. Noto anche che dal vocabolario pubblico è spartita la parola integrazione».
Lei intervista spesso Cacciari, che ha proposto un' alleanza tra europeisti, Macron compreso. Calenda è dello stesso avviso. È una buona idea?
«Sì, è una buona idea, con l' avvertenza che l' europeismo da solo non basta se non è arricchito da proposte per la difesa dei diritti sociali e civili.
Aggiungo che dalla Libia all' immigrazione abbiamo alcuni motivi di serio dissenso con Macron, che andrebbero chiariti e risolti prima di eventuali imprese politiche comuni».
La Merkel è finita?
«Angela Merkel è l' ultima grande erede di quell' Europa post-bellica che ha creduto nella cooperazione e nella pace. Mi auguro che il suo impegno politico possa continuare in altri ruoli».
GRUBER RENZI
E Berlusconi?
«Per molto tempo si è detto che uno dei limiti di Berlusconi fosse l' incapacità di allevare un erede per la leadership del centro-destra. Ora il successore ha finalmente un nome, Salvini, ma purtroppo per Berlusconi non lo ha scelto lui.
Questo certifica il tramonto politico del Cavaliere».
E Renzi?
«Renzi ha sperperato in pochissimo tempo un patrimonio di consenso enorme. Soprattutto per errori suoi e del suo entourage. Una volta conquistato, il potere per essere conservato richiede intelligenza politica, capacità di scelta dei collaboratori migliori, mente lucida al riparo dall' ingordigia».
E i talk-show hanno ancora un futuro?
«Ma certamente! Ha un futuro la voglia di capire, approfondire e confrontare«.
A sinistra cosa succederà? Chi sarà il segretario Pd?
«Per ora è in corsa Zingaretti. È uno dei pochi dirigenti Pd con una storia di successo.
Può farcela a due condizioni: che riesca a formare un gruppo dirigente coeso e capace; che ristabilisca il primato della politica sulla comunicazione, che non mi sembra il suo forte».
Di Maio Salvini
Lei conosce bene la Rai. Cosa sta succedendo? Comincia una nuova stagione di occupazione politica? O la tv pubblica sarà più libera?
«La riforma Renzi ha rafforzato la presa dei governi sulla Rai. Vedremo dunque cosa accadrà in autunno. Per ora posso dire che il nuovo direttore generale, Salini, che ho conosciuto a La7, è un professionista solido».