Estratto dell'articolo di Nicola Saldutti per il "Corriere della Sera"
intelligenza artificiale lavoro
[…] «Il 2023 verrà ricordato come un anno importante, l’anno delle grandi sperimentazioni, nel pubblico e nel privato in Accenture ne abbiamo contate almeno 200, e per la presa di coscienza della complessità organizzativa che l’Intelligenza Artificiale (AI) comporterà. Così come per la necessità di una regolamentazione, come è accaduto con l’AI act europeo, una tecnologia così pervasiva ha bisogno di una regolamentazione che allinei le esigenze delle aziende con quelle della comunità. L’Europa ha messo le fondamenta, l’importante è che adesso non vengano eccessivamente burocratizzate».
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Mauro Macchi, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia vede i rischi, ma soprattutto le possibilità: «Stimiamo che grazie all’AI si possano creare dai 2 ai 2,5 milioni di posti di lavoro e una grande spinta per l’aumento della produttività, una delle fragilità del sistema Italia. Le aziende hanno davanti a sé due anni per compiere il salto di qualità per adeguarsi e dotarsi degli strumenti per l’utilizzo responsabile della AI. Il ritorno degli investimenti sarà nel biennio 26-27».
LAVORI CHE SARANNO RIMPIAZZATI DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Ma le aziende sono pronte? «C’è determinazione e consapevolezza ma bisogna concentrare gli investimenti sul digital core fatto dal cloud, i dati ben organizzati e intelligenza artificiale per cui sono necessari processi, governance e talenti. L’Italia deve avvantaggiarsi del Pnrr e tenere il giusto ritmo per proseguire con consistenza in un contesto di grande incertezza, se pensiamo alle guerre, alle elezioni Usa ed europee. Noi vediamo una grande opportunità perché l’AI generativa realizza un vero reset delle economie e l’Italia può competere a pari livello con i partner europei.
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Quindi saranno necessarie nuove competenze? Bisogna giocare d’anticipo, accelerando sì ma in maniera efficace e sostenibile. Stiamo introducendo dodici nuovi ruoli professionali legati allo sviluppo della AI... ma la grande sfida è la riqualificazione perché l’AI generativa aumenterà anche i lavori intellettuali […] ».
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Uno dei punti sarà la redistribuzione del valore generato dall’Ai, di quel tempo liberato. «Il tessuto produttivo italiano è composto soprattutto da piccole e medie imprese, da filiere. Ecco l’AI non è un alleato solo delle grandi aziende, ma anche di quelle di dimensioni minori. Per la pubblica amministrazione che sul digitale dopo anni nelle retrovie sta avanzando spedita, l’utilizzo della AI nel disegno delle nuove infrastrutture può rappresentare un doppio salto di modernizzazione. C’è poi un aspetto legato ai criteri Esg e al consumo di energia molto elevato della AI per cui già si parla di esperti di Frugal AI».
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