Emanuele Lauria per "la Repubblica"
fabio panetta 7
L'unica certezza, quando la pazza ruota della crisi ha smesso di girare, è quella garantita dal Presidente della Repubblica: «Serve un governo di alto profilo». Più che un auspicio, da parte di Sergio Mattarella. La qualità invocata non si limiterà alla scelta di Mario Draghi: dall' ex numero uno della Banca centrale europea il capo dello Stato attende una squadra all' altezza di un compito improbo: guidare il Paese in una fase delicatissima e cancellare, con una lista di ministri autorevoli, l'immagine lasciata dalla politica negli ultimi giorni, fra ultimatum, veti, scambi di accuse, caccia a "responsabili" veri e presunti.
CARTABIA
Ma allo stesso tempo Draghi, da sempre molto defilato rispetto al mondo parlamentare, dovrà proporre comunque figure in grado, se non di accontentare i partiti, almeno di rappresentare sensibilità diffuse, di destra e di sinistra. In questo senso c'è chi non esclude che il premier incaricato possa persino coinvolgere nella sua squadra, in nome del bene del Paese, i leader delle principali forze politiche.
paola severino foto di bacco (2)
Di sicura, la lista dei "tecnici" in corsa per un incarico di governo, è lunga. Non si può non ripartire dai nomi circolati negli ultimi giorni, mentre gli sherpa di Pd, 5S, Leu e Iv cercavano invano un' intesa per far ripartire il governo giallorosso. Assieme a Mario Draghi, come premier di un governo istituzionale, era circolato con forza il nome dell' ex presidente della Consulta Marta Cartabia: non è improbabile che le venga offerta la Giustizia, delega al centro di un durissimo scontro politico attorno ai temi della prescrizione. In alternativa, per il posto di Guardasigilli, Paola Severino, che lo stesso ruolo ricoprì nel governo Monti.
cottarelli
Altra casella importante quella dell'Economia: Draghi potrebbe proporre di guidare il Mef a Fabio Panetta, membro italiano dell' esecutivo Bce, giudicato in grado di affrontare il delicato dossier del Recovery. Altro nome in pole quello di Carlo Cottarelli, cui già Mattarella affidò l' incarico di formare un governo nel 2018, prima che salpasse la nave gialloverde con al timone il debuttante Giuseppe Conte.
ilaria capua
Pedina centrale quella del ministero della Salute: se non ci fosse la conferma di Roberto Speranza (che nel suo incarico ha attirato consensi trasversali) un nome spendibile potrebbe essere quello di Ilaria Capua, virologa con breve esperienza politica (fu deputata di Scelta Civica) e notorietà scientifica che va oltre confine. Per gli Interni c'è chi ipotizza la conferma di Luciana Lamorgese, una dei pochi "tecnici" del secondo governo Monti, che potrebbe garantire continuità di azione amministrativa in un comparto delicata.
enrico giovannini
Non è da escludere neppure la presenza, nella squadra di Draghi, dell' ex presidente dell'Istat Enrico Giovannini e di Roberto Cingolani, fisico e responsabile dell' Innovazione tecnologica di Leonardo: entrambi hanno fatto parte della task-force di Colao che nella primavera scorsa presentò un piano per la ripartenza del Paese dopo il lock-down.
ROBERTO CINGOLANI
Renzi è in ottimi rapporti con Cingolani, che nel 2019 invitò anche alla Leopolda. Ma queste ultime due ipotesi portano all' idea più suggestiva: e se Draghi chiamasse proprio Vittorio Colao a fare parte del suo team? Per il premier uscente Giuseppe Conte, che non ha mai amato l' ex manager di Vodafone e a giugnò lo congedò senza tanto riguardo, sarebbe un altro boccone amaro.