Estratto dell’articolo di Giulia Cazzaniga per “la Verità”
tullio solenghi massimo lopez e la parodia dei papi
[…] Tullio Solenghi […] L’attore genovese, classe 1948, scalda la voce per l’autunno: una nuova sfida lo attende, con l’amico di una vita Massimo Lopez. Dal 2017 a oggi hanno contato più di 300 repliche del loro show scritto per il palcoscenico, ed è venuta l’ora di cambiare e rinnovare. Sta lavorando a un nuovo spettacolo, ma «è ancora tutto un lavori in corso, non posso anticipare nulla».
Si chiamerà Dove eravamo rimasti e debutterà al Teatro comunale di Ferrara il 10 di novembre. Con Lopez vi aspetta una nuova avventura, e sono più di 40 anni che lavorate insieme.
TULLIO SOLENGHI E MASSIMO LOPEZ
«Il merito fu di Anna Marchesini, quando ancora lei e io eravamo un duo: mi parlò di lui apprezzando le sue doti straordinarie di imitatore. Le sliding doors della vita: lo avevo già conosciuto qualche anno prima. Gli avevo passato il testimone al Teatro Stabile di Genova per la parte di Berto ne Il fu Mattia Pascal con Giorgio Albertazzi. Iniziai così a immaginare il nostro Trio: la prima avventura insieme fu condividere anche come autori una trasmissione su Radio 2, nel 1982».
[…] Gli anni dei suoi inizi professionali sono forse irripetibili.
«Gli anni di un ambiente unico, sì: lasciai Genova per Milano. Feci il provino per il Derby e convinsi Gianni Bongiovanni, lo zio di Diego Abatantuono, però poi lavorai al Refettorio di via San Maurilio, un locale che oggi non esiste più. Mi alternavo con un altro genovese: Beppe Grillo. Io facevo il primo tempo, lui il secondo».
funerale costanzo tullio solenghi foto di bacco.
E non siete gli unici ad aver sfondato.
«Da Marco Columbro a Zuzzurro e Gaspare, dai Gatti di Vicolo Miracoli alla Smorfia con Troisi, Arena e De Caro, tutti sulla scia dei capi scuola: Villaggio, Pozzetto, Cochi Ponzoni, Jannacci… Eravamo tutti contemporanei e matricole in ascesa, e nessuno avrebbe immaginato il successo che poi ci hanno riconosciuto. Ci è andata bene, sarà che molti di noi avevano talento. Il Trio, poi, nella ricetta del successo ha aggiunto qualche contromano in autostrada…».
Cioè?
rita rusic foto di bacco
«Dopo gli apprezzamenti che ottenemmo con Domenica In, in Rai volevano affidarci la conduzione del fantastico sabato sera di Rai 1. Tutti ambivano a quella fascia, come è ovvio, e lo chiesero a noi che invece rispondemmo “no, grazie”. Scegliemmo di dedicarci ai Promessi sposi».
Era il 1990, la parodia dell’opera di Manzoni ebbe un successo strepitoso.
«Andammo controcorrente, e fummo premiati».
Si arrabbiarono, a viale Mazzini?
«Non la presero bene da subito, quando per “punizione” a fare i nostri Promessi Sposi ci spedirono nella sede di Torino, dove si facevano solo pomeridiane e spettacoli per ragazzi. […] I nostri Promessi sono poi diventati un cult. Quasi 15 milioni di spettatori per la prima puntata. Peccato, in Rai all’inizio non ci capirono. Allora c’era Biagio Agnes direttore generale».
vittorio cecchi gori
Avete poi fatto pace con lui?
«Mai più incontrato, a dire il vero. Faccio spesso ironia sulla Rai: le riunioni sono lunghe e laboriose, quando si tratta di discutere di nuovi progetti. Entri con un interlocutore, esci che ce n’è un altro. Glielo assicuro: non è una battuta, accade davvero».
Anna e Massimo, partner professionali e pure amici, per lei. A pensarci ora, sarebbe stato una persona diversa senza di loro?
tullio solenghi foto di bacco (1)
«È ed è stata un’amicizia fraterna. Credo di aver vissuto con loro una dimensione famigliare, che per uno come me che ho sempre messo al centro mia moglie e le mie figlie - e oggi i nipoti - può suonare quasi come blasfemo. Anna mi ha insegnato l’abnegazione e la determinazione, e soprattutto la capacità di non lasciarsi condizionare da ciò che ci precedeva in termini artistici. […] Abbiamo dovuto lottare forse più di altri che si lasciavano trascinare dalla corrente. […]».
biagio agnes
E Massimo?
«Massimo è sempre stato l’esatto contrario, una sorta di “poeta tra le nuvole”, un Pierrot lunaire, come lo chiamo io. Ho imparato da lui che ogni tanto occorre anche staccare, mollare la presa».
Rimpianti ne ha?
«[…] L’unica lacuna è forse che non abbiamo mai fatto cinema. Cani e porci un film l’hanno fatto, e anche noi stavamo per…».
Cosa accadde?
«Avevamo scritto un progetto e facemmo il giro delle sette chiese per trovare chi ci credesse. Con Cecchi Gori andò bene: ricordo il brindisi a casa sua, in pompa magna: “Allora si comincia”, disse baldanzoso. Poi però delegò tutto a Rita Rusic, allora stavano insieme».
E?
TULLIO SOLENGHI E ANNA MARCHESINI
«Nulla, non la abbiamo mai più sentita. Strano, no? Dormo sonni tranquilli lo stesso, glielo assicuro. Ma non abbiamo più brindato, per scaramanzia (ride)».
Chi le piace tra i comici di oggi?
«Maurizio Crozza, Maurizio Lastrico, di certo».
[…] «Il genovese abita da sempre una terra meravigliosa ma anche complicata. Faccio sempre l’esempio del contadino padano, che si sveglia, esce di casa, va nel campo accanto e semina. Quello ligure invece per arrivare al campo deve inerpicarsi per terrazze scoscese, perché il territorio è così, complicato. Genova ha poi i vicoli stretti perché si difendeva dall’invasione dei turchi o di chi fosse arrivato dal mare. È una terra, la mia, che ha bisogno di essere protetta da gente coriacea. Forse per questo a volte sembra meno disponibile al sorriso».
MASSIMO LOPEZ TULLIO SOLENGHI ANNA MARCHESINI PROMESSI SPOSI
Quali altri personaggi la fanno ridere?
«Mi piaceva Daniele Luttazzi, ma non si vede più in giro. E trovo geniali i personaggi di Corrado Guzzanti, quelli degli albori soprattutto. Straordinario». […]