Giacomo Nicola per “il Messaggero”
«Devo confessare un omicidio». Ma la sua storia non regge, non corrisponde alla realtà. E alla fine è stato assolto. Gianni Ghiotti non ha ucciso la madre. Lo ha stabilito il giudice Federico Belli del tribunale di Asti che a fine gennaio ha assolto l'ex operaio di 57 anni dall'accusa di omicidio volontario. «Il fatto non sussiste», aveva scritto il giudice nel dispositivo della sentenza di cui ora ha depositato le motivazioni. Difeso dall'avvocato Marco Dapino, Ghiotti - che aveva confessato nell'agosto 2020 l'omicidio dell'anziana madre a tre anni dal fatto - aveva spiegato di aver ucciso Laura Tortella, 92 anni, per sua stessa richiesta.
ASSISTENZA AGLI ANZIANI
La donna soffriva molto per l'osteoporosi che l'aveva colpita e le aveva causato per quattro volte in un solo anno la frattura del femore. I medici l'avevano operata, ma le avevano anche detto che non avrebbero potuto intervenire su altre fratture perché le ossa non sarebbero state abbastanza resistenti per reggere protesi e perni. A 92 anni, dopo una vita passata a lavorare in campagna, si era trovata costretta in casa, invalida, assistita dal figlio che aveva dedicato alla famiglia tutta la sua vita, prima prendendosi cura del padre colpito da un ictus e poi della madre.
IL DECESSO
Alla morte della donna nessuno aveva sospettato che l'anziana potesse non essere deceduta per cause naturali, c'era stato il funerale e il corpo della pensionata era stato sepolto nel cimitero cittadino. Tre anni dopo la morte della madre si era seduto in caserma dai carabinieri e aveva raccontato di averla soffocata con un cuscino. Per il giudice Belli però quella confessione «non è attendibile» anche se l'imputato non ha mentito. «Ha raccontato - scrive il giudice nella decisione -qualcosa di cui è intimamente convinto ma che non corrisponde alla realtà dei fatti».
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Laura Tortella è morta per cause naturali, come aveva stabilito anche l'esame del medico legale che aveva constatato il decesso il 4 novembre 2017 nella casa di Piovà Massaia dove la donna viveva con il figlio.
Ghiotti, dopo la sua confessione, era stato sottoposto a una perizia psichiatrica. E alla fine era stato dichiarato capace di intendere e di volere. «Anche se vittima di sensi di colpa e ansia è molto preoccupato degli effetti del suo comportamento». Si rimproverava di non aver accudito la donna di cui, invece, si è sempre occupato quasi da solo come avevano confermato conoscenti e parenti dell'uomo durante il processo.
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«Si è convinto di averla uccisa lui», scrive il giudice. «Comunque siano andate le cose, gli elementi di fatto non mi consentono di sostenere che l'anziana signora sia stata uccisa. La confessione del figlio è priva di riscontri». Dopo la confessione dell'operaio, il corpo dell'anziana era stato riesumato. Erano anche stati eseguiti esami che avevano fatto emergere la presenza di sonniferi somministrati alla donna.
Ma anche quelle tracce non sono state però ritenute rilevanti: l'anziana era sofferente e da tempo faceva uso di calmanti e sonniferi per tenere a bada il dolore. Arrivati al processo, dopo l'auto-confessione del figlio della donna, il pm Gabriele Fiz aveva chiesto una condanna a 7 anni e due mesi per omicidio volontario. La difesa aveva invece chiesto l'assoluzione o in subordine che il fatto fosse riconosciuto come omicidio del consenziente. Dopo l'assoluzione in primo grado la procura potrebbe però decidere di ricorrere in appello.