Paolo G.Brera per ''la Repubblica''
il murale di banksy sulla porta del bataclan 1
Chissà quali intricate geometrie del crimine hanno portato la Donna in lutto di Banksy, strappata il 25 gennaio del 2019 da una porta di sicurezza del Bataclan, in un casale squinternato nelle campagne abruzzesi, abitato da una ignara coppia cinese.
Il genio anonimo della Street Art l' aveva regalata al teatro parigino perché piangesse per sempre le 90 vittime di quella notte d' orrore, il 13 novembre 2015. Invece è finita chissà come nelle mani del gestore abruzzese di un albergo, un pittore dilettante, che l' aveva nascosta tra le vecchie carabattole nella soffitta di un casale di campagna «di cui aveva disponibilità » benché non fosse suo.
il murale di banksy sulla porta del bataclan
A gennaio dello scorso anno, quando qualcuno la rubò staccandola dalla porta antincendio del Passage Saint Pierre Amelot, sul retro del Bataclan, i gestori allargarono le braccia attoniti: era «un simbolo di raccoglimento che apparteneva a tutti: residenti, parigini, cittadini del mondo ». Ora apparteneva a un paio di persone con i passamontagna: le telecamere li ripresero con le smerigliatrici per scardinare la porta, e col furgone con cui fuggire.
Più nulla, poi. Ma l' indagine, in Francia, andava avanti in silenzio temendo che non fosse il valore economico - le quotazioni di un Banksy sono sempre alle stelle - il vero bottino dei ladri. Temevano il terrorismo islamista, niente sangue ma un nuovo colpo basso alla Francia e all' Occidente attraverso un simbolo del dolore e della costernazione. E invece no.
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Secondo la procura dell' Aquila, che ha raccolto la segnalazione all' Interpol della gendarmerie su una pista italiana, da questa parte delle Alpi c' è solo voglia losca di far quattrini. Il filo d' Arianna portava a un sospetto di Tortoreto. Quando i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico hanno deciso di agire, a casa sua non hanno trovato nulla. Messo alle strette, però, ha ammesso: «Ce l' ho io, è nel casale di Sant' Omero», tra le intricate colline teramane.
Così si va su curva su curva, ed ecco il vecchio rudere fatiscente. Ci vive da anni una famiglia di cinesi che di quell' opera e del suo ipotetico valore nulla sapeva. Ma c' è una storia nella storia, che è un bel modo per restituire luce alla Donna in lutto , al suo e al nostro dolore per la notte di sangue che, in tutta Parigi, fece 130 morti: insieme ai carabinieri, a seguirne le tracce fino al vecchio casale c' era un gendarme parigino che cinque anni fa, mentre i kalashnikov sterminavano i giovani entrati al Bataclan per il concerto degli Eagles of Death Metal , si faceva strada tra i cadaveri per acciuffare i killer.
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Chi l' ha strappata da quella porta antincendio, le ha disegnato sopra una cornice con lo scotch appiccicandoci un lenzuolo con spruzzi di vernice, per simulare una porcheria d' arte astratta che non insospettisse un controllo. In Italia è arrivata così: un lembo rosso del lenzuolo è ancora ai suoi piedi, il resto i carabinieri l' hanno trovato in soffitta.
Lei, la Donna in lutto , sta bene: manca la maniglia, ma «è nata per stare all' aperto, è abbastanza resistente ed era in condizioni perfette», dicono i carabinieri. Ora tornerà a Parigi, mentre le indagini inseguono chi la rapì dal Bataclan. L' albergatore senza precedenti è indagato per ricettazione, ma gli inquirenti non escludono ci siano mani esperte dietro una partita così difficile: vendere un' opera famosa e dolente non è semplice.
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