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    SI PUO’ MORIRE PER UN CULO PIU’ BELLO? - LA STORIA DELLA 39ENNE MARIA TERESA AVALLONE, DECEDUTA DOPO TRE GIORNI DI COMA A SEGUITO DI UN INTERVENTO DI LIPOFILLING - IL CHIRURGO ESTETICO ROY DE VITA: “È LA PROCEDURA CON IL MAGGIOR NUMERO DI DECESSI NEL CAMPO DEGLI INTERVENTI ESTETICI. CONSISTE NEL PRELEVARE GRASSO DA UN PUNTO DEL CORPO IN CUI È PRESENTE, COME L'ADDOME O IL GINOCCHIO, PER POI TRASFERIRLO NEI GLUTEI”


     
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    1 - MARIA E IL DESIDERIO DI ESSERE PIÙ BELLA MORTA LA DONNA IN COMA DA 3 GIORNI

    Federico Berni per il “Corriere della Sera”

     

    MARIA TERESA AVALLONE MARIA TERESA AVALLONE

    Chissà se sapeva che quell' intervento di chirurgia estetica poteva essere pericoloso. A questa domanda Maria Teresa Avallone non potrà mai rispondere. Lei, che lavorava in un ospedale - il San Raffaele di Milano, impiegata al servizio accettazione - è morta ieri, a soli 39 anni, dopo tre giorni di coma profondo alla neuro rianimazione dell' ospedale San Gerardo di Monza.

     

    Martedì si era presentata in uno studio di chirurgia estetica di Seregno, comune brianzolo vicino a Desio, dove viveva, per sottoporsi a un intervento di chirurgia finalizzato a rimodellare i glutei, con la tecnica del cosiddetto «lipofilling».

     

    Si è sentita male non appena il medico, Maurizio Cananzi, chirurgo estetico conosciuto come un professionista molto serio nell' ambiente medico, le ha iniettato l' anestetico. La Procura di Monza - a coordinare le indagini è il pubblico ministero Sara Mantovani - indaga per omicidio colposo, e ha disposto l' autopsia sul corpo dell' impiegata originaria di Salerno, ma da tempo trasferitasi in Lombardia.

     

    MARIA TERESA AVALLONE MARIA TERESA AVALLONE

    L'inchiesta, in questa fase coperta dal segreto istruttorio, mira a capire ovviamente cosa può aver causato il decesso, e cosa è andato storto, visto che il professionista era conosciuto in Brianza per aver praticato in passato molte altre operazioni simili. Il dramma si consuma alle 15 e 30 di martedì, appuntamento concordato per l' intervento. Ma l'operazione termina ancora prima di cominciare con una corsa disperata in ambulanza.

     

    Secondo una prima ricostruzione, affidata ai carabinieri della compagnia di Seregno, agli ordini del maggiore Emanuele Amorosi, e basata essenzialmente su quanto riferito ai militari dall' indagato, nello studio c' erano soltanto lui e la giovane paziente.

     

    Non appena la donna ha accusato evidenti sintomi di un malore, come riferito al momento dell' anestesia, il medico ha chiamato il 118, e ha praticato le manovre di primo soccorso, in attesa dell' arrivo dell' ambulanza. I carabinieri sono intervenuti in un secondo momento, avvisati dal personale del San Gerardo, e hanno posto sotto sequestro l' ambulatorio privato del medico. Il giorno successivo, i militari del Nas erano già sul posto, per effettuare un sopralluogo ordinato dalla Procura.

     

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    Le condizioni di Maria, nel frattempo, erano già appese a un filo. Arrivata in ospedale in arresto cardiocircolatorio, è entrata in coma profondo, con i parametri vitali azzerati.

    I genitori l' hanno raggiunta al capezzale dalla Campania (il fratello vive in Brianza).

    Le sono stati vicino, in un dolore «molto composto», come racconta chi li ha visti.

    Le speranze, per lei, sono state praticamente nulle. «Dall' ingresso in ospedale a oggi è rimasta sempre in coma», hanno spiegato in conferenza stampa, ieri pomeriggio al San Gerardo di Monza, Laura Radice, direttore sanitario dell' azienda sanitaria locale, e Giuseppe Citterio professore di anestesia e rianimazione all' università Bicocca di Milano.

     

    roy de vita roy de vita

    La donna presentava un «quadro di un esteso danno cerebrale». Situazione che è «evoluta nella notte tra giovedì e venerdì». Ma già ieri mattina «aveva dei parametri di morte cerebrale; abbiamo informato la famiglia, che è al capezzale della paziente dal secondo giorno perché abita fuori regione, di quanto stava avvenendo e hanno dato il loro benestare alla donazione degli organi». Di Maria restano le fotografie sui social network. In posa, sorridente, o con gli occhiali scuri che le coprono il viso, con i complimenti degli amici e delle amiche: «Come sei bella».

     

    2 - ROY DE VITA: «UN INTERVENTO MOLTO RISCHIOSO SOLO IN STRUTTURE ADEGUATE»

    Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”

     

    Le maggiori società scientifiche americane di chirurgia plastica avevano lanciato l' allarme a luglio dello scorso anno con un «urgent warning» sottoscritto da una task force creata proprio per valutare l'affidabilità del lipofilling dei glutei: «Bisogna riconsiderare la tecnica per rassicurare le pazienti, è troppo rischiosa». Parte da quanto affermato nel documento Roy De Vita, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva agli Ifo di Roma.

     

    LIPOFILLING - brazilian butt lift LIPOFILLING - brazilian butt lift

    Il lipofilling dei glutei è dunque pericoloso?

    «È la procedura con il maggior numero di decessi nel campo degli interventi estetici. Uno ogni 3 mila donne operate. Si tratta di una tecnica recente, chiamata BBL, brasilian butt lift. Consiste nel prelevare grasso da un punto del corpo in cui è presente, come l' addome o il ginocchio, per poi trasferirlo con delle microcannule sottili come la punta di un ago dove occorre riempire. Il problema è che il grasso deve essere inoculato sottocute e non nel muscolo».

     

    E invece che cosa può accadere?

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    «Nelle autopsie eseguite sulle vittime americane è stato trovato il grasso anche nei muscoli. Il sospetto è che sia entrato in circolo nel sangue e abbia procurato embolia grassosa. Anche con la massima attenzione è facile sbagliare e toccare il muscolo per errore».

     

    L' anestesista deve essere presente e può essere fatale?

    «Nel lipofilling ai glutei l' anestesia è locale e può praticarla anche il chirurgo, difficile immaginare che diventi fatale. Però uno studio medico è il luogo meno indicato per qualsiasi intervento di chirurgia plastica, anche quello ritenuto più banale. A differenza di una clinica, uno studio è sprovvisto dell' apparecchio per il monitoraggio continuo del paziente. Quando i valori di pressione, ossigenazione del sangue e battito presentano anormalità l' allarme avverte che qualcosa non va. Ecco perché è bene andare in clinica».

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    Il lipofilling dei glutei è un intervento diffuso?

    «Non in Italia. È un' alternativa all' inserimento di protesi che richiede l' anestesia generale. La task force americana raccomanda a chi pratica la prima soluzione di attenersi a regole molto stringenti tra le quali l' informazione alla paziente. Le va detto chiaramente che esiste il rischio di morte».

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