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    LA STORIA DI THEO BAKER, 18ENNE MATRICOLA DELL’UNIVERSITÀ DI STANFORD CHE, CON UNA SERIE DI ARTICOLI SUL GIORNALE ACCADEMICO, È RIUSCITO A FAR DIMETTERE MARC TESSIER-LAVIGNE, IL NEUROSCIENZIATO PRESIDENTE DELL’UNIVERSITÀ: L’ACCUSA È DI AVER REDATTO 12 STUDI SCIENTIFICI CHE CONTENGONO DATI FALSI O COPIATI – IL GIOVANE REPORTER SI È BECCATO IL PREMIO GIORNALISTICO GEORGE POLK AWARD, MA A QUALCUNO LA STORIA PUZZA VISTO CHE I GENITORI SONO DUE GIORNALISTI IMPORTANTI…


     
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    Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

     

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    Quando, nello scorso novembre, Theo Baker, matricola dell’Università di Stanford, raccontò ai genitori il caso che aveva deciso di sviscerare nel giornale accademico, il padre lo ammonì: «Attento, sei solo un ragazzino di 17 anni e stai attaccando uno scienziato di fama mondiale».

    Otto mesi e una dozzina di articoli dello Stanford Daily dopo, Marc Tessier-Lavigne, il neuroscienziato che da sette anni è presidente di Stanford, ha dato le dimissioni dall’incarico dopo un’inchiesta interna del celebre ateneo, partita proprio dagli articoli del giornalista-ragazzino.

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    Accusato di aver redatto come autore o coautore 12 studi scientifici che contengono dati falsi o copiati e con immagini di reperti clinici alterati con Photoshop, lo scienziato ha dovuto alla fine riconoscere di aver commesso, quantomeno, una serie di leggerezze nel non controllare lavori che portavano la sua firma: dal 31 agosto non sarà più presidente di Stanford, ma ha chiesto di rimanere comunque nell’ateneo per condurre le sue ricerche sulle malattie neurodegenerative che hanno consentito di fare importanti progressi, aprendo addirittura nuovi campi d’indagine.

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    Una brillante carriera, la sua, fino a quando la rockstar delle neuroscienze non si è imbattuto in un giornalista-ragazzino testardo e figlio d’arte: papà, Peter Baker, è il capo dei corrispondenti dalla Casa Bianca del New York Times mentre la mamma, Susan Glasser, è una celebre firma del New Yorker, dopo essere stata una delle colonne del Washington Post .

     

    […] Nell’inchiesta che ha messo alle corde il presidente di Stanford c’è il loro zampino? I genitori ovviamente negano e Theo taglia corto: «Loro non sono i miei direttori».

     

    […]

    Il sospetto di qualche «aiutino» può essere lecito, visto che nel primo articolo, il 29 novembre, Theo dimostra che alcuni paper di Tessier-Lavigne contengono analisi e numeri copiati o errati anche grazie alle analisi di una scienziata collaboratrice del Times.

     

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    […] E così a Theo Baker, appena compiuti i 18 anni, è stato conferito il George Polk Award: il più giovane a ricevere questo premio giornalistico. Adesso, dopo Tessier-Lavigne, a tremare dovrebbero essere le aziende che vendono sottobanco alla Russia tecnologie utili nella guerra contro l’Ucraina: Theo sta passando le vacanze a Berlino, presso la Fondazione Anti Corruzione del dissidente russo (incarcerato) Alexei Navalny, impegnata nella caccia alle industrie che non rispettano le sanzioni contro Mosca.

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