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Il compromesso sulle pensioni che starebbe studiando Giancarlo Giorgetti, dal 22 ottobre ministro dell’Economia in quota Lega, può essere riassunto così: si potrà uscire dal mercato del lavoro prima dei 67 anni (soglia prevista dalla Legge Fornero del 2012).
Dunque una finestra anche a 62 o 63 anni, con un congruo numero minimo di anni di contributi. Ma chi sceglierà di continuare ancora per qualche anno potrà godere di un incentivo in busta paga, di circa il 10%, con potenziali minori costi per Stato e imprese, che non dovrebbero più versare i contributi assieme al lavoratore, che si ritroverebbe un lieve aumento sullo stipendio.
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Quello che si vuole evitare, infatti, è gravare sui costi in termini netti nel medio-lungo periodo. Ma al contempo, fare in modo che le aziende si tengano stretti i lavoratori difficilmente sostituibili nel breve periodo, alla luce dell’esperienza e delle competenze maturate.
Una risposta alla crescita prevista nel costo delle pensioni in Italia, ricostruisce il Corriere della Sera, che alle tendenze attuali salirà di 58 miliardi al 2025. Un aumento che corre al doppio della velocità rispetto a quello dei contributi. Il loro flusso dovrebbe infatti salire di 32 miliardi ed essere già a metà di questa legislatura inferiore di 59 miliardi all’anno rispetto alle pensioni da pagare.
GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI