Andrea Camurani per www.corriere.it
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La condanna definitiva arrivò nel dicembre 2019 quando la Corte di Cassazione confermò la pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per Maria Angela Farè, l’ex suora accusata di aver abusato sessualmente di Eva Sacconago, una giovane frequentatrice dell’oratorio Sant’Edoardo di Busto Arsizio, morta suicida a soli 26 anni nel 2011.
Oggi si apprende che l’ex religiosa è tornata in libertà. La notizia è stata diffusa dal sito «Rete L’Abuso» e confermata all’Agi dall’avvocato Daniela Cultrera dalla quale si apprende che l’ordine di scarcerazione risale al 4 settembre del 2021.
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Nessuna conferma invece dal legale di Farè, l’avvocato Fabrizio Busignani: «È una notizia riservata, non possa confermare se sia o meno vera».
Il processo e la detenzione
La condanna definitiva risale al 21 dicembre 2019 e l’intera pena, che comprende anche la custodia cautelare prima del processo, è stata scontata in carcere, senza alcun beneficio.
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«Noi lo abbiamo saputo il primo febbraio — racconta Roberto Sacconago, il padre di Eva, che solo oggi ha deciso di divulgare la notizia assieme alla moglie —. Appena arrivati nella nostra casa di montagna, il nostro rifugio dell’anima così come lo era anche per nostra figlia, c’è stato detto dall’avvocato. E la liberazione è stata proprio il 21 settembre, il giorno del compleanno della nostra piccola. Che coincidenza. Per noi saperlo è stato un colpo e un dispiacere al cuore».
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Eva Sacconago si suicidò a giugno del 2011 e lasciò una serie di diari che raccontavano il suo rapporto con la suora che aveva conosciuto in oratorio quando aveva solo 15 anni: tra le due nacque dapprima un intenso rapporto spirituale poi tramutatosi nel tempo in un rapporto omosessuale consenziente dal quale, infine la ragazza non riuscì a liberarsi prima di togliersi la vita.
La suora venne arrestata nel novembre 2012 all’età di 52 anni su ordine della magistratura dopo le indagini della squadra mobile di Varese e degli agenti del commissariato di Busto Arsizio.
Le prove nel processo
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Nel processo vennero prodotti lettere, bigliettini, foto e messaggi che testimoniavano la strettissima, asfissiante relazione fra la religiosa e la giovanissima al centro delle attenzioni della donna.
«Il conteggio della pena è giusto al 99 per cento, i nostri avvocati lo stanno controllando — prosegue il padre della ragazza che, quando aveva 14 anni, subì «violenze sessuali vere e proprie nel 2010 e 2011 e comportamenti che avrebbero minato la stabilità psichica di chiunque», scrissero i giudici.
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«Tuttavia siamo arrabbiati perché non sappiamo dove sia la signora Farè dalla quale non abbiamo mai ricevuto delle scuse personali e che non ci ha mai versato il risarcimento di 50mila euro previsto dal giudice.
Sappiamo che i giudici le hanno inflitto come pena accessoria l’interdizione dal frequentare ambienti con minori ma non siamo tranquilli e abbiamo paura che possa rifare quello che ha già fatto con nostra figlia», ha concluso il padre della vittima.
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