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    LA SVALUTAZIONE DELLO YUAN FA PARTE DEL “SOGNO CINESE” DI XI JINPING: FAR DIVENTARE LA CINA UNA SUPERPOTENZA POLITICA E RIFORMARE L'ECONOMIA CINESE, PASSANDO DA FABBRICA DEL MONDO A PAESE MODERNO CON CONSUMI INTERNI E SERVIZI


     
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    Guido Santevecchi per "Corriere della Sera"

     

    zi jinping arriva a ufa in russia per il vertice brics zi jinping arriva a ufa in russia per il vertice brics

    «Non c' è motivo al momento perché lo yuan continui a svalutarsi in modo sostanziale, la Banca del Popolo Cinese ha la forza per mantenere la stabilità». Al terzo giorno di ansia sui mercati globalizzati i mandarini della Banca centrale di Pechino hanno ricevuto l' ordine di rassicurare il mondo: così i vicegovernatori si sono concessi alla stampa (fatto estremamente raro) per dire che ora lo yuan è vicino ai «livelli di mercato».

     

    putin e i brics xi jinping dilma rousseff narendra modi jacob zuma putin e i brics xi jinping dilma rousseff narendra modi jacob zuma

    Anche ieri è stato svalutato, ma di pochi decimali, seguendo le indicazioni del mercato, appunto. Tempesta finita o quasi quindi, secondo i cinesi, ma la manovra ha sconvolto le Borse e costretto le industrie occidentali a rivedere i loro piani di sviluppo. Soprattutto, la svalutazione dello yuan (per ora circa il 4%) impone due domande di fondo: qual è la strategia della Cina? E come viene determinata?

     

    Dopo l' era di Mao, che aveva lasciato la Cina tra i Paesi sottosviluppati, il nuovo sistema di governo prevedeva lunghi processi decisionali per raggiungere il consenso e sperimentazioni graduali, «poggiando i piedi su ogni sasso per guadare il fiume», come diceva il grande riformatore Deng Xiaoping.

    putin xi jinping putin xi jinping

     

    Il successo di questa formula stava nel fatto che alla fine della lunga procedura, ogni politica formulata risultava strategica e durava nel tempo. Il sistema lento del consenso ha funzionato per oltre trent' anni, visto che la Cina è salita al rango di seconda economia dietro gli Usa e ancora nel 2014 l' espansione del suo Pil ha rappresentato oltre un terzo della crescita mondiale. Ma ora, tramontati i leader ancorati alla linea del consenso, da Jiang Zemin a Hu Jintao, siamo nell'era di Xi Jinping.

    XI JINPING XI JINPING

     

    Il nuovo leader ha subito detto di voler imporre il nuovo Sogno Cinese. Che sembra animato da due obiettivi: riformare l' economia cinese che finora è cresciuta solo come Fabbrica del Mondo (a basso costo) e invece deve modernizzarsi puntando sui consumi interni e i servizi; diventare una superpotenza anche politica.

     

    Xi resterà in carica fino al 2022, un tempo breve per realizzare il Sogno. E per questo, per bruciare i tempi, ha scardinato il consolidato sistema di governo, accentrando poteri tanto da essere considerato un nuovo Mao (che, come diceva sempre Deng, «aveva ragione al 70% e sbagliava al 30%).

     

    Barack Obama e Xi Jinping si incontrano a Sunnylands Barack Obama e Xi Jinping si incontrano a Sunnylands

    Non è solo segretario generale del Partito comunista, capo dello Stato e presidente della Commissione militare centrale. Xi ha assunto anche la direzione di una serie di comitati che decidono le sorti dell' impero, dalla politica estera ai rapporti con Taiwan, alla gestione dell' economia (che prima era il campo del primo ministro).

     

    Quando il comitato che doveva servire i suoi scopi non esisteva, Xi lo ha creato e ne ha preso il comando: sono nati tra gli altri la commissione che sovrintende a Internet e un Consiglio per la Sicurezza nazionale che ricorda la struttura agli ordini del presidente degli Stati Uniti. In tutto, questi Gruppi di Guida Ristretti di cui Xi è il capo sono almeno dieci: ce n' è anche uno sulla riforma del gioco del calcio (lo sport dà prestigio e il leader sogna anche una Cina protagonista ai mondiali).

    xi jinping sulla copertina dell economist xi jinping sulla copertina dell economist

     

    I politologi dell'«Australian Centre on China» lo definiscono «Il Presidente di Tutto». L' ex ambasciatore Usa a Pechino Gary Locke conferma: «Xi è al centro di tutto».

    Ma controllare un impero da solo, più di un Sogno può diventare un' illusione rischiosa.

    Lo stile di governo impulsivo, per bruciare le tappe, crea tensioni in una Cina dove ogni burocrate, piccolo o grande, ripete il proverbio: «La montagna è alta e l' imperatore è lontano».

     

    Si segnalano ordini e contrordini. Come nel caso della Circolare n° 62, emanata all' improvviso prima dell' estate: ordinava alle province di cancellare gli incentivi e le detassazioni per tutte le aziende straniere presenti in Cina. Una mossa assurda, che rischiava di far fuggire molti grandi gruppi industriali. Pochi giorni dopo il contrordine.

    xi jinping gioca a calcio xi jinping gioca a calcio

     

     Forse, nessuno dei tecnocrati-cortigiani di qualche Gruppo di Guida Ristretto aveva osato dire al Presidente di Tutto che equiparare aziende straniere e cinesi in tema di tasse non è una buona idea, se si vogliono attrarre investimenti e tecnologia. C' è da sperare che davvero alla Banca centrale cinese sappiano come mantenere la stabilità.

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