Estratto dell’articolo di Sara Poma per “la Stampa”
MARIASILVIA SPOLATO
C'è un episodio che Mariasilvia Spolato racconta in un articolo apparso sulla rivista del FuoriI! (il Fronte Unitario Omosessuale Italiano) e che sintetizza bene la sua trasformazione da ragazza cresciuta nell'agio borghese di Padova ad attivista che non ha paura di nulla. Perché è così che immagino chi compie la scelta dell'attivismo: eliminare ogni idea di paura; non temere le conseguenze, immediate o di lungo periodo, sulla propria vita.
Nel 1971, Spolato vive a Frascati. Insegna matematica e informatica in un istituto tecnico cittadino. A Frascati non c'è nulla da fare, è poco più di un paese. Esiste un unico bar nella piazza principale. Lei lo frequenta ogni giorno dopo la scuola. Ordina latte e cognac e si mette a giocare a flipper. In poco tempo su Mariasilvia si sono sparse voci. Tutti sanno che è lesbica.
MARIASILVIA SPOLATO
Lei non ha fatto mai nulla per nasconderlo, del resto, e il suo attivismo si traduce anche nel vivere senza nascondersi pur trovandosi in un ambiente presumibilmente ostile. Il racconto di Mariasilvia sulla rivista indugia su un certo alterco avvenuto nel bar con il flipper, ingaggiato con Peppo, il bullo del paese. Racconta che dopo essere stata insultata, esce dal bar e trova i parafanghi del suo Maggiolone presi a martellate. Ma ormai ci ha fatto il callo.
Qualche mese prima, scrive, una donna l'aveva presa a bastonate accusandola di aver messo in giro la voce che il figlio fosse gay. E poi scrive che dopo quella discussione ha capito di essere su una strada pericolosa ma giusta.
Spolato è stata la prima persona a portare in piazza la parola «omosessuale» in Italia. Letteralmente. L'8 marzo del 1972, infatti, centinaia di femministe si ritrovarono a Campo de' fiori per la loro prima grande manifestazione organizzata. E lei, che all'epoca aveva 38 anni, aveva guadagnato una piccola porzione di quella piazza munita di un cartello con scritto «Fronte di Liberazione Omosessuale». Quelle parole formavano una sigla, Flo, che era il nome di un gruppo da lei formato l'estate precedente.
MARIASILVIA SPOLATO
[…] Quel giorno, per una serie di coincidenze della Storia, in piazza c'era anche Jane Fonda. Era volata da Parigi, dove stava girando con Godard, per mostrare il suo sostegno alle femministe italiane.
La sua presenza aveva attirato decine di fotografi e, nel tripudio di flash, l'obiettivo si era rivolto anche su Mariasilvia e il suo cartello. La macchina fotografica l'aveva incastonata per sempre nel suo sguardo serio e vagamente sorpreso dietro i grandi occhiali da pentapartito. Quell'immagine era stata pubblicata su Panorama nella pagina di un'intervista a Simone De Beauvoir. Nella didascalia non veniva riportato il suo nome, ma il suo volto era perfettamente riconoscibile. Così, Mariasilvia Spolato perse il lavoro. Non le fu rinnovato il contratto: alla presidenza non andava giù il suo attivismo dichiarato. [...]
MARIASILVIA SPOLATO