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    LA STORIA DELLO SCIROCCATO OLI LONDON, INFLUENCER INGLESE CON MILIONI DI FOLLOWER CHE, DOPO AVER DICHIARATO DI ESSERE “NON BINARIO”, SI È SOTTOPOSTO A 18 OPERAZIONI AL VISO PER DIVENTARE “COREANO” E ASSOMIGLIARE A PARK JI -MIN, IDOLO DELLA BAND BTS : UN’OPERAZIONE TRANS-RAZZIALE CHE NON È PIACIUTA AI SEGUACI E NEMMENO ALLA COMUNITÀ LGBT CHE LO HA BOLLATO COME RAZZISTA. MA TANTO SI SA: L'IMPORTANTE E' CHE SE NE PARLI... - VIDEO


     
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    Carlo Nicolato per "Libero quotidiano"

     

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    Oli London ha fatto coming out. Anzi ne ha fatti due, ma il primo dei due risale già a qualche settimana fa e, ahimè, ce lo siamo perso. Ha dichiarato cioè di essere "non binario" con tutto ciò che ne consegue, anche se non sappiamo esattamente cosa ne consegue. Il secondo coming out è il motivo per cui scriviamo questo articolo.

    Ma, fermi tutti, chi è Oli London?

     

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    Esattamente non lo sappiamo nemmeno noi, viene definito un influencer che si spaccia per musicista, un tale che per motivi ignoti vanta milioni di follower su piattaforme social quali TikTok e Insta gram. Il motivo per cui ne parliamo è che recentemente Oli London ha dichiarato, lui britannico bianco, di essere coreano. Esattamente "non binario coreano", che non ha niente a che vedere con le linee ferroviarie di Seul, ma ha a che vedere con 18 operazioni alvi so che London ha dichiarato di aver fatto per assomigliare al cantante dei BTS, Park Ji -min, considerato in patria una specie di idolo del K -pop, Hipop, Pop rap e via così.

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    Nessuna novità a dire il vero, prima di lui l' hanno fatto altri, la quasi novità è che il neo coreano ha dichiarato di essersi sottoposto a un' operazione trans -razziale, così come un trans -sessuale si sottopone a un' operazione per il cambiamento dei connotati sessuali.

     

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    L' unico precedente noto che si ricordi è quello di Michael Jackson che aveva cercato di cambiare connotati del viso e colore della pelle per sembrare un bianco, anche se poi era venuto fuori che lo schiarimento fu un' operazione necessaria per mitigare gli effetti del lupus eritematoso del quale sembra soffrisse. All' epoca Jackson si attirò l' ilarità di mezzo mondo ma soprattutto le critiche della comunità nera che lo accusava di tradimento.

     

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    Si parla però di qualche lustro fa, ora i tempi sono cambiati e siccome cambiare sesso dalla sera alla mattina non solo è ben accetto ma perfino promosso, dovrebbe esserlo a maggior ragione anche il cambio di razza. Tantopiù che, insegnano i progressisti, la razza non esiste, come il sesso. Tutto è fluido, conta come ci si sente, non come madre natura ci ha fatti. «So che molte persone non mi capiscono, ma mi identifico come coreano e sembro coreano adesso, mi sento coreano», ha dichiarato Oli London a Sky News, «questa è la mia cultura, questo il mio paese d' origine. È esattamente come sembro ora. E mi identifico anche come Ji min, questo è il mio nome d' arte».

     

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    Non fa una grinza, se si accetta il fatto che lui sia "non binario" sessualmente, perché non si dovrebbe accettare che sia asiatico anche se è nato inglese da genitori bianchi inglesi? E invece no, sui social gli stessi che hanno applaudito il suo primo coming out lo hanno attaccato sostenendo che una razza non si può cambiare. La comunità Lgbtq lo ha perfino bollato come razzista, anche se non si capisce la logica. «Puoi essere non binario, questo è quello che sei, ma non sei e non sarai mai coreano» gli hanno scritto i fan su Twitter. Questa è la storia di Oli London, non binario triste e solitario.

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