Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
tsipras merkel
La troika torna oggi ad Atene, tra l’altro per capire quanto è grande il buco nei conti dovuto al crollo degli introiti fiscali registrato negli ultimi mesi. A convincere il ministro delle Finanze Varoufakis, che gli emissari delle istituzioni creditrici, Fmi, Bce e Ue, dovessero tornare il loco per avere un quadro attendibile dell’autonomia finanziaria di Atene, pare sia stato Mario Draghi, nel corso della riunione dell’Eurogruppo di lunedì.
Anche perché un’analisi dei conti è il presupposto essenziale per capire quanti aiuti serviranno, eventualmente, ma soprattutto quanti margini restano alla Grecia prima di restare del tutto a secco e rischiare lo scenario peggiore. Varoufakis ha detto che fornirà «tutti i dati» necessari.
tsipras
Ieri il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, rispondendo a chi gli ricordava che i greci rifiutavano la troika - simbolo più odiato degli anni di austerità - ha dunque tagliato corto: «hanno cambiato idea: le istituzioni lo faranno insieme». Il ministro cristianodemocratico, tuttavia, ha ammesso che il suo collega greco «non ha un compito facile», anche se «è l’unico» a pensare «che non abbiamo perso tempo».
Quella di Atene è ormai una corsa feroce contro il tempo. Nell’angosciosa ricerca di liquidità per pagare stipendi e pensioni e rimborsare in tempo le scadenze con i creditori, Varoufakis sta facendo i salti mortali. Ieri il Financial Times ha calcolato che la Grecia deve trovare entro il 20 marzo 1,2 miliardi di euro per il Fmi, ma entro la fine del mese deve reperire anche altri 1,5 miliardi per le buste paga degli statali e gli assegni pensionistici, secondo una fonte finanziaria.
varoufakis schaeuble
Una fonte di approvvigionamento potrebbe essere il fondo Hellenic Financial Stability Fund (Hfsf), creato per ricapitalizzare le banche elleniche: il governo di Atene potrebbe garantirsi così 555 milioni di euro per emergenze imminenti. Il capo del fondo salva-Stati europeo Esm, Klaus Regling, ha dato il via libera: i soldi del fondo erano stati forniti dalle banche elleniche prima del salvataggio della Grecia, a maggio del 2010. I creditori, ha puntualizzato il tedesco, «non possono reclamarli».
weidmann schaeuble
Al momento sembra più complicata l’ipotesi di rimediare risorse dai fondi pensionistici o sociali statali. ll presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem ha ripetuto più volte, in questi giorni, che la Grecia non può contare sulla tranche di aiuti rimasta sospesa dopo le elezioni - 7,2 miliardi di euro di cui 1,9 miliardi di interessi sui titoli detenuti dalla Bce - se non presenta un piano di riforme che convinca i partner europei. Ma se il governo Tsipras stringesse i tempi sull’accordo con proposte concrete, potrà ricevere quella somma. Non solo.
MERKEL E DRAGHI
Attualmente l’unico canale di liquidità che la Bce mantiene aperto con Atene è quello dei fondi emergenziali Ela erogati alle banche attraverso la banca centrale ellenica. E secondo indiscrezioni, l’Eurotower anticiperà giovedì la prossima decisione sull’Ela. Ma non appena la Grecia chiuderà un’intesa con Ue, Bce e Fmi, Draghi potrebbe consentire alle banche, nuovamente, l’accesso ai rifinanziamenti.