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    LA TV D’ESTATE? COMUNQUE VADA, E’ QUASI SEMPRE UN INSUCCESSO – SI SALVANO MARIA DE FILIPPI CHE MACINA RECORD D'ASCOLTI CON 'TEMPTATION' E “TECHETECHETÈ” CHE SACCHEGGIA ALLEGRAMENTE LE TECHE RAI - ALDO GRASSO: "IL BELLO DEL PROGRAMMA È CHE VIVE SULL’INTRATTENIMENTO. SONO PASSATI PIÙ DI 60 ANNI, E L’ULTIMO PILASTRO DEL SERVIZIO PUBBLICO (DIVERTIRE) È DIVENTATO IL PRIMO” - VIDEO


     
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    https://www.raiplay.it/video/2019/07/Techetechete--ll-meglio-della-TV--2b98c5fb-2a17-4c53-9440-49da24a063ae.html

     

     

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    Francesca D' Angelo per “Libero quotidiano”

    TECHETECHETÈ TECHETECHETÈ

     

    In tv l' estate rappresenta una stagione a sé stante, le cui leggi sfuggono spesso all' umana comprensione dei responsabili dei palinsesti.

    Più o meno funziona così: se tra giugno e agosto mandi in onda delle repliche, il pubblico storce il naso e spegne il televisore di casa. Se osi testare qualche novità, lo spettatore medio si stranisce e cambia canale.

     

    Comunque vada è quasi sempre un insuccesso a meno che non ti chiami Maria De Filippi: lei funziona sempre, persino d' estate. Il suo Temptation Island, discutibile mix di puro trash, amori traditi e slogan "fotonici", macina record d' ascolti sfondando il muro del 20% su Canale 5: uno share considerato alto già durante l' anno, figuriamoci d' estate dove si brinda quando si sfiora il 15% in prime time. Di Maria De Filippi però ne esiste una sola. Ergo, per gli altri la vita è dura, anzi durissima, e anche quest' anno chi ha osato sperimentare è tornato a casa il più delle volte a testa bassa. Siamo insomma davanti a un' estate di flop. L' ennesima. E forse nemmeno l' ultima.

    TECHETECHETÈ raffaella carrà corrado TECHETECHETÈ raffaella carrà corrado

     

    Prima di declamare la lista dei caduti, ci sembra giusto indicare chi invece è sopravvissuto: tra le novità lo spettatore ha gradito Battiti live di Italia 1, la versione prime time di Fuori dal coro con Mario Giordano e il nuovo telefilm The Resident, puntualmente vincitore su Rai Uno.

     

    Certo, quest' ultimo non ha macinato share record come The good doctor, ma è riuscito a conquistare il pubblico con una storia (le scorrettezze del sistema sanitario privato Usa) lontana dai canoni dell' ammiraglia. Fine della lista dei sopravvissuti. Passiamo dunque a quella, ben più lunga, dei flop. A uscire con le ossa rotte è soprattutto Rai Due: il canale che più di tutti ha voluto sperimentare. Un' estate fa, programma sui tormentoni estivi, ha esordito con 1,2 milioni e il 7% per poi crollare la settimana seguente a 690mila spettatori e il 4,1% di share.

     

    temptation island temptation island

    A salvare lo show, condotto da Pupo e Diana Del Bufalo, il numero di puntate: erano solo due. Male - qui però era prevedibile - anche la prima tv assoluta del reboot di Streghe. La serie, già criticatissima in patria, ha debuttato con i primi tre episodi il 7 luglio arenandosi su una media del 4,2% di share. L' andamento degli ascolti parlava da solo: la prima puntata è stata vista da 802mila persone (4,68%), la seconda da 679mila (3,98%), la terza da 575mila (3,82%). Morale: Rai Due ha sospeso la serie.

    Pare tornerà in autunno, ma nel pomeriggio.

    Esordio mediocre anche per la serie Blood & Treasure: 819mila telespettatori e 4,5% di share. Il giorno dopo Rai Due ha spostato la serie dalla prima alla seconda serata.

     

    jessica e andrea di temptation island 9 jessica e andrea di temptation island 9

    Basso il gradimento ottenuto dallo speciale Woodstock, Rita racconta: le immagini del celebre concerto del 1969, commentate da Rita Pavone, hanno appassionato solo 355mila spettatori pari al 2,4% di share. Lo stesso dicasi per lo show con Ale e Franz Improvviserai, che giovedì ha esordito su Rai Due con il 3,1% e 536mila spettatori.

     

    jessica e andrea di temptation island 8 jessica e andrea di temptation island 8

    Di insuccessi però sono piene anche le altre reti. È stata per esempio una doccia fredda il risultato ottenuto da Quelli della luna: il programma di Rete 4 che segna l' esordio alla conduzione di Giampiero Mughini si è fermato al 2,8% e 505mila spettatori. Mughini è stato persino doppiato da In onda di La7 (897mila, 5%) che, fino a quel momento, non aveva avuto vita facile in prime time. E che dire dei tiepidi ascolti racimolati dallo speciale dedicato al compianto Andrea Camilleri? Ci si aspettava che tutti si sarebbero riuniti al suo capezzale televisivo invece Conversazione con Tiresia (1,7 milioni; 9%) è stato battuto dalla serie Manifest di Canale 5 (1,9milioni; 11%). A proposito di Manifest: era partita benissimo, con oltre 2,5 milioni e il 14%, ma nelle settimane seguenti è calata. Sotto le aspettative anche Riviera. Il titolo aveva le carte in regola per funzionare su Canale 5, invece ha esordito con 1,1 milioni e l' 11,4% di share per poi chiudere, con l' episodio finale, a 1,2 milioni e il 9%. D' altronde, però, solo chi non osa mai non sbaglia

     

     

    aldo grasso aldo grasso

    TECHETECHETE'

     

    Aldo Grasso per www.iodonna.it

     

    È arrivata l’estate, è tornato Techetechetè, la rubrica giornaliera di RaiUno che ci accompagnerà fino a settembre “saccheggiando” allegramente le teche della Rai, all’insegna della nostalgia, delle emozioni, degli accostamenti più incongrui, del fior da fiore, di “tutti i sentimenti”.

     

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    Questi programmi di “riciclaggio” nascondono tra le pieghe questioni teoriche molto importanti. Se noi prendiamo come punto di riferimento del materiale Rai i tre grandi principi su cui si fonda il servizio pubblico – informare, educare, divertire – ci accorgiamo che una sorta di selezione naturale ha stabilito nuove gerarchie. Possiamo appellarci alla professionalità, alla bravura degli interpreti, al passato che ritorna in forme nuove (col tempo siamo cambiati e il nostro occhio cambia ciò che guardiamo), sta di fatto che il bello di Techetechetè è che vive sull’intrattenimento, sulla distrazione. Sono passati più di sessant’anni, e l’ultimo pilastro del servizio pubblico (divertire) è diventato il primo. È come se questo appuntamento quotidiano fosse l’altra faccia di Blob, una ricerca ideale di armonia contro l’esibizione della disarmonia, dell’incongruo, del disturbo televisivo.

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    TECHETECHETÈ TECHETECHETÈ

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