Alessandro Barbera, Marco Bresolin per la Stampa
padoan moscovici
Sì allo sconto sulla prossima manovra, ma con un ulteriore avvertimento: per ridurre l' enorme debito, l' Italia faccia al più presto le privatizzazioni. La richiesta arriverà questo pomeriggio da Lussemburgo, dove si riuniranno i ministri economico-finanziari dell' Ue. I 27 colleghi di Pier Carlo Padoan - salvo improbabili sorprese - daranno il via libera al testo preparato dagli sherpa, un documento di 17 pagine che sostanzialmente ricalca le raccomandazioni pubblicate dalla Commissione il 22 maggio scorso.
Nella manovra d' autunno servirà uno sforzo di bilancio sostanzioso, ma bisognerà tenere conto «della necessità di rafforzare la ripresa». I ministri sposano quindi la linea della flessibilità al fine di non danneggiare la crescita nel Paese europeo con il tasso più basso e riprendono la stessa formulazione utilizzata dall' esecutivo Ue.
renzi padoan gentiloni
C' è solo una piccola variante lessicale: se i commissari avevano sottolineato la necessità di usare un «margine di valutazione», i rappresentanti dei governi hanno preferito eliminare il termine «margine» per scrivere che la Commissione deciderà l' entità della correzione da chiedere all' Italia dopo aver fatto «una valutazione complessiva». «Il termine 'margine' - spiega una fonte diplomatica - non è stato apprezzato a certe latitudini, dava troppo l' idea di sconto».
Al di là degli equilibrismi lessicali, la sostanza non cambia: la decisione di ieri si traduce in un' apertura allo sconto richiesto dall' Italia sulla correzione da effettuare con la prossima Finanziaria, anche se l' entità è tutta da discutere. Padoan ha proposto di ridurre la correzione da cinque a dieci miliardi di euro (lo 0,3% del Pil anziché lo 0,6%), ma per ora né da Bruxelles né tantomeno da Lussemburgo arrivano cifre: se ne parlerà più avanti. E il tema finirà anche sul tavolo dei capi di Stato e di governo che si riuniranno giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles.
il palazzo della commissione europea a bruxelles
C' è però un altro passaggio che l' Ecofin ha voluto aggiungere alle raccomandazioni della Commissione: l' Italia deve «provvedere a una tempestiva attuazione del programma di privatizzazioni e utilizzare le entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil». «La raccomandazione dell' Ecofin non ci stupisce, ma nel Documento di economia e finanza abbiamo scritto chiaramente che tutti i proventi straordinari verranno portati a riduzione del debito», dice il viceministro al Tesoro Enrico Morando.
«Fra queste, nei prossimi mesi, vanno considerate anche quelle per il rinnovo delle concessioni televisive e di telefonia». In quanto alla decisione dell' anno scorso di rinviare le vendite - la ragione che spinge l' Europa a sottolineare il punto - Morando la rivendica: «Non c' erano le condizioni di mercato per farle, sarebbero state delle svendite».
Enrico Morando
Fra la fine di quest' anno e il 2018 il governo rispetterà la previsione di otto miliardi di privatizzazioni? Il clima interno al Pd non promette bene. In cantiere il Tesoro ha una nuova tranche di Poste e la parziale vendita - ormai spostata in avanti da tre anni - di Trenitalia, ma sia il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli sia il ministro dei Trasporti Delrio hanno espresso dubbi in pubblico. Molto dipenderà da Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan, almeno finché saranno loro a tenere le fila dei rapporti con l' Europa.
Per il resto i ministri hanno ripreso in toto le richieste fatte tre settimane fa dalla Commissione. Tra le principali: reintrodurre l' imposta sulla prima casa per i proprietari ad alto reddito, ridurre il numero e l' entità delle agevolazioni fiscali, riformare il Catasto, ed estendere l' obbligo della fatturazione e dei pagamenti elettronici.